9 Marzo 2025 21:14

Imperia: le 10 cose più strane ritrovate alla foce dell’Impero. Tra copertoni, cucce e ciabatte ecco il “Museo dell’incuria”

In breve: La foce del torrente Impero: da hotspot di biodiversità a ricovero per immondizia

Qualche tempo fa era diventato virale sui principali social un audio con la voce di un ragazzo che si stupiva di aver trovato un sandalo abbandonato in mezzo alla strada. Oggi, quella stessa colonna sonora di molti reel e video su Facebook e Instagram, potrebbe tornare in auge facendo un piccolo reportage dell’immondizia che si trova alla foce del torrente Impero.

La foce del torrente Impero: da hotspot di biodiversità a ricovero per immondizia

Non è la prima volta che queste particolari aree che dovrebbero essere (e potenzialmente sono) degli hotspot di biodiversità diventano invece un museo a cielo aperto dell’inquinamento.

Se nel torrente Caramagna erano arrivati persino delle carcasse di animali morti, per ora guardando all’alveo del torrente Impero, troviamo animali vivi: cinghiali, cigni, papere, oche domestiche (abbandonate ndr) gabbiani… Qui, ormai si sa, hanno creato la loro seconda casa, ma insieme a loro, come triste arredamento, troviamo copertoni, tubi di plastica, scarpe, vestiti…

La nostra tragica top 10 delle cose più strane ritrovati alla foce dell’Impero vede un grandissimo boom di scarpe, ma non solo.

  • Una cuccia
  • Una soletta di una scarpa
  • Una scarpa da lavoro
  • Una pochette
  • Uno stivaletto da pioggia
  • Svariati pneumatici
  • Un filtro della lavatrice
  • Una tanica
  • Un arsenale di lattine, bottiglie di vetro
  • Confezioni di pannolini

Il pericolo dei rifiuti abbandonati

Abbiamo provato a scherzare su questa situazione che, purtroppo, si potrebbe replicare dando un’occhiata a tanti altri torrenti e corsi d’acqua della città e della provincia di Imperia… Tuttavia di simpatico c’è ben poco. Già, perché non si tratta solo di incuria o di maleducazione, qui si parla di salute.

La nostra vita è interdipendente da ciò che ci circonda e tutta quella distesa di plastica e di rifiuti contaminerà il terreno e finirà in mare creando danni incredibili. Non solo agli ecosistemi marini a livello di flora, ma anche agli animali.

Un esempio per banalizzare e capire la portata del danno? Gli stomaci degli uccelli, così come dei cetacei che amiamo osservare in mare aperto, saranno sempre più ricolmi di microplastiche che possono causare la loro morte. Le tartarughe che abbiamo imparato a conoscere ed amare soprattutto quest’estate quando hanno deposto le loro uova sulle nostre spiagge potrebbero morire soffocate scambiando un sacchetto di plastica per una medusa e cercando di mangiarlo.

Quei rifiuti che compongono il museo dell’incuria finiranno in mare prima o dopo. E i pesci mangeranno quelle plastiche, volenti o nolenti. Così il nostro adorato pescato del giorno, assaporato in una assolata domenica in riva al mare avrà un condimento al sapor di soletta o di cuccia.

E la colpa sarà da ricercare in ognuno di noi.

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