Si chiude oggi il processo sui combattimenti clandestini tra cani che ha portato alla sbarra diversi imputati con accuse gravi, tra cui maltrattamento di animali, associazione a delinquere e ricettazione. Dopo mesi di udienze, testimonianze e perizie, il tribunale ha però assolto tutti gli imputati per intervenuta prescrizione.
Le arringhe, le requisitorie e le richieste del PM prima del verdetto
La parte civile aveva sottolineato l’orrore di questi combattimenti, evidenziando il maltrattamento sistematico e la sofferenza inflitta agli animali, e chiedendo una condanna esemplare. Il pubblico ministero, nella sua requisitoria, ha ricostruito nel dettaglio il sistema che regolava questi incontri clandestini, evidenziando l’uso di doping, allenamenti forzati e modalità organizzative strutturate, e avanzando richieste di condanna severe.
Nello specifico le richieste erano:
- 3 anni e 6 mesi di reclusione e 6mila euro di multa per Maurizio Accardo e Maurizio Vicinanza.
- 3 anni di reclusione per Stefano Bassanese.
- 1 anno e 8 mesi di reclusione per Alessandro Accardo e Domenico Surace.
Dall’altro lato, la difesa ha respinto le accuse, chiedendo l’assoluzione per diversi imputati, contestando la configurazione del reato associativo e sostenendo l’insussistenza dell’aggravante della transnazionalità, con richieste subordinate di prescrizione. Tra i punti chiave sollevati, anche la questione della ricettazione, con gli avvocati che hanno evidenziato la mancanza di un reato presupposto e il fatto che il materiale video sequestrato risalisse a molti anni fa.
La sentenza
Il tribunale ha assolto tutti gli imputati per intervenuta prescrizione, escludendo l’aggravante della transnazionalità, che era stata contestata nel capo d’imputazione.
In particolare, i due Accardo sono stati assolti anche per i capi 21 e 22, mentre per il reato di ricettazione, il giudice ha stabilito che “il fatto non sussiste“. Per tutti gli altri capi d’imputazione, invece, è intervenuta la prescrizione.