28 Febbraio 2025 14:29

Imperia: l’astronauta Paolo Nespoli si racconta a Orientamenti. “Dobbiamo proteggere il muro che ci separa dal vuoto dell’universo e che è uguale per tutti”/Foto e Video

Grande successo questa mattina all’Auditorium della Camera di Commercio per l’arrivo del format della Regione Liguria Orientamenti Dreamers, che ha visto la partecipazione straordinaria dell’astronauta Paolo Nespoli, uno dei più grandi esploratori dello spazio italiani, con ben 313 giorni di attività in orbita.

L’evento, introdotto dall’Assessore regionale alla Programmazione del Fondo Sociale Europeo Marco Scajola, ha registrato un’affluenza straordinaria. Oltre 900 studenti delle scuole di Imperia hanno preso parte all’incontro, suddivisi in due turni per far fronte alla grandissima richiesta di partecipazione.

Durante il suo intervento, Paolo Nespoli ha condiviso con gli studenti le emozioni e le sfide della vita nello spazio, raccontando aneddoti della sua straordinaria carriera e trasmettendo un messaggio di determinazione e passione per il futuro.

L’intervista all’astronauta Paolo Nespoli

“Quando vedo i giovani in un certo senso li invidio perché vedo delle persone che possono crescere, possono esprimersi, possono fare tante cose. Capisco anche che questa foresta che si trova davanti è buia, non è così bella chiara come la vediamo adesso. Trovare la strada dentro questa foresta, non perdersi, non andare a sbattere contro un primo albero, non restare nella foresta per tutta la vita, è una cosa complessa, non così ovvia, non così facile e che può anche spaventare

Quindi vedo nei giovani un po’ di incertezza sul futuro e quello che dico ai giovani è che dovete trovare la cosa che vi piace, la vostra passione, il vostro hobby e farlo diventare un lavoro.

Perché non c’è niente di più bello che come lavoro fare la cosa che ti piace e poi magari al fine del mese ti pagano anche, quindi do questo obiettivo ai ragazzi e naturalmente gli dico anche di puntare in alto, perché alla fine le stelle sono lontane, ma non poi così lontane

Fare l’astronauta è una professione strana, perché non c’è una scuola, non ci sono tre cose, uno fa queste tre cose e diventa astronauta. 

Oggi è un po’ complesso, ci sono tutta una serie di punti da coprire, ma c’è anche fortuna, essere al momento giusto, al posto giusto, tutta una serie di cose complesse e quindi quando mi chiedono voglio fare l’astronauta, cosa devo fare? La mia risposta è boh, cioè fai, trova un lavoro che ti piace, che ti interessa, applicati in quel lavoro perché sicuramente quello è già l’inizio, è già una cosa che fa vedere che tu riesci a fare le cose.

Questo è importante. Quando selezionano gli astronauti è importante capire che c’è gente davanti motivata, caparbia, capace, resiliente.

Queste sono tutte doti che dovremmo avere nella vita di tutti i giorni per avere, non dico successo, ma per andare avanti con la nostra vita e con la nostra carriera”. 

Quali sono le sfide che deve affrontare nello spazio?

Una volta gli astronauti venivano selezionati e addestrati guardando le capacità scientifiche, le capacità tecniche, le capacità di seguire delle operazioni complesse senza creare scombursolamenti. 

Adesso oltre a queste cose bisogna guardare la capacità di lavorare in team, la capacità di essere in un posto isolato e confinato relativamente piccolo con della gente di caratteristiche diverse, sesso, religione, lingua, cultura, e non è così semplice perché poi alla fine sei in questo posto e ci sei per mesi.

Lavori 12 ore al giorno, ma poi devi anche stare 12 ore nello stesso tempo. E non è che alla sera dici posso andare a fare una passeggiata o voglio andare al cinema o voglio andare in pizzeria. Sei di solito ancora, anzi sei sempre ancora con le stesse persone

E quindi devi abituarti a fare un team, capire quali che sono, o dividere le competenze, le responsabilità.

Una cosa importante è che bisogna fidarsi, la fiducia è assolutamente importante perché io come parte dell’equipaggio devo essere sulla stazione sapendo o avendo fiducia in quelli che sono con me

Un’altra cosa importante che normalmente non teniamo in considerazione è che gli altri devono avere fiducia in me, quindi non è solo importante che io abbia fiducia negli altri, ma che sia in grado di dare la mia fiducia agli altri

Tutte queste sono cose importanti che, ripeto, però valgono nella vita di tutti i giorni. Forse nello spazio sono un pochettino più stressate, ma sono le stesse cose che occorre per, che ne so, la cassiera al supermercato, faccio per dire”. 

Come cambia la percezione della Terra vista dallo spazio? 

“La vista della Terra da 400 chilometri, dalla Stazione Spaziale Internazionale, è una vista diversa dal normale perché riusciamo a vedere le cose tirandoci un attimino indietro, non vediamo più il dettaglio ma vediamo tante altre cose che normalmente quando siamo sulla Terra sdraiati su questo prato col naso spiaccicato per terra, ci sono delle cose che non vediamo.

Non vediamo per esempio che sopra le nostre teste c’è un’atmosfera che è un muro che ci separa dal vuoto dell’universo e questo muro non è che è italiano, francese, tedesco, svizzero, austriaco è lo stesso muro e noi poniamo tante risorse e attenzione ai nostri confini nazionali chi entra, chi esce, tutte queste cose ma la mia domanda è mettiamo uguale attenzione nella cura di questo muro che è uguale per tutti e che ci protegge dal vuoto dell’universo? Dovremmo prestare attenzione, risorse anche a questa cosa. 

Se uno è a terra e si guarda intorno, di fatto vede o capisce, apprezza quello che gli sta attorno. È come se uno andasse in un museo e l’unica opportunità che avesse di guardare un quadro è quella di metterci col naso appiccicato al quadro. Sì, sicuramente vedrebbe i vari piccoli pixel, ma non vedrebbe il significato del quadro. Per vedere questo quadro ti devi tirare indietro e tirandoti indietro riesci a vedere l’insieme, riesci a capire qual è il disegno, riesci a capire che cosa ti voleva dire l’artista che ha fatto questo quadro. Ma se sei appiccicato al quadro questa cosa non la vedi e la Stazione Spaziale Internazionale ti dà questa opportunità di vedere la Terra nel suo insieme e vedere tante cose non più come unità singola ma come un sistema complesso dove tutti dipendono da tutti e tutti dobbiamo lavorare assieme per fare in modo che questo sistema resti, anzi continui”. 

E un ricordo che le è rimasto impresso di quando lavorava lassù?

“Stare sei mesi in un posto è chiaro che ti crea tutta una serie di ricordi, metterli in ordine è un po’ difficile, sicuramente il fatto che si possono fare delle cose che sembrano complesse si possono anche fare, che ci sono dei cambiamenti fisici interessanti e importanti.

Per esempio il fatto che ti trovi in una situazione di microgravità e quindi tutte le cose normali non funzionano, ma tutta un’altra serie di cose che non funzionano sulla Terra, lì invece funzionano. E quindi una delle cose belle, per esempio, che ho visto è il fatto che giocare con questa assenza di gravità è veramente da un lato interessante perché diventa quasi un gioco e anche frustrante ogni tanto perché perdi le cose, non le trovi più e quindi devi imparare, devi rimparare da capo a fare tutto

Per esempio, non so, camminare non è una cosa così semplice, muoversi non è così semplice ma una volta che hai imparato questa cosa ti diverti anche perché riesci a fare delle cose che sulla terra non puoi fare. Tutti questi hanno generato dei bellissimi ricordi e restare per esempio in microravità è un ricordo veramente interessante”

Spiega l’assessore regionale Marco Scajola

“Paolo Nespoli è un ospite straordinario, uno degli astronauti che ha segnato la storia, sicuramente il più famoso in Italia ma tra i più famosi al mondo. Basta leggere il suo curriculum e le sue tantissime esperienze. Siamo felici che le scuole, e ringrazio gli insegnanti, gli studenti, abbiano risposto in maniera positiva al nostro invito perché siamo andati oltre il previsto, ci sono quasi 900 studenti, quindi abbiamo dovuto anche dividere in due turni per permettere a tutti di ascoltare Paolo Nespoli. 

Oggi lui verrà a raccontare la sua esperienza, quello che noi chiamiamo un dreamer, un sognatore che ha raggiunto i suoi obiettivi lavorando, studiando, impegnandosi, ma non è che tutti debbano fare l’astronauta da grande, certamente 

Però lui può trasferire ai ragazzi la determinazione nel credere nelle proprie idee, nel credere nei propri desideri, di impegnare, di studiare, di faticare, che tante volte i sogni si possono realizzare. E Paolo Nespoli è un esempio positivo di chi è riuscito a realizzare il proprio sogno”. 

Parla l’assessore del Comune di Imperia Laura Gandolfo

“Con i piedi per terra ma si sogna, si sogna, si va nello spazio. Sono venuta a portare i saluti del sindaco a questi ragazzi che oggi assisteranno appunto all’esposizione di come un sogno, un sogno infinito, un sogno enorme possa diventare realtà. 

Ringrazio Regione Liguria e Marco Scaiola per aver portato la tappa di orientamenti per la seconda volta in Imperia, perché credo sia importantissimo stare vicino a questi ragazzi nelle loro scelte e soprattutto supportarli nei loro sogni, fargli capire che i sogni, se gli corrisponde un impegno reale, possono anche avverarsi, anche se sono sogni enormi”. 

 

A cura di Alessandro Moschi

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