Il ricorso al Tar Liguria dell’Autorità garante della concorrenza e del Mercato (Antitrust), riferito alle delibere della Giunta comunale imperiese legate al rilascio delle concessioni demaniali per spiagge, chioschi e dehors, sta generando grande preoccupazione e incertezze fra gli operatori economici dei settori interessati.
Il 4 luglio, in piena stagione turistica, il rischio di una pronuncia del Tar che potrebbe azzerare tutte le concessioni per spiagge, chioschi e dehors
Nel ricorso non viene indicata nello specifico la richiesta di una “sospensiva”, che, se disposta dal Tari, porterebbe all’immediato blocco dello sfruttamento delle concessioni, in quanto l’Antitrust, tramite i propri legali, ha aggiunto il ricorso a una causa già pendente sempre contro il Comune di Imperia, per la quale è già stata fissata un’udienza per il prossimo 4 luglio, chiedendo quindi in sostanza ai giudici amministrativi di trattare tutto in un unico procedimento.
La data dell’udienza, posta in piena stagione estiva, diventa però una spada di Damocle sulla testa di tutti i titolari di concessioni demaniali di Imperia, che hanno investito denari per predisporre i progetti così come chiesto dal Comune in sede di gara e dovranno fra pochissimo investire altri denari per avviare o riavviare gli stabilimenti balneari e farsi trovare pronti per la nuova stagione. Investimenti su investimenti, con il rischio che poi una sentenza del Tar spazzi via tutto, pur considerando la possibilità di proporre ricorso al Consiglio di Stato.
Parliamo di tutti i titolari di concessioni demaniali, perché, anche se nel ricorso dell’Autorità ne sono citati soltanto alcuni, l’Antitrust ha scritto a chiare lettere che il procedimento deve intendersi esteso anche a “ogni altro atto presupposto, conseguente, o, comunque, connesso alle predette deliberazioni, anche ove allo stato non conosciuti“.
Se i giudici amministrativi dovessero infatti dar ragione all’Antitrust e la loro pronuncia diventasse definitiva, tutte le concessioni demaniali relative a spiagge, dehors e chioschi diverrebbero automaticamente nulle e le aree interessate dovrebbero essere immediatamente liberate, pena l’incorrere nel reato di occupazione abusiva di suolo demaniale. Ed è facile immaginare che a quel punto chi ha investito denari seguendo le direttive impartite dal Comune chiederebbe i danni a Palazzo civico. Con l’inevitabile avvio di una mole di contenziosi.
Oltre alle contestazioni sollevate al Comune per i metodi con cui è stata attuata la gara per l’assegnazione delle concessioni demaniali (mancanza di adeguata pubblicità, discriminazione fra titolari già sul mercato e nuovi ingressi, volta a favorire chi già aveva delle concessioni) l’Antitrust contesta anche le normative citate a supporto giuridico nelle delibere della Giunta oggetto di richiesta di annullamento e sostiene “l’illegittimità di quanto impugnato, adottato in palese spregio della normativa UE“, evidenziando come il Comune avrebbe dovuto procedere alla “disapplicazione della normativa nazionale in contrasto con il diritto unionale”, evidenziando pure come a sostegno delle delibere sia stata citata anche “una norma non più esistente nel nostro ordinamento”.
Le quattro delibere della Giunta comunale nel mirino dell’Antitrust
Le delibere nel mirino dell’Autorità nazionale sono quattro: “gestione stabilimenti balneari n.224/2024 – gestione di strutture ricettive e attività ricreative e sportive n.225/2024 – installazione di dehors n. 253/2024 – installazione o mantenimento di chioschi n. 254/2024“. Cui si aggiunge la “delibera n. 402 del 22 dicembre 2023″ legata al “differimento della scadenza delle concessioni demaniali in essere al 31/12/2024”, riferita al primo ricorso al Tar dell’Antitrust contro il Comune di Imperia, depositato nel 2024, della cui esistenza nessuno aveva mai fatto parola.
I legali dell’Antitrust, a sostegno della loro tesi citano anche sentenze espresse in precedenza dallo stesso Tar ligure e dal Consiglio di Stato. Un dato da non sottovalutare. E contestano il respingimento di una prima osservazione inviata al Comune dal garante del mercato lo scorso anno e la mancata risposta a una seconda osservazione. A riprova del fatto che il Comune, messo sull’avviso dei presunti illeciti poi contestati al Tar, ha scelto deliberatamente di proseguire per la sua strada.
E’ indubbiamente vero che, come ha dichiarato ieri il sindaco Claudio Scajola, “un ricorso non è una sentenza”, ma è altrettanto vero che la situazione che si è venuta a creare non lascia dormire sonni tranquilli a tanti operatori commerciali, che il prossimo 4 luglio, in piena stagione turistica, mentre gli americani si gusteranno il tradizionale tacchino della Festa dell’Indipendenza, potrebbero ritrovarsi con una brutta sorpresa dal Tar. Senza contare il danno enorme che ne deriverebbe per l’immagine della città.
Nel Golfo Dianese si è attesa l’uscita delle linee guida per le gare da parte del Ministero, prevista per questo mese
E’ anche vero che, sempre come dichiarato dal primo cittadino, problemi simili li stanno vivendo molti altri comuni italiani. Ma è altrettanto vero che tantissimi altri comuni finora sono riusciti ad evitare situazioni del genere. Nel vicino Golfo Dianese, per esempio, non sono ancora state fatte gare.
Forti anche di un ricorso al Tar avanzato dai balneari, a Diano Marina ci si è basati su una legge del novembre 2024, concordata con la Commissione europea, che consente di far slittare il termine per le gare entro l’inizio della primavera del 2027. Nel frattempo, per questo mese il Ministero delle Infrastrutture dovrebbe emettere le linee guida per l’indizione delle gare e potrà quindi esserci, si spera, una base di partenza decisamente più solida.
A volte la fretta è cattiva consigliera.
A cura di Andrea Pomati