Circa una cinquantina di persone ha partecipato, ieri sera presso l’Arci Camalli di Oneglia, all’assemblea pubblica promossa dalla compagnia portuale “Maresca” per discutere della vicenda della chiusura del mulino dell’Agnesi che comporterà la perdita di 33 posti di lavoro già dal prossimo 28 febbraio. Numerosi gli interventi, anche molto duri, sulla politica del sindaco di Imperia Carlo Capacci rispetto alla vicenda Agnesi e all’operazione edilizia denominata “Porta del Mare” nell’ex zona delle Ferriere.
Valerio Romano (Arci Camalli): “La chiusura del mulino non è accettabile. Ci vuole una risposta profonda di tutta la città perché il mulino è importante non solo per gli operai ma per tutta la città e per tutto l’indotto: i portuali, i camionisti e gli equipaggi delle navi. Giovedì parteciperemo alla manifestazione indetta su scala nazionale e saremo presenti durante tutta la manifestazione di “Olioliva” e all’inaugurazione del Forum della Dieta Mediterranea alla Camera di Commercio dove faremo volantinaggio. Metteremo anche uno striscione su una gru affinché sia visibile a tutti.
Nel 2007 la Porto di Imperia demolì i silos dell’olio mettendo così fine al possibile commercio dell’olio, oggi si chiude il mulino per decretare la fine della fabbricazione di pasta. Dalla dieta mediterranea siamo passati alla fiera del mattone”.
Alberto Gabrielli (Imperia Bene Comune) : “Già nel 2002 dicevamo qual era il disegno che questi signori volevano portare a compimento in questa città. L’Agnesi è una proprietà di tutti noi che porta l’immagine di Imperia nel mondo. La municipalizzazione dell’Agnesi non è una cosa così campata per aria, il Comune ha investito nel porto con il nostro territorio moltissimo e potrebbe investire anche nell’Agnesi.
Chiediamo l’immediato rinnovarsi del vincolo industriale dei beni e dei volumi esistenti e precisare che quei metri cubi saranno destinati solo all’Agnesi. Il comune dovrebbe reiterare il vincolo industriale su quei beni per mettere le mani avanti contro gli speculatori”.
Carla Nattero (Sinistra Ecologia e Libertà): “La vicenda Agnesi è l’ultimo atto di questa de-industrializzazione che va avanti dai primi anni 50. Noi siamo contrari alla chiusura dell’Agnesi e dobbiamo puntare ad uno sviluppo produttivo e sulla dieta Mediterranea, non solo quello turistico. Pensare di uscire da questa situazione tramite una speculazione edilizia è una strada senza via d’uscita. Il Comune ha fatto un grande regalo all’Agnesi in passato perché è stata riconosciuta a Colussi tutta la cubatura che ha cambiato la destinazione in residenze e uffici. La parte destinata all’alimentare è rilegata ad un corridoio della galleria. Aiutare l’Agnesi è costruire tutte le occasioni produttive infrastrutturali per aiutare le occasioni della fabbrica, non di certo con la speculazione edilizia. Tutti quelli che hanno deindustrializzato si trovano una città vuota. La città ha dato tantissimo adesso è l’Agnesi che deve ricambiare”.
Pasquale Indulgenza (Imperia Bene Comune) : “Ecco la dichiarazione del sindaco Carlo Capacci sul giornale di oggi: “Ribadisco che concedere la variante al progetto della Porta del Mare, necessario alla vendita dell’operazione immobiliare da parte del Gruppo, per investire i proventi nel gruppo stesso a mio parere è da tenere in considerazione. In caso contrario il rischio che corre la nostra città è quello di vedere chiudere l’Agnesi e di avere un grande terreno e uno stabilimentop abbandonati per anni”. Capacci dice che se non si fanno un certo tipo di operazioni la città muore. Capacci nella scorsa estate disse di essere favorevole a quella operazione ma non la metteva in relazione a questa situazione anzi sosteneva la bontà di Colussi e pronto ad accogliere la variante propostagli. Questa è la logica del dominio incontrastato della borghesia che spodesta in questa città e Capacci ne è un rappresentante.
Qui non si tratta solo di salvare la fabbrica dell’Agnesi, ma il ragionamento è più ampio. Imperia ha bisogno della creazione di un vero distretto industriale sull’agroalimentare. Il consiglio comunale monotematico sarà l’occasione per discuterne più approfonditamente.
Il sindaco oggi viene allo scoperto e dice che siamo sotto “ricatto” ma lui ha avuto mandato di agire dentro a questo ricatto. Disse prima di essere eletto che lo stabilimento, dove lui aveva lavorato con la sua famiglia, era brillantissimo e che non aveva problemi di carattere occupazionale. L’azienda ha sicuramente delle difficoltà per quanto riguarda i conti, non può continuare così in eterno. Un manufatto come quello non è di certo moderno per produrre la pasta. Noi vogliamo il distretto industriale agroalimentare ma fatto in una certa maniera, sulle esigenze del territorio”.
Gianfranco Grosso (Capogruppo Imperia Bene Comune in consiglio comunale): “Domani sarà presentato l’ordine del giorno da portare in consiglio comunale. Lunedì la conferenza capigruppo stabilirà la data del consiglio in cui si parlerà dell’Agnesi. Noi in campagna elettorale avevamo detto che volevamo uno sviluppo diverso dal centrodestra e da quello che proponeva Capacci.
Capacci porta avanti la strategia della paura. Della serie se non facciamo come dicono i vari imprenditori o manager non si va avanti. Se non facciamo come dice Argirò il porto non riparte, se non facciamo quello che vuole Colussi l’Agnesi chiude. Il sindaco è la lunga mano di una certa imprenditoria”.