1 Aprile 2025 02:32

Imperia: 89enne morta a Casa Serena, il PM chiede la condanna per i due medici accusati di omicidio colposo

In breve: Chiesto inoltre un risarcimento di 300mila euro dalla Parte Civile

È stata rinviata al 24 aprile la sentenza per il processo a Franco Bonello ed Ezio Magrino, all’epoca dei fatti rispettivamente direttore sanitario e medico di Casa Serena, casa di riposo di Poggio a Sanremo.

Nel corso dell’udienza di oggi il Pubblico Ministero Enrico Cinnella Della Porta ha chiesto una condanna a 6 mesi di reclusione per Bonello e a 9 mesi per Magrino. L’avvocato Luigi Patrone, rappresentante della figlia dell’89enne costituitasi parte civile, ha inoltre chiesto un risarcimento di 300mila euro.

I due sono accusati di omicidio colposo nei confronti di Francesca Gemelli, 89enne ospite della struttura che nel settembre 2021 è morta strozzata dalla cintura di contenimento che la teneva assicurata al letto.

La testimonianza dell’infermiere che ha rivenuto per primo il cadavere

L’udienza si è aperta con la testimonianza di Simone Bottini, infermiere, che per primo ha rinvenuto il cadavere della paziente.

Il testimone racconta di aver lavorato all’interno della struttura solamente per due notti, assunto a chiamata con partita IVA.

Era una situazione indescrivibile, c’era tutto rotto“, racconta. “Letti rotti, non avevamo niente su cui lavorare, non c’erano protocolli, non c’era niente in quella casa di riposo. Sbarre rotte, non erano a norma, non c’era niente a norma lì dentro. Me ne sono subito andato“.

Bottini spiega quindi di essere stato lui ad aver rinvenuto il cadavere e di aver effettuato la chiamata al 112.

Il presidente [Bonello, ndr] voleva far spostare addirittura i pazienti attorno alla signora Gemelli” prosegue. “Io ho detto da questa stanza non si sposta nessuno finché non arrivano i carabinieri“.

Il testimone prosegue sostenendo quindi di non aver toccato il corpo della paziente, che è stata ritrovata nella stessa posizione dalla Polizia e dal medico legale.

Riguardo alla cintura di contenzione ha quindi dichiarato: “Se la cintura di contenzione gliela metti e poi le sbarre sono rotte è inutile”. Bottini ha infine aggiunto che secondo lui “la signora era troppo magra per la cintura di contenzione che aveva“.

Le conclusioni dell’accusa

Chiusa l’attività istruttoria sono cominciate le discussioni delle parti, a cominciare da quella del PM Enrico Cinnella Della Porta.

Il Pubblico Ministero afferma innanzitutto che per quanto riguarda le cause della morte non ci sono dubbi nei confronti del fatto che si tratti di un’asfissia.

Della Porta prosegue poi riprendendo in esame le varie testimonianze ascoltate nel corso del processo riguardo alle condizioni in cui versava la struttura, che hanno evidenziato la presenza di numerose problematiche. In particolare il PM si è concentrato sulla presenza di diversi letti rotti all’interno della struttura, compreso quello su cui si trovava Francesca Gemelli, che aveva la sbarra centrale rotta, sebbene le oss al momento della preparazione non avessero evidenziato la cosa.

L’accusa ha poi successivamente ricordato di una paziente che era stata trovata in una situazione ritenuta analoga a quella dell’89enne, senza però che ci fossero le stesse conseguenze.

Il PM si è quindi concentrato sulla lunga sequenza di cadute e sfilamenti dalla contenzione che si sono susseguiti nel corso dei mesi, sostenendo che da parte di Bonello e Magrino non sia stata fatta una valutazione adeguata della situazione.

Viene infine contestata al dottor Magrino l’affermazione secondo la quale la paziente non sarebbe potuta essere sedata a causa del suo quadro clinico, ricordano come invece secondo la testimonianza del dottor Bonello questa sedazione era stata effettuata in passato ed era poi terminata.

Per le responsabilità riscontrate dall’accusa sono stati dunque richiesti 9 mesi di reclusione per Magrino e 6 per Bonello.

Parte civile chiede un risarcimento di 300mila euro

L’avvocato Luigi Patrone si è accodato ai fatti descritti dal Pubblico Ministero definendoli “pacifici e incontrovertibili“.

Secondo Parte civile senza le negligenze verificatesi e con una terapia adeguata il fatto non si sarebbe verificato. I comportamenti degli imputati sono stati definiti “palesemente e colposamente omissivi” e pertanto “viene fatto concorso al tragico evento della signora che poteva e doveva essere evitato“.

Patrone si è, infine, concentrato sulla sofferenza patita da Francesca Gemelli, la cui morte è avvenuta in un lasso di tempo tale – sostiene – da permetterle di rendersi conto del fatto.

Parte Civile ha quindi richiesto oltre alla condanna già proposta dal PM anche un risarcimento di 300mila euro per danni “iure proprio e iure hereditatis“.

La difesa di Franco Bonello chiede l’assoluzione

L’avvocato Matteo Mezzapesa, sostituto dell’avvocato Andrea Vernazza, ha invece ricordato la totale estraneità del Direttore Sanitario Bonello per quanto riguarda gli aspetti di manutenzione della struttura, ripercorrendo nel dettaglio l’iter di segnalazione delle problematiche come ampiamente affrontato nel corso del processo.

L’avvocato difensore ha quindi contestato sia la testimonianza di Bottini, giudicata inaffidabile, sia la reale condizione di analogia tra la situazione occorsa all’altra paziente, in quanto non sarebbe stata presente una contenzione fisica.

Mezzapesa ha dunque sottolineato che al momento della preparazione per la notte della paziente da parte delle due oss non era stato riscontrato alcuna problematica con la spondina del letto che è poi successivamente stata ritrovata staccata.

Per quanto riguarda la sedazione della paziente l’avvocato ricorda che quella via era stata abbandonata per non indurre nella paziente uno stato di torpore eccessivamente prolungato.

L’avvocato si è infine concentrato sulla fascia di contenzione, che sostiene non sarebbe stata allacciata fino all’ultimo bottone disponibile, affermando che sarebbe “evidente come la tragedia sia stata determinata dalla fascia in questione ed è altrettanto evidente che non sia stata posizionata nella maniera più corretta, che avrebbe impedito il verificarsi di un evento del genere“.

Non credo che possa addebitarsi a Bonello la previsione delle circostanze” conclude Mezzapesa, chiedendo dunque l’assoluzione dell’imputato.

Anche l’avvocato di Magrino chiede l’assoluzione

L’avvocato Gabriele Cascino, difensore del dottor Ezio Magrino, si accoda alla disamina effettuata dal collega difensore.

Per quanto riguarda lo specifico del proprio imputato sottolinea come nel corso del processo non sia mai stata proposta una reale alternativa alle terapie e alle misure prescritte dal dottore, sostenendo semplicemente che non fossero adeguate.

Cascino ha quindi ricordato la complessità del caso, così come esposto dal rapporto medico-legale ascoltato in una precedente udienza.

Infine, pur non escludendo l’esistenza di eventuali responsabilità in ambito civilistico, l’avvocato chiede la completa assoluzione dell’imputato per quanto riguarda l’aspetto penale della vicenda.

La sentenza è stata rinviata

Dopo le discussioni delle parti la sentenza è stata infine rinviata per la mattina del 24 aprile.

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