Reato prescritto. Questo il verdetto della seconda Corte d’Appello di Roma in merito all’accusa di finanziamento illecito nei confronti di Claudio Scajola in relazione alla compravendita di un appartamento vista Colosseo a Roma in via del Fagutale. L’ex Ministro, attualmente ai domiciliari con l’accusa di aver favorito la latitanza dell’ex parlamentare Amadeo Matacena, era stato assolto in primo grado. Il procuratore generale Otello Lupacchini aveva chiesto tre anni di reclusione.
“Questo processo ha causato tutto il casino nella mia vita” ha commentato Claudio Scajola dopo la lettura della sentenza. Soddisfatti anche i legali Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito. “I giudici hanno rigettato la richiesta di condanna, non possiamo che essere soddisfatti” hanno affermato i penalisti.
LA VICENDA, LE ACCUSE, IL PROCESSO
L’imprenditore Diego Anemone, secondo l’accusa, avrebbe pagato, tramite l’architetto Angelo Zampolini, parte (circa 1,1 milioni di euro su 1,7 milioni) della somma versata il 6 luglio del 2004 da Claudio Scajola per acquistare la casa romana di via del Fagutale, proprio di fronte al Colosseo, e avrebbe poi eseguito lavori di ristrutturazione per una cifra intorno ai 100 mila euro.
L’ex Ministro pagò la casa di tasca propria 610 mila euro e, in un’intervista a Porta a Porta nei giorni successivi alle dimissioni dal Governo Berlusconi, dichiarò: “Io ho pregi e difetti, il difetto è che voglio correre troppo e seguo poco le cose che mi riguardano. La vicenda della casa l’ho seguita con troppa superficialità, questa è la mia colpa, ma la sola che ho commesso. I 610 mila euro? Un buon prezzo, forse eccessivamente un buon prezzo. Per me è stata la prima casa che ho comprato e mi è sembrato comunque un prezzo importante. Ho fatto uno sforzo”.
Il processo a Scajola ha preso il via nell’ottobre del 2012 dopo la citazione a giudizio davanti al Tribunale monocratico di Roma (insieme all’imprenditore Diego Anemone) disposta dal procuratore aggiunto di Roma, Alberto Caperna, e dai pm Roberto Felici e Ilaria Calò. In primo grado Scajola è stato assolto. Ora la prescrizione.