28 Aprile 2025 04:04

Imperia: gli alunni del Polo Tecnologico raccontano la loro esperienza con malati di Parkinson e caregiver. “Siamo entrati nel loro mondo e loro sono entrati nel nostro”

È stata inaugurata questa domenica presso il centro socio-ricreativo “Carpe diem” la mostra fotografica Disabilità e inclusione … Abbattiamo le barriere, realizzata dagli studenti della classe 3a A indirizzo Socio Sanitario del Polo Tecnologico Imperiese e nata dalla collaborazione con l’associazione “Parkinsonauti” e la sezione imperiese dell’Aifo.

Gli studenti, attraverso l’utilizzo di immagini, pensieri e contributi video, hanno raccolto la loro esperienza di incontro con persone malate di Parkinson e caregiver, in un progetto pensato per promuovere e valorizzare l’inclusività.

Un’esperienza dal grande portato emotivo, che ha colpito profondamente gli alunni coinvolti, i quali hanno deciso di condividere attraverso i docenti Alessio Del Grande e Cristina D’Agostino le proprie impressioni sul progetto e sulla sua realizzazione.

“Disabilità e inclusione”: parlano gli alunni della 3a A

  • Sila E.: ero molto agitata perché dovevo parlare davanti alle autorità e pensavo di fare una brutta figura. Sono stata molto contenta di aver visto Bruno, un anziano con cui ho collaborato, e Susanna, responsabile dell’AIFO.
  • Aya L.: io non ho potuto essere presente domenica ma durante le uscite che abbiamo fatto in palestra ho intervistato diverse persone, specie i caregiver, ed è stato bello ed emozionante perché ho visto una parte della vita di una persona che ha a che fare direttamente con la malattia.
  • Noemi M.: mi sono occupata di fare video fin dall’inizio e questa esperienza mi è piaciuta tanto e mi ha aiutato a crescere come persone capendo che tutto si può superare.
  • Nour F.: è stata un’esperienza bellissima ed emozionante, mi è piaciuta moltissimo perché non ho avevo mai interagito con malati di Parkinson prima, mi sono messa nei panni dei familiari di chi è malato e ho capito quanto sia importante la vicinanza di chi ci vuole bene.
  • Ginevra P.: la prima intervista che ho dovuto fare mi ha messo molta ansia, avendo paura di sbagliare o dire qualcosa di inopportuno. Quando ho fatto la seconda intervista mi sono sentita invece più a mio agio, senza alcuna paura. Porterò queste persone con me e ricorderò sempre i loro volti e le emozioni che mi hanno fatto provare.
  • Ranim E.: mi è piaciuto molto, è stata un’esperienza indimenticabile che mi ha toccato il cuore. Mi è servito tantissimo per avvicinarmi in maniera concreta a diversi aspetti che trattiamo in classe durante le lezioni ma in maniera diretta e sicuramente più emozionante.
  • Aurora K.: è stato bello essere tutti insieme e uniti condividendo il momento. Tutte le storie e le persone conosciute sono diventate come amiche, siamo entrati in confidenza e, oltre che le storie, siamo anche riusciti a condividere le rispettive emozioni, siamo entrati nel loro mondo e loro sono entrati nel nostro.
  • Francesco P.: è stato molto toccante perché non sono argomenti che tutte le scuole affrontano e che dovrebbero invece fare, a prescindere dall’indirizzo, per educare e sensibilizzare le persone a comprendere tutti, capendo che siamo tutti uguali nelle nostre diversità.
  • Irene B.: io mi sono occupata di riscrivere le interviste e, leggendo le parole dette da malati e dai caregiver, ho provato tristezza per alcune situazioni che, senza dubbio, condizionano la vita, ma anche speranza per la forza dimostrata da tutti.
  • Ioana B.: un’esperienza bellissima. Abbiamo toccato con mano l’argomento Parkinson e non dimenticherò mai nulla perché, non avendo mai avuto prima un’esperienza simile, questa mi ha toccato nel profondo.
  • Magdalena Z.: questa esperienza ci ha trasmesso emozioni sia positive che negative. Facendo questa mostra abbiamo imparato diverse cose che ci aiuteranno nel futuro e nella nostra vita. È stato bello socializzare con persone al di fuori della nostra classe e con gli anziani, conoscendoli meglio. Ma, soprattutto, ci siamo molto divertiti.
  • Asia V.: è stata un’esperienza emozionante perché abbiamo potuto interagire con persone malate di Parkinson e siamo riusciti a strappar loro un sorriso.
  • Matilda C.: scattare le foto dei loro volti è stato come dare la possibilità ai loro ricordi di restare per sempre con noi.

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