23 Novembre 2024 21:40

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23 Novembre 2024 21:40

IMPERIA. VIRUS EBOLA, AL POLIVALENTE L’INCONTRO ORGANIZZATO DALLA CROCE BIANCA. “AL MOMENTO NESSUNA GUERRA DA COMBATTERE”/FOTO E INTERVISTE

In breve: Roberto Ravera: "Quello che potrebbe succedere è che un cooperante come me o uno che ha un origine in quei Paesi e che va a visitare i parenti, possa tornare con una malattia. Ma ricordiamoci che abbiamo gli strumenti per fronteggiare l'eventuale malattia"

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Si è tenuto ieri sera, lunedì 3 novembre, presso il Centro Culturale Polivalente di Piazza Duomo a Porto Maurizio, l’incontro informativo “Virus Ebola” organizzato dalla Croce Bianca di Imperia, con il patrocinio dell’Asl. Relatori dell’incontro il dott. Giancarlo Abregal, Responsabile 118 Asl Imperiese, il dott. Giuseppe Ferrera, Direttore Malattie Infettive Asl 1 Imperiese, e Roberto Ravera, Direttore Psicologia Asl 1 Imperiese.

LE INTERVISTE DI IMPERIAPOST

GIANCARLO ABREGAL

“Per quanto riguarda l’aspetto relativo ai primi soccorsi e agli interventi a domicilio, è stato illustrato prevalentemente il pericolo di trasformare quella che per il momento è solo una paura di una malattia in una malattia. In Italia non ci sono casi documentati di infezione da virus ebola, quindi dobbiamo prepararci, ma al momento non abbiamo ancora una guerra da combattere. Impariamo dunque i dispositivi per imparare a proteggerci da questa malattia e le procedure per avvicinarsi ai pazienti, pazienti solo sospetti, perché casi documentati non ce ne sono. Noi stiamo mettendo a punto le procedure sia per il paziente con il sospetto di malattia che con malattia accertata“.

https://www.youtube.com/watch?v=Ob7A8LDQa-Q&feature=youtu.be

GIUSEPPE FERREA

“La premessa doverosa è che si spera che questo problema non ci sia. Seconda cosa da dire è che noi siamo in condizione di affrontare qualche caso raro che potrebbe capitare, sopratutto per quel che riguarda persone che possono aver avuto un contatto e devono rimanere in osservazione. L’osservazione stessa prevede una serie di misure di isolamento estremamente rigorose. Noi come reparto di malattie infettive, ogni mercoledì facciamo le prove per gestire questi pazienti. È necessario che la persona che si rivolge o al reparto di medicina generale, o al 118, o al Pronto Soccorso, provenga da quei tre Paesi, la Liberia, la Sierra Leone e la Guinea, che hanno l’infezione nel loro territorio, dopo di che deve avere i sintomi. In questo caso noi, o a casa, o al Pronto Soccorso, andiamo a prendere il paziente in maniera adeguata per portarlo in Ospedale”.

https://www.youtube.com/watch?v=4FnwbtaV8hU&feature=youtu.be

ROBERTO RAVERA

Quella di ebola è una epidemia che riguarda attualmente l’Africa, quindi attualmente la sofferenza ce l’hanno loro, e ritengo che sarebbe giusto cercare di prevenire eventuali casi di ebola che potrebbero arrivare in Italia, di sicuro non certo con i barconi, per le ragioni che sono già state ampiamente dette, ovvero che non è letteralmente possibile che qualcuno arrivi ciondolante fino a qua. Caso mai quello che potrebbe succedere è che un cooperante come me o semplicemente uno che ha un origine in quei Paesi e che va a visitare i parenti, possa tornare con una malattia. Ma ricordiamoci che noi abbiamo tutti gli strumenti per fronteggiare l’eventuale malattia che, di sicuro, non sfocerebbe in quella che si può ritenere un’epidemia, cosa che invece succede in Africa dove le persone non hanno condizioni igieniche, un sistema sanitario sufficiente e un welfare, quindi la loro realtà è totalmente diversa dalla nostra ed è per questo che il virus si sta diffondendo così rapidamente. La diffusione riguarda la Guinea, la Sierra Leone e la Libera, che sono tre Paesi che hanno per loro natura frequenti contatti di scambi sia dal punto di vista personale che commerciale. Si può dire che è la prima volta che l’ebola si espande in modo epidemico nella modernità, anche se africana, ma sempre modernità, perché la gente si sposta, gira, con più rapidità, e quindi il virus agisce indisturbato attraverso i veicoli delle persone che si spostano. Naturalmente è difficile fronteggiare una situazione di questo tipo, perché la maggior parte della gente neanche sa che cosa è un virus ed è per questo che la mia organizzazione giù in Sierra Leone, che non si occupa di malati di ebola, ma di prevenzione, sta facendo prevenzione nei villaggi. Spieghiamo alle persone come possono difendersi dal virus, quali sono i rischi, e poi agiamo di concerto all’assistenza di tutte le persone che hanno avuto una sofferenza legata all’ebola, sopratutto i bambini, che non dimentichiamoci sono le vittime non solo di eventuale decessi, ma che più facilmente rimangono orfani“.

https://www.youtube.com/watch?v=SXBdXvI9r9A&feature=youtu.be

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SERVIZIO DI ALESSANDRO DEL VENTO

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