26 Dicembre 2024 16:17

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IMPERIA. OLIOLIVA 2014. LE CONCLUSIONI DEL FORUM: COSTITUIRE UN BRAND PER VALORIZZARE LA DIETA MEDITERRANEA

In breve: “Quello che è emerso dalla quarta edizione del Forum Dieta Mediterranea – ha commentato Enrico Lupi, Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio di Re.C.O.Med, – ci impone di fare una riflessione attenta su come valorizzare questo modello al di fuori del Mediterraneo"

Tom Mueller con Enrico Lupi al Forum Dieta Mediterranea di Imperia(1)

Diffondere un messaggio che evidenzi le virtù di questo stile di vita anche al di fuori dei suoi confini tradizionali, fare della Dieta Mediterranea un brand che ne consolidi i valori unici al mondo e ne consenta la valorizzazione economica sui mercati del largo consumo alimentare ma anche quelli del turismo, affinché possano fare da traino a prodotti, imprese e territori di origine facendo leva sulla visibilità internazionale offerta dall’Expo 2015.

Questi i princìpi che si sono affermati nei quattro giorni del Forum Dieta Mediterranea a Imperia, con tredici paesi aderenti a Re.C.O.Med, la Rete Mediterranea delle Città dell’Olio, che si sono seduti attorno a un tavolo per delineare le priorità da sviluppare e da presentare nell’evento che l’anno prossimo si trasferirà – solo temporaneamente – a Milano, al Padiglione Italia dell’Expo.

“Quello che è emerso dalla quarta edizione del Forum Dieta Mediterranea – ha commentato Enrico Lupi, Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio di Re.C.O.Med, ci impone di fare una riflessione attenta su come valorizzare questo modello al di fuori del Mediterraneo. Diffondere nel mondo il messaggio che questo stile di vita sano ed equilibrato può portare benefici alla salute, può trasformarsi in una opportunità importante di sviluppo per i paesi che ne fanno parte, soprattutto in termini economici. Investire sulla comunicazione e sulla cultura del cibo vuol dire difendere la salute e salvaguardare il paesaggio e il territorio, è importante far giungere al consumatore messaggi positivi e il primo passo da compiere per rendersi riconoscibili è senz’altro quello di creare un brand in cui concentrare i princìpi della Dieta Mediterranea e dialogare con le imprese. Così come è importante investire nella tutela del paesaggio – ha aggiunto –  ciò che è accaduto nei giorni scorsi in Liguria è la diretta conseguenza dell’incuria in cui si trovano molti terreni agricoli abbandonati perché poco produttivi e poco redditizi. L’Italia è il paese dell’extravergine per eccellenza e dobbiamo fare il possibile affinché il messaggio che arriva al consumatore, dentro e fuori i confini del Mediterraneo, sia quello di veder valorizzati e premiati gli olii artigianali di alta qualità e chi li produce”.

La comune intenzione dei paesi aderenti a Re.CO.Med di costituire un marchio che renda questo stile di vita immediatamente riconoscibile e rappresenti la modalità più sofisticata per competere e offrire nove opportunità di sviluppo non solo economico ma anche nel turismo, è la risposta più convincente che il Forum ha fornito con i lavori delle quattro sessioni, Economia, Medicina e Salute, Educazione alimentare e Cultura e Comunicazione. Lavori che aprono ad un confronto ed offrono risposte alla provocazione sollevata dal giornalista e scrittore americano – ligure di adozione – Tom Mueller che, presente durante la sessione dedicata alla comunicazione, ha portato l’attenzione su come l’immagine del nostro extravergine, tra i migliori al mondo, venga sempre più spesso offuscata da messaggi sbagliati veicolati da chi, cercando di comunicare il cibo, fornisce notizie di un certo tipo, spesso percepite dal lettore nella sua accezione più negativa: “Com’è possibile – ha chiosato – che un ingrediente principe della Dieta Mediterranea, uno dei cibi più salubri e deliziosi del mondo, possa essere il bersaglio di tanti dubbi, sospetti e denunce?  Come mai la sopravvivenza stessa degli oli artigianali di grande qualità è minacciata, in Italia ed altrove, da oli non garantiti, come se il nostralino più acerbo mettesse fuorigioco i gran cru della Toscana e del Piemonte? La risposta è una sola: a causa di un modello di “politica agricola”datato anni ‘50 che premia l’industria e sacrifica i veri artisti dell’agricoltura.  A causa di un cinismo economico – ha aggiunto – che premia il basso prezzo ed i grossi volumi piuttosto che la vera qualità, e che mette a repentaglio non solo la produzione italiana di olio d’oliva eccellente, ma anche le altre eccellenze della cucina italiana, e con ciò, mette a rischio addirittura il primato dell’Italia all’interno della stessa Dieta Mediterranea”.

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