Si è chiuso con una condanna in primo grado a 2 anni e 8 mesi di reclusione (l’accusa è tentate lesioni gravissime) e 20 mila euro di risarcimento danni, il processo a carico di Gennaro Agliano, l’ex ambulante di 77 anni, attualmente agli arresti domiciliari, che nel gennaio scorso tentò di far fuoco all’agenzia Tecnocasa di via XXV Aprile a Imperia e a uno dei due dipendenti, Corrado Greco.
Il PM aveva chiesto 3 anni di reclusione, la parte civile, Corrado Greco, rappresentato dall’avvocato Riva, un risarcimento danni pari a 25 mila euro, la difesa, rappresentata dall’avvocato Ambrogio Viale, il minimo della pena e le attenuanti generiche.
REQUISITORIA PM
“Agliano si presenta una prima volta presso l’ufficio Tecnocasa chiedendo di parlare con Corrado Greco che, però, è impegnato. Agliano, che aveva annunciato di voler ritornare, torna una seconda volta con due bottiglie di benzina e un accendino. Versa una parte del contenuto sulla vetrina dell’agenzia per cercare di dar fuoco. A quel punto c’è l’intervento di Greco che si dirige verso Agliano, insieme al proprio collega, per impedire che si compia un fatto gravissimo che potrebbe danneggiare non solo l’agenzia, ma anche lo stesso Greco. Una parte della benzina, infatti, viene spruzzata anche sul viso di Greco che, infatti, nelle settimane successive, come confermato dai referti medici, avrà problemi alla vista.
Greco e il collega fermano Agliano, disarmandolo dell’accendino ed evitando il peggio. Dalle testimonianze sono emersi contrasti da Agliano e Greco per la vendita di un appartamento. In un primo momento la vendita di una casa di proprietà della convivente di Agliano viene affidata all’agenzia Tecnocasa. Casa successivamente ceduta dalla famiglia Agliano con altra agenzia. La discussione nasce in relazione al compenso da destinare a Greco per il lavoro svolto. Questo è il fatto alla base dello stato d’animo di Agliano. Fatto per altro banale, che aggrava l’atto criminoso di Agliano. Se fosse riuscito nel suo intento Agliano avrebbe danneggiato il viso di Greco per sempre, con uno sfregio permanente. Chiedo dunque una condanna a 3 anni di reclusione“.
PARTE CIVILE Corrado Greco – Avvocato Riva
“Dissento dalla ricostruzione del PM in quanto i fatti appaiono differenti in base a quanto emerso nell’istruttoria dibattimentale. Agliano si reca la mattina presso l’agenzia Tecnocasa dopo non essere riuscito a parlare con Corrado Greco. Torna dopo aver annunciato all’impiegato, collega di Greco, che sarebbe tornato intorno alle ore 12 per dare fuoco all’agenzia e di allontanarsi perché il suo obiettivo era solo Greco.
Quando Agliano arriva sul posto non spruzza benzina sull’agenzia, ma chiama fuori Corrado Greco e gli spruzza addosso del liquido all’altezza del viso e del petto. Gli stessi Carabinieri intervenuti sul posto per i rilievi hanno riferito che Greco aveva la camicia inzuppata di benzina. Solo nel momento in cui Greco si tira indietro Agliano spruzza il liquido infiammabile sulla vetrina. A quel punto esce il collega di Greco che interviene per cercare di fermare Agliano che, per tutta risposta, lo morde. Alla fine è Greco a disarmare Agliano dell’accendino. Per un caso fortuito, dunque, non non si è verificato un fatto gravissimo.
A mio modo di vedere il capo d’imputazione avrebbe dovuto essere tentato omicidio e non tentate lesione gravissime. La benzina spruzzata da Agliano ha creato problemi agli occhi a Greco e il fatto in se ha ovviamente avuto ripercussioni psicologiche.
Va detto, inoltre, che dopo la prima visita di Agliano con tanto di minacce, Greco chiama il figlio di Agliano per informarlo dell’accaduto, ma quest’ultimo non risulta abbia cercato di fermare il padre. Agliano, infine, non ha mai cercato di risarcire il danno e ha presentato le proprie scuse ufficialmente solo in assenza di Greco. Agliano è un soggetto socialmente pericoloso. È evaso per ben tre volte in dieci mesi di arresti domiciliari, ad aprile, ad agosto e a ottobre. Chiedo dunque un risarcimento danni pari a 25 mila euro“.
LA DIFESA – Avvocato Ambrogio Viale
“Gli eventi di questo procedimento sono accaduti innanzitutto sulla base di una menzogna di Greco. Quest’ultimo, infatti, si è fatto negare alla prima visita di Agliano pur essendo presente in ufficio e avendo lui stesso ammesso di aver sentio le minacce di Agliano. C’è poi una seconda menzogna. Greco ha si telefonato al figlio di Agliano dopo la prima visita, ma referendo solo che Agliano aveva ‘fatto parecchio rumore’ e non che minacciava di dare fuoco all’agenzia. Per questo motivo il figlio di Agliano non ha preso in seria considerazione la telefonata.
Venendo ai fatti. Agliano si presenta in agenzia. Greco esce fuori e con una certa veemenza respinge Agliano dicendogli di non passare più. Ritengo che se Greco avesse parlato con Agliano per farsi spiegare cosa stava succedendo, nulla sarebbe successo.
Per quanto concerne la vendita dell’appartamento, Agliano e la sua convivente diedero il mandato della vendita all’agenzia Tecnocasa, in particolare a Greco. Dalle testimonianze si evince che dopo due anni di trattative estenuanti, la casa non venne venduta. Anni in cui Greco entrò in confidenza con la famiglia Agliano, chiedendo di ridurre il prezzo dell’appartamento sino a raggiungere un valore inferiore a quello reale.
Il fatto è che è vero che Agliano ha venduto il proprio appartamento con un’altra agenzia, ma lo ha fatto quando non insistevano più vincoli contrattuali con Tecnocasa. Non era dunque giustificata la richiesta di penale avanzata da Greco. Al contrario, però, è da questo momento che nascono le richiesta pressanti da parte di Greco alla famiglia Agliano per avere i soldi per il lavoro svolto in due anni. Greco inizia a tempestare di telefonate Agliano padre e figlio, ma mai la convivente, proprietaria dell’immobile. Alle telefonate fanno poi seguito delle visite insistenti da parte di Greco a casa della famiglia Agliano fino ad arrivare a minacce e ingiurie. Alla fine è il figlio di Agliano ad intervenire per sedare la situazione, mettendosi d’accordo con Greco per un corrispettivo economico.
È un concatenarsi di questi eventi, le minacce, l’impossibilità di confrontarsi con Greco, che ha minato lo stato psicologico di Agliano che, quella mattina di gennaio del 2014, agì in uno stato d’ira.
Lo stesso Agliano si è scusato pubblicamente con Greco, nel corso di un’udienza. Si tratta di scuse messe a verbale. Nulla significa il fatto che Greco non fosse presente. In merito ai precedenti penali di Agliano, quest’ultimo ricevette una prima condanna nel 1980, l’ultima nel 1996. Da quella data sino al gennaio del 2014 non si registrano sentenze di condanna o procedimenti penali a carico di Agliano. I reati degli anni 80 e 90, inoltre, non sono della stessa indole di quello oggi in discussione.
Agliano non è una persona violenta, ne ora ne in passato. Il Carabiniere intervenuto sul posto per i rilievi ha confermato si che Agliano avesse due bottiglie di benzina, ma ha detto chiaramente che una di queste due bottiglie è stata trovata piena e la seconda piena solo a metà. Trattandosi di bottiglie da un litro e mezzo, Agliano ha sparso massimo 750 ml di benzina, per cui non si spiega come abbia fatto a spruzzare benzina sulla vetrina dell’agenzia, addosso a Greco e anche fuori dall’agenzia, sul marciapiede.
Chiedo che vengano riconosciute le attenuanti generiche e il minimo della pena. Chiedo anche la sospensione condizionale della pena con attività a favore della collettività. In caso contrario chiedo gli arresti domiciliari presso la propria abitazione con le stesse modalità attuali, ovvero con il permesso di uscire tre volte a settimana per le faccende domestiche con l’aggiunta di un ulteriore permesso per questioni di carattere sanitario viste le problematiche sanitarie dell’Agliano e, in particolare, della sua compagna, invalida al 100%”.