Imperia. Gli immigrati vengono in Italia, imparano un mestier, diventano magari ottimi muratori, carpentieri e operatori nel settore dell’edilizia, ma poi non trovano lavoro o vengono sottopagati e così decidono di andare altrove: Belgio, Germania o Turchia.
Ad Imperia circa il 45% degli impiegati nell’ediliza sono stranieri, immigrati in Italia da zone come Turchia, Albania, Marocco e hanno impiegato le loro forze proprio in questo settore. Un’area di lavoro fortemente indebolita che, solo negli ultimi due anni, dal 2013 al 2014, ha perso ben 23 imprese con un’ovvia cancellazione di circa 181 postidi lavoro.
“Tra gli stranieri che arrivano in Italia e a Imperia in questo caso – spiega Said Garjmi della CGIL – chi ha la cittadinanza cerca sempre di spostarsi verso il Belgio, la Germania o la Turchia dove la ripresa è molto forte e il pil è in grande crescita. In tutti questi paesi valorizzano la manovalanza e la capacità edilizie che queste persone hanno acquisito a Imperia e in Italia e noi invece perdiamo personale che potrebbe essere di grande aiuto per la ripresa del settore edile. Sono molti gli operai che, italiani e stranieri, solo negli ultimi due anni, vengono lasciati a casa dalle ditte perchè il settore è in crisi o devono accontentarsi di uno stipendio misero”.
Parole che i rappresentati della CGIL e della UIL durante la conferenza stampa di ieri hanno sottolineato con grande importanza proprio per evidenziare come sia necessaria una ripresa: “Non diciamo di cementificare – ha spiegato Pietro Lai della UIL – ma ci sono tanti lavori di riqualifica o anche di semplice pulizia dei torrenti che sono necessari e andrebbero fatti. Puntiamo su quello”.