Imperia. “Disegno da vent’anni e ho sperimentato diverse tecniche fino a quando non sono approdato a questa che è quella definitiva e l’adoro” inizia così a raccontare la sua mostra all’Arci Camalli Vincenzo Staglianò giovane artista ormai affermato e acclamato nel panorama artistico imperiese e non solo.
” Il mio modo di fare arte è un mezzo per veicolare quelle che sono le mie passioni ossia la musica e il cinema che credo arricchiscano la vita di tutti e non fanno sentire sole le persone. Da qui poi è nata l’idea del mito. Prima dipingevo star di nicchia, poi sono approdato a icone più famose e conosciute, ma che comunque veicolano un messaggio contrariamente ai miti che ci vengono imposti dai media oggi con il solo fine poi di vendere una moda”
Vincenzo ci racconta poi a chi si è ispirato: “Amo molto i graffiti e amo molto Bansky, poi mi sono chiaramente ispirato anche a Mimmo Rotella, idolo della pop art italiana che, con il suo estro di prendere vecchi manifesti, strapparli e poi ricomporre con la sua arte le parti mancanti, è un vero genio. Per creare i miei quadri uso diverse tecniche: la base può essere una tela, ma anche carta, legno. Poi stendo l’acrilico, la colla, gli stencil e finisco il tutto con le bombolette”
“Bisogna riappropriarsi tramite l’arte del mito che si è inserito nella cultura personale di tutti e che veicola le passioni – spiega Vincenzo – Non perdo mai di vista il connubio tra arte e desiderio di mostrare ciò che conosco. Quando qualcuno vede un mio quadro e si ricorda qualcosa, una canzone o un momento particolare e ne parla con me sono felicissimo, è un fondamentale interscambio umano”.
Alla domanda quale è stato il quadro più difficile che ha realizzato Vincenzo ci pensa pochi attimi e poi risponde sicuro: “Più difficile è sicuramente Kill Bill, è stato complicato catturare nei suoi occhi la vendetta, e la violenza che però è un sentimento che alla fine vivi proprio con lei. Invece il quadro che mi piace di più è quello dei King Crimson, un gruppo che fa progressive rock; è un genere di nicchia, ma dovrebbe essere conosciuto dalle masse”.
“L’arte è in crisi – racconta Vincenzo – Anche in Italia non si investe abbastanza, ci sono pochi spazi, i Comuni dovrebbe investire nella ricerca di luoghi e di talenti, ci sono persone brave soffocate e io stesso sono emerso per fortuna. Manca una figura che veicoli gli artisti emergenti e poi credo che ogni città dovrebbe destinare uno spazio all’arte di strada perché è un mezzo di comunicazione molto forte”.
In conclusione Vincenzo ci parla di Imperia e del suo sogno nel cassetto: “Imperia alla fine dà delle buone risposte, con tutti i limiti che puoi avere con un posto che ha delle difficoltà di base. Un posto che adoro e che è per me un sogno è Parigi. Mi piacerebbe anche solo avere un banco come artista di strada a Montmartre. In Italia? il bacino si deve allargare, ma credo che Milano oggi investa parecchio in arte, potrebbe essere un buono spunto da cui partire”.
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