La Federazione del Partito della Rifondazione Comunista di Imperia ha tenuto in questi giorni il suo Comitato Politico Federale.
“In vista delle elezioni regionali previste nella primavera 2015, è stato votato all’unanimità il seguente documento.
Coerentemente con la manifestazione del 29 novembre, con lo sciopero del 12 dicembre e con quanto viene declinato dal Partito a livello nazionale attraverso i documenti del Comitato Politico Nazionale e le dichiarazioni del Segretario Nazionale Paolo Ferrero, riteniamo che, come sta avvenendo a livello nazionale, dove il nostro partito si oppone decisamente al governo Renzi di centro–destra (PD-NCD-Casini) e alle sue politiche tese ad un ennesimo attacco alle tutele del lavoro e allo stato sociale in un periodo di crescente povertà e di un drammatico aumento della disoccupazione, ormai oltre la soglia del 13%, sia indispensabile, anche a livello regionale, assumere una posizione di netta alternativa.
Anche in questo caso, scontiamo un certo ritardo nel lanciare la nostra proposta politica. Essa si fonda alcuni punti per noi irrinunciabili nel segno di una vera alternativa, sempre più urgente dopo il compimento di quella“mutazione genetica” (per dirla col nostro segretario nazionale Ferrero) che ha trasformato definitivamente ciò che restava del più importante partito comunista dell’occidente in una organizzazione “altra”, del tutto impossibilitata a difendere gli interessi della classe operaia e dei lavoratori e perfettamente coerente agli interessi del capitale e della finanza nazionale ed internazionale. Non possiamo più continuare ad augurarci il “meno peggio”, come è stato fatto 5 anni fa, in cambio di una ipotetica rappresentanza in consiglio regionale; in quello in scadenza avevamo, si, eletto due consiglieri che, tuttavia, pur nella gestione condivisibile di alcune vertenze di lavoro (Agnesi, cantieristica navale a Genova e nel Levante) ed il mantenimento della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia, (dovuti principalmente all’intraprendenza dell’Assessore Vesco), hanno condotto un’attività politica in quasi completo scollamento col partito, abbandonandolo di fatto come riferimento politico, uno di loro essendo confluito a pieno titolo in Sinistra Ecologia e Libertà, e l’altro non tesserandosi al PRC, cioè di fatto disconoscendosene l’appartenenza.
Registriamo, per contro, nel governo della Regione, una serie di criticità e preoccupanti gravissimi arretramenti, quali:
– Sanità: Ricordiamo che la spesa sanitaria in Liguria investe circa i tre quarti del bilancio regionale. 2 anni fa veniva ratificata dalla giunta regionale una riorganizzazione sanitaria avanzata dai direttori generali delle ASL e neanche discussa in consiglio regionale. Oltre 800 posti letto in meno, declassamento di 6 Pronti Soccorsi a Posti di Primo Intervento, chiusura di reparti, chiusura dei Day Hospital diagnostici, ecc a fronte di sole promesse (dopo 2 anni NON mantenute) di potenziamento del territorio, della medicina preventiva e della riabilitazione post acuzie. Intanto le fughe di pazienti fuori regione aumentano per un costo di alcune decine di milioni di euro l’anno e aumenteranno ulteriormente dopo il DL 38 del 4/3/2014 sulla sanità transfrontaliera;
– Infrastrutture e viabilità: Gronda di ponente e Terzo Valico, opere molto costose non prioritarie e fortemente impattanti sul territorio;
– Trasporto Pubblico: problema irrisolto e aggravato in tutto il territorio, anzi, in deficit e con riduzione dei servizi, con il rischio (in alcuni casi già attuato) che l’entroterra ligure rimanga tagliato fuori; riduzione del numero di treni ed estremo ritardo nel raddoppio ferroviario S. Lorenzo –Finale Ligure;
– Porti: proliferazione di porti turistici a forte impatto costiero (Imperia, Ospedaletti e Ventimiglia per citare solo quelli più vicini a noi);
Dissesto Idrogeologico: scarso intervento su salvaguardia del territorio, cementificazione e consumo di suolo dissennato, con scopi ben dubbi, come risulta anche da diverse inchieste;
– Ambiente: mancato superamento della produzione di energia almeno a partire dal carbone (Centrale di Vado, Genova e La Spezia ) e scarso investimento nell’energia pulita rinnovabile. Inefficienza del sistema di depurazione delle acque reflue
La candidatura Cofferati, di cui molto si parla come ipotesi “di sinistra” ha esattamente l’aria dell’ipocrita utilizzo di un nome che, a molti, ricorda quella (ultima) mobilitazione operaia e di massa che fu “Il circo Massimo” del 23 marzo 2002 ed evoca la difesa dell’art. 18. Ora, anche ai meno avveduti, è del tutto chiaro che il Partito Democratico, e lo stesso Cofferati, nulla hanno più a che vedere con la classe operaia e con le piccole ma significative conquiste faticosamente e dolorosamente ottenute in decenni di lotte, fra cui, appunto, l’art. 18.
Quest’operazione, squallida politicamente in quanto consapevolmente ingannevole, esplicita, se ancora ce ne fosse bisogno, il ruolo che il P.D. si è assunto di convincere gli elettori che le peggiori scelte neoliberiste sono “di sinistra”. Ed il balletto delle parti che i media ben addomesticati continuano a mostrarci, di un partito democratico percorso da idee diverse ma costruttive e responsabili (Civati, Cuperlo,…) è, appunto, un’operazione elettoralistica di bassa lega che, in assenza di una chiara alternativa di Sinistra, richiamerà all’ultimo momento anche molti “scontenti” di Renzi in quel contenitore reazionario che è il Partito Democratico.
Anche dal ponente e dalla nostra Provincia, il “ritorno in campo”, direttamente od indirettamente a fianco del P.D., di personaggi politici legati a doppio filo alla speculazione edilizio-finanziaria ed allo sfascio territoriale dei porti turistici e della cementificazione sulle ceneri delle attività produttive né è la prova provata, sia che si tratti del sindaco di Savona Berruti come dell’ex assessore all’urbanistica del Comune di Imperia Lanteri.
Diciamo NO all’austerità ed ai tagli alla spesa pubblica, Diciamo SÌ al rilancio degli investimenti per un nuovo modello di società ed economia.
Noi vogliamo che la nostra Regione torni a coltivare i valori della solidarietà e dell’inclusione sociale, rafforzi il sistema di welfare e gestisca i beni comuni in forma pubblica e partecipata; che investa su una conversione ecologica e pacifista dell’economia per contrastare la precarietà; che difenda il lavoro e crei nuova occupazione di qualità, che lavori per una nuova società realmente solidale anche con l’introduzione del reddito minimo garantito.
Diciamo SÌ alla difesa di ambiente e salute; alla salvaguardia del territorio e del patrimonio artistico-culturale; ad una gestione dei rifiuti “in house” tesa ad una differenziata spinta dei rifiuti solidi urbani che punti al loro riutilizzo nell’ottica dell’obiettivo rifiuti zero rifiutando ogni compromesso con inceneritori o termovalorizzatori; alla ricerca scientifica; all’innovazione tecnologica e la formazione per sostenere e qualificare il sistema delle imprese locali.
A tal proposito è per noi prioritario l’impegno per la realizzazione e messa in operatività di tutti i depuratori della Regione, per la cui inefficienza la regione rischia di essere sanzionata, entro il 2016, dall’Unione Europea, per 18 milioni di € (circa undici euro per ogni cittadino ligure). Mentre la stessa UE accusa la Regione Liguria, di non aver mai utilizzato 2 miliardi di € di fondi europei, a fronte di emergenze territoriali e socio-economiche sotto gli occhi di tutti.
Diciamo NO allo sfruttamento commerciale delle aree naturali e del patrimonio boschivo.
Diciamo SÌ al sostegno all’economia agricola naturale e biologica, al fiorire di aziende agricole-turistiche, alla difesa dei boschi, ad uno sviluppo turistico consapevole e rispettoso del territorio, al rispetto della normativa sulla caccia.
Un impegno reale ed imprescindibile per la concretizzazione nei vari ambiti dell’esito referendario sull’acqua pubblica.
Un piano di investimento per la ristrutturazione del patrimonio pubblico (case popolari per l’emergenza abitativa, scuole, ospedali, ecc.) invece di sprecare denaro pubblico per opere molto costose e poco utili.
Una regione che, consapevole dell’attacco agli spazi democratici, promuova forme di partecipazione reali e spazi sociali.
A tal proposito, vogliamo mettere in atto un protocollo d’intesa con i vari consigli dell’Ordine degli Avvocati di tutta la Liguria affinché possiamo attuare “l’applicazione della pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità prestato gratuitamente”, al fine di impiegare forza lavoro in ambiti pubblici, ad esempio: pulizia degli alvei, pulizia delle strada provinciali, considerando il dissesto idrogeologico della nostra Regione.
Una regione che, considerando l’istruzione un diritto e non un servizio a pagamento, desideri valorizzare l’istruzione e la cultura, e pertanto ne promuova il libero accesso, anche attraverso il potenziamento della connettività Internet quale strumento per il rilancio dell’entroterra, senza fantomatiche reti ad alta frequenza, fonte di inquinamento elettromagnetico, ma con la posa di fibre ottiche in tutte le vallate che ne sono sprovviste, per colmare il digital divide e far sì che chi non abita sulla costa non rimanga un cittadino di serie B.
Che creda nella laicità e nel multiculturalismo.
Che lotti contro ogni guerra “umanitaria”.
Su questa base programmatica crediamo che il nostro partito, con il nostro simbolo del lavoro, debba fare una proposta politica forte rivolta ai cittadini, alle associazioni, ai movimenti e alle altre forze politiche veramente progressiste e di segno alternativo”