Il movimento civico La Svolta ha preso posizione in merito alle ultime vicissitudini relative al pastificio Agnesi, che rischia di chiudere i battenti e di lasciare a casa centinaia di lavoratori.
“Negli ultimi decenni sindacati e partiti hanno fatto a gara nel creare le premesse per far fuggire dalla Liguria l’azienda. Ogni proposta della proprietà dell’azienda che si è susseguita nel tempo è stata sistematicamente boicottata o bocciata dalle Amministrazioni dell’epoca e/o dai sindacati: lo spostamento sulla SS28 per attutire i disagi logistici, l’ampliamento con copertura dell’Impero per risolvere le inefficienze dello stabilimento con anacronistico sviluppo “verticale”, la valorizzazione delle proprietà aziendali, ecc. ecc.
E ora ci si meraviglia? Tutte le chiacchiere del centro destra stanno a zero, ma consentiteci alcune brevi considerazioni sulla situazione odierna
– Se l’Agnesi deciderà di rimanere in Liguria non sarà certo merito delle “mobilitazioni” sindacali (cosa gliene importa alla proprietà? Nulla. Che influenza hanno sulle scelte della proprietà? Nessuna), ne tantomeno merito delle chiacchiere e vane minacce della politica nostrana, genovese e romana (ridicole quanto inefficaci).
– Il comportamento dei partiti tutti è semplicemente disgustoso. Cercare di cavalcare il dramma delle tante famiglie a rischio di perdere la propria fonte di sostentamento (a volte unica fonte) per ricavarne voti, ben sapendo d’essere loro una tra le prime cause (se non la prima) del problema e ben consci della assoluta inutilità del proprio gracidare, come rane nello stagno, è nauseante ancora prima che indegno.
– La residua speranza che l’Agnesi resti in zona (cosa che tutti gli imperiesi, noi per primi, auspicano con tutto il cuore) è legata agli studi di marketing. Pare infatti che la società di fiducia della proprietà abbia appurato che il rilancio del marchio con incremento del fatturato sia possibile solo se il marchio della pasta resta legato al territorio ligure (ligure, si badi bene, non necessariamente imperiese, purtroppo).
– la strada che sta percorrendo il nostro sindaco, Carlo Capacci, quella cioè di una trattativa che vede lui in prima persona quale diretto interlocutore, è l’unico serio e saggio tentativo che la politica può percorrere per cercare di tamponare i vergognosi errori del passato, per cercare di valorizzare ciò che la nostra comunità può mettere sul piatto della bilancia nel tentativo di convincere la proprietà Agnesi a mantenere lo stabilimento nell’imperiese.
– il balletto inscenato da Imperia Bene Comune e PD con la richiesta di convocazione di un consiglio comunale monotematico (perfettamente inutile, sprecando per l’ennesima volta i soldi dei contribuenti che il consiglio comunale costa) poi ritirata dai secondi ma mantenuta dai primi, salvo ritirarla anche questi ultimi non appena scoperto che SEL e Liguria Cambia saranno alleati (forse sarebbe meglio dire “complici”) nell’assalto alla diligenza, pardon alle poltrone della Regione (che, com’è noto, il “posto” da assessore regionale è strapagato e dà diritto a pensioni vergognose quanto ingiuste). Come sempre i partiti a tutto pensano meno che al vero interesse dei cittadini e come sempre tentano di risolvere le cose a loro favore raccontando balle. Cari amici politici il 64% di astensione alle elezioni in Emilia Romagna davvero per voi non significa nulla?”.”