È partita dalle segnalazioni di genitori preoccupati per la sorte dei propri figli un’inchiesta della Procura della Repubblica di Imperia che indaga su atteggiamenti autolesionisti di ragazzi tra i 12 e i 13 anni. L’inchiesta, a carico di ignoti e che contesta il reato di lesioni, aggravate dalla minore età delle vittime, è stata affidata alla Polizia Postale dell’Ispettore Ivan Bracco e mira a far luce su minori che, su richiesta di veri e propri “istigatori”, si tagliuzzano polsi, avambracci e cosce “perché fa sentire meglio“.
LaPolposte lavora sul caso da alcuni giorni e dalle prime risultanze dell’inchiesta è emerso che i contatti tra le vittime e gli “istigatori” avvengono su WhatsApp (app di messaggistica istantanea) e Instagram (app che consente di condividere fotto e video), sempre con lo stesso modus operandi. La conversazione inizialmente si concentra sui disagi della vittima. Successivamente, appena quest’ultima si apre per sfogare il proprio malessere, scatta la richiesta di autolesionismo perché appunto “fa sentire meglio“. Al termine “l’istigatore” chiede alla vittima di cancellare la conversazione e il numero di telefono, così da risultare irrintracciabile.
Un’istigazione pericolosissima, che ha subito allarmato i genitori e gli investigatori, preoccupati che qualche giovane possa arrivare anche a compiere un gesto estremo. Le vittime, infatti, vengono “scelte” dagli “istigatori” tra coloro che manifestano sui social network e più in generale su internet un proprio disagio, postando frasi eloquenti che traducono in parole la sensazione di malessere.