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IMPERIA. SCIOPERO GENERALE DEL 12 DICEMBRE. ANCHE L’UGL E’ SCESA IN PIAZZA: “MISURE SENZA LOGICA SERIA”

In breve: Anche l’UGL ha proclamato lo sciopero generale del 12 dicembre u.s., insieme ad altre organizzazioni per manifestare al disagio sociale che i provvedimenti del Governo Renzi, dalla Legge di Stabilità al Job Act

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Imperia, 15 dicembre 2014 – Anche l’UGL ha proclamato lo sciopero generale del 12 dicembre u.s., insieme ad altre organizzazioni per manifestare al disagio sociale che i provvedimenti del Governo Renzi, dalla Legge di Stabilità al Job Act, sta ulteriormente incrementando a danno di lavoratori e pensionati, di oggi e di domani, precari, disoccupati e famiglie.

Non si intravede alcuna logica seria in queste misure -afferma Stefano La Rosa, segretario generale imperiese UGL – Se non una prettamente elettorale o demagogica, la stessa che ha ispirato il Jobs Act, nel quale infatti coesistono una presunta universalizzazione degli ammortizzatori sociali, senza le risorse sufficienti per finanziarli, e il via libera ai licenziamenti economici. Nella Legge di Stabilità c’è veramente di tutto, come nel “Mercante in Fiera” e non può passare sotto silenzio un attacco così pesante a diritti e tutele che non hanno alcun colore. L’Ugl vuole ribadire che occupazione e crescita non si fanno a discapito dei lavoratori e soprattutto non si fanno facilitando i licenziamenti. Pertanto, -conclude La Rosa-,  vista la ragione sociale di ogni sindacato, alimentare una pericolosa disgregazione sociale, innescata peraltro dall’allora sindaco Matteo Renzi con la sua campagna di rottamazione non serve a nessuno”

La posizione ufficiale dell’UGL è la seguente:

–         SI alla tutela dell’artico 18 perché la riforma del lavoro ha il solo obiettivo di rendere più precario il nostro Paese;

–         NO alla precarietà dove il Governo vuole cambiare le norme sul demansionamento e sui controlli a distanza;

–         SI al CCNL del Pubblico Impiego perché i dipendenti pubblici, già vittime di una vergognosa campagna denigratoria, continuano a pagare un altissimo contributo a causa del mancato rinnovo dei contratti collettivi di lavoro e dove su uno stipendio medio di 25.000 euro la perdita del potere d’acquisto è di quasi 3.000 euro annui ed è impossibile arrivare alla quarta settimana;

–         NO al TFR in busta paga perché è un’operazione pericolosa abusando del momento di difficoltà di lavoratori e lavoratrici e si mette una seria e costosa ipoteca sul futuro previdenziale degli stessi;

–         SI alle risorse per i Pensionati perché di parla troppo delle cosiddette pensioni d’oro ma nulla si dice sulle migliaia di pensionati che dopo una vita di duro lavoro non riescono a tirare avanti in maniera dignitosa.

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