Duro intervento di Antonello Ranise (FI) a favore del coordinatore provinciale del partito Marco Scajola, oggetto di una mozione di sfiducia da parte di 24 iscritti al partito.
“Ho l’abitudine di parlare chiaro – scrive Ranise – e in modo non equivoco. Rispetto le posizioni di ognuno, ma oggi, leggendo la notizia della lettera di sfiducia nei confronti del coordinatore provinciale, che diversi amministratori ed ex amministratori di FI avrebbero indirizzato al coordinatore regionale del partito, sono rimasto letteralmente trasecolato. E amareggiato. Non conosco nel dettaglio il caso, (oltretutto ero fuori città), ma come coordinatore cittadino di FI, e amico di lunga data di Marco Scajola, reputo un tale comportamento, se corrispondente al vero, irresponsabile e autolesionista, oltre che profondamente scorretto. Un partito in crisi di consenso e di identità, con gravi problemi e carenze a livello anzitutto nazionale e regionale, dovrebbe non solo difendere, ma supportare in ogni modo il lavoro paziente e costante che Marco Scajola svolge come consigliere in Regione, dove indubitabilmente, con il massimo impegno e abnegazione, ha difeso la nostra terra, schiacciata ed emarginata da una politica di sinistra tutta Genova-centrica.
A livello locale, voglio testimoniare la sua opera costante di mediazione, di ascolto e di organizzazione in un contesto politico difficilissimo e talora drammatico. Non solo rinnovo a Marco tutta la mia fiducia e la mia stima, ma invito tutti ad una maggiore razionalità e a un maggiore impegno all’interno del partito, sede dove deve avvenire il confronto, ed eventualmente anche il dissenso, duro se il caso, ma sempre corretto, onesto e leale. L’alternativa è una deriva di squallido sciacallaggio politico, miope ed irrazionale. Imputare poi al coordinatore provinciale le recenti sconfitte elettorali, con un partito che a livello nazionale e regionale (specie nel genovese) via intorno al 10%, fa dubitare della lucidità e della buona fede si fa promotore di tali iniziative. Sarebbe il momento di non anteporre il proprio piccolo tornaconto per il bene del partito e di chi ancora ci crede. Sarebbe il momento, una buona volta, di rimboccarsi le maniche e remare tutti in un’unica direzione. Chi non lo fa se ne assuma per intero la responsabilità”.