25 Dicembre 2024 02:37

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IMPERIA. PRESSIONI SU UNA 23ENNE PER RITIRARE L`ACCUSA DI ABUSI SESSUALI. A PROCESSO UN 53ENNE:”QUESTA VICENDA L’HO PAGATA CON LA SALUTE”/ L’UDIENZA

In breve: Nella giornata di oggi, alla presenza del giudice Varalli si è parlato delle pressioni che l'uomo avrebbe fatto nei confronti di A.M. per ritirare la denuncia di abusi sessuali

Tribunale di Imperia

Imperia. Si è svolta questa mattina l’udienza che vede imputato un 53enne, accusato precedentemente di palpeggiamento nei confronti di una ragazza, L.G., a seguito della denuncia presentata da quest’ultima insieme ad un’amica A.M.

Nella giornata di oggi, alla presenza del giudice Varalli si è però parlato delle pressioni che l’uomo avrebbe fatto nei confronti di A.M. per ritirare la denuncia e che gli costarono diversi mesi di arresti domiciliari nel 2013.

La ragazza ha raccontato al giudice che l’uomo l’avrebbe istigata a ritirare la denuncia nei suoi riguardi dicendole che in caso contrario avrebbe rischiato al galera: “Mi sono spaventata – ha detto la giovane – Non ho fatto niente, ho detto solo la verità. Siamo andati dai Carabinieri dopo aver parlato con lui, mi ricordo poco perchè ho avuto uno stato d’ansia molto forte, sono andata nel panico. Sono andata lì per ritirare la denuncia perché lui mi aveva convinto e mi aveva detto che mi avrebbe denunciato per diffamazione e calunnia, che avrei fatto dieci anni di galera“.Dopo la testimonianza della ragazza, ha parlato anche la madre della giovane: “Mi hanno chiamato i Carabinieri il 5 marzo 2013. Il maresciallo Marengo mi ha detto di non spaventarmi. Siamo andati con mio marito subito in caserma e ci ha spiegato che mia figlia voleva ritirare la denuncia. L’uomo, la sera prima, era venuto sotto casa mia, era nervoso, sventolava dei fogli, poi ha chiesto di mia figlia, però non capivo perché lui sapeva dove abitavamo e poi parlava di una certa ragazza. Noi gli abbiamo detto che avremmo chiamato mia figlia, le abbiamo spiegato e lei ci ha detto cosa era successo l’anno prima: questa amica L.G. aveva subito avances, ma pensavamo fosse storia chiusa. Il giorno dopo in caserma mia figlia piangeva, era agitata perché era andata dall’uomo per chiarire  e lui le aveva detto che doveva ritrattare la denuncia e che se no ritrattava sarebbe andata in galera“.
Dopo la testimonianza della madre sono stati chiamati a deporre anche il fidanzato e l’amica di A.M. Gli ultimi due coinvolti nel caso perchè avevano accompagnato A.M. a parlare con l’uomo nella sua attività.
Prende la parola l’imputato: “Questa vicenda mi pesa sulle spalle, l’ho pagata anche con la salute, oltre che con un furto e diversi disguidi. Avevo affittato la mia casa a L.G. e ho visto che nell’appartamento facevano cose non pulite insieme ad un rumeno, il suo fidanzato di allora. Lui picchiava la ragazza. Gli ho detto di andare via dall’appartamento e lei mi ha detto: “Ricordati che me la pagherai ben cara”. Dopo mi è arrivata una denuncia dove c’era scritto che io avevo portato questa ragazza a Moltedo, estratto una pistola puntandogliela e dicendo che doveva farmi toccare il seno. Dopo poco è arrivata anche la denuncia da parte dell’amica A.M. Le ho chiesto perché aveva detto queste cose non vere. Lei era preoccupata e ha detto che era la sua amica ad averla obbligata. Così le ho detto di andare dalle forze dell’ordine per ritirare la denuncia. Dopo qualche giorno mi hanno notificato gli arresti domiciliari, pensavo di essere su Scherzi a Parte. Due o tre mesi di arresti domiciliari, non le dico cosa ho sofferto, ho avuto anche problemi pesanti al cuore. Non ho mai commesso nessun errore“.

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