Imperia. Primo appuntamento del 2015 per la Stagione Teatrale al Teatro Cavour, quinto del calendario. Mercoledì 28 gennaio andrà in scena la commedia “Coppia aperta, quasi spalancata”. La rappresentazione, curata dal Teatro Belli di Antonio Salines, vedrà protagonisti, sul palco del teatro del capoluogo, lo stesso Antonio Salines e Francesca Bianco. La trama racconta di due coniugi alle prese con un matrimonio in piena crisi e che decidono di sperimentare la formula della “coppia aperta” per risolvere i problemi inerenti alla loro relazione. In realtà, la “coppia aperta” è un’invenzione del marito per giustificare le sue infedeltà di immaturo, vanaglorioso Don Giovanni, (con comico strazio della moglie ridotta a maldestri tentativi di suicidio). Infatti, fino a che di questa libertà ne fruisce il maschio va tutto bene, ma cosa succede quando anche la donna, superate le iniziali ritrosie, decide di prendersi la sua parte di libertà trovandosi un altro, bello, intelligente, docente universitario, ricercatore nucleare, innamorato di lei?
Un’ora e dieci di divertimento, per una sorta di vaudeville sulla liberalizzazione della vita coniugale degno del miglior Feydeau, il grande drammaturgo francese, considerato dopo Molière uno dei più grandi autori della commedia transalpina.
«Un spettacolo da non perdere – dichiara il dirigente alla Cultura Giuseppe Enrico. Questa commedia, scritta a inizio anni ottanta, da due “giganti” del teatro nazionale come Dario Fo e la compianta Franca Rame rappresenta un testo sempre attuale nonostante sia figlia di un’epoca in cui l’Italia, grazie ai movimenti di contestazione e soprattutto al contributo di quello femminista, cominciava a svincolarsi dal giogo clerico fascista, come aveva dimostrato l’approvazione delle leggi sul divorzio, l’aborto e l’annullamento del delitto d’onore. Commedia sempre attuale quindi? Sicuramente, perché come una buona parte della critica ha scritto di questa rappresentazione, anch’io penso che secoli di repressione e di machismo non spariscono al primo colpo di tosse. Se è vero che le lancette della storia non si possono portare indietro, è altrettanto vero che il testo è sempre contemporaneo e porta il pubblico, soprattutto quello maschile, a riconoscersi nel personaggio in scena e a dire: “Caspita, ma quello sono io».
Tra una risata e l’altra i temi di riflessione non mancano e bisogna anche avere il coraggio di ammettere che quel tentativo di coppia aperta, di “corna democratiche”, non è riuscito e in una buona parte è quasi sempre naufragato nell’ipocrisia. Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola: quella del maschio! Perché se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti ci sono le correnti d’aria!”.
«Una commedia che consente di avere nella nostra Città due splendidi artisti come Antonio Salines e Francesca Bianco – aggiunge l’Assessore alla Cultura Paolo Strescino. Salines, vanta un percorso importante, con trascorsi lavorativi assieme a un monumento del teatro italiano come Carmelo Bene. Francesca Bianco è eccezionale, capace di proporre un ritmo perfetto per lo sviluppo dello spettacolo ed è straordinaria nell’indossare i panni di un personaggio costruito per un’interprete dello spessore di Franca Rame, riuscendo a esprimere il proprio talento da palcoscenico al meglio affrancandosi dalla classica impostazione di grande attrice tipica della Rame».
Autorevole il pensiero del professor Eugenio Ripepi, coordinatore, tra l’altro delle attività culturali del Dams di Imperia. «Francesca Bianco era già stata ospite qualche anno fa a Imperia per una rassegna per il Dams di cui avevo la direzione artistica. Coppa aperta, quasi spalancata costituisce una sorta di trade union, con un’esibizione su un palco più ampio come quello del prestigioso Teatro Cavour. Per Antonio Salines, fondatore a Roma, nel 1963, con Maurizio Costanzo del primo cabaret, non servono presentazioni. Personalmente si tratta di una figura cui sono molto legato – continua Ripepi, visto che i miei inizia artistici sono stati proprio con lui. Sotto la sua regia, nel 1998, interpretai il principe Emone nell’Antigone di Sofocle con la traduzione di Roberto Lerici, padre di Carlo Emilio Lerici, da oltre vent’anni responsabile organizzativo del Teatro Belli di Roma, e regista di Coppia aperta, quasi spalancata. Ritengo importante – conclude Ripepi per Imperia conoscere questa realtà romana, perché il teatro Belli è tra i più coraggiosi anche nella scelta dei testi, un po’ in controtendenza rispetto al canovaccio classico in cui si tende, magari, un po’ ad adagiarsi».