5 Novembre 2024 13:17

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5 Novembre 2024 13:17

IMPERIA. PROCESSO FINANZIAMENTO ILLECITO A CLAUDIO SCAJOLA PER I LAVORI A VILLA NININA. L’ISPETTORE BRACCO:“NESSUN CONTRATTO TRA LE PARTI” / LA DEPOSIZIONE

In breve: "Da quello che abbiamo accertato, sia da documentazione che da testimonianze, rapporto tecnico tra la società e i committenti era seguito da Gianfranco Gaggero. Gaggero era la figura di collegamento tra la proprietà e la società".

collage scajola bracco

Imperia – È l’ispettore capo del compartimento della Polizia Postale di Imperia, Ivan Bracco, il primo teste chiamato dalla pubblica accusa nella prima udienza del processo a carico di Claudio Scajola e Ernesto Vento, imputati di finanziamento illecito nell’ambito dei lavori di ristrutturazione di Villa Ninina. Secondo la Procura il costo dei lavori di ristrutturazione della villa dell’On. Scajola eseguiti dalla società Ar.Co. srl, sarebbe superiore di circa 2 milioni di euro rispetto a quanto realmente dichiarato nella documentazione contabile dalle parti in causa (circa 1 milione e 500 mila euro, ndr).

LA DEPOSIZIONE DELL’ISPETTORE CAPO DELLA POSTALE IVAN BRACCO INTERROGATO DAL PM ALESSANDRO BOGLIOLO: 

“Questo procedimento nasce da un procedimento per abusi edilizi (reati edilizi ambientali) che ci hanno spinto a sviluppare attività su aspetti urbanistici relativi all’abitazione di Claudio Scajola. Le indagini sono state avvitate tra i mesi di ottobre-novembre 2012. Da un verifica degli atti del Comune di Imperia é stato accertato, in fase preliminare, che nel marzo del 2004 é stata avanzata una richiesta di ristrutturazione di una villa antica di proprietà della famiglia Scajola. Dopo di che, per problemi legati alla staticità dell’immobile, è stata avanzata una richiesta per la demolizione della villa e l’ampliamento della volumetria. Successivamente sono state avanzate richieste per lavori di adeguamento del terreno adiacente e anche per la costruzione nella zona limitrofa di un fabbricato da adibire a servizi di vigilanza. Una Fabbricato finanziato dal Ministero delle infrastrutture.

Abbiamo accertato che la ditta “Arco” ha eseguito i lavori presso l’abitazione di proprietà della famiglia Scajola dalla visione di atti del Comune di Imperia e da testimonianze.
Sia durante l’attività di acquisizione di documenti presso il Comune di Imperia, sia durante le perquisizioni e neppure dall’analisi dei supporti informatici di proprietà degli indagati, è stato trovato alcun documento che accertasse accordi tra i proprietari della villa e la società Arco. Nell’ambito delle attività di indagine è emerso che alcune ditte individuali hanno prestato opera come artigiani.

L’Arco è la società che ha gestito la costruzione, la demolizione, l’ampliamento, poi intorno hanno ruotato delle ditte individuali che hanno svolto lavori di carattere secondario.
Tra le ditte individuali figura la ditta Colagiovanni, adibita all’impiantistica idraulica.
I lavori non sono accompagnati da alcun contratto tra committente e ditta esecutrice dei lavori e da alcun capitolato d’appalto. Abbiamo perquisito tutti i soggetti, più perquisizioni informatiche, nulla.

Dal 2002 in poi sono state eseguite all’interno della villa altre opere, come parcheggi interrati e piscina esterna. Abbiamo trovato in Comune le autorizzazioni. Abbiamo accertato che l’impresa costruttrice era sempre la ditta Arco. Dell’impiantistica si era occupata la ditta Colagiovanni. Anche per questi lavori non esiste alcuna documentazione contrattuale o contabile.
Avete accertato modalità pagamento lavori? L’abbiamo accertato, ma si tratta di indagini svolte dalla Guardia di Finanza. I pagamenti sono avvenuti con bonifici bancari tra la famiglia Scajola (versamenti da Claudio scajola, moglie e suocera). I pagamenti sono slittati di parecchi anni dal periodo di esecuzione dei lavori.
Lavori iniziano nel maggio del 2004. I primi pagamenti a ditta Arco sono datati 2008. Nel 2008 i lavori sono terminati, dunque la ditta Arco ha lavorato regolarmente. Chi ha supportato i costi per questi 4 anni? La società Arco.

La ditta Arco ha emesso fatture di stato avanzamento lavori. Ci sono accertamenti della Finanza. Qualche fattura è stata emessa, ma da accertamenti non corrispondevano all’intero valore.
Dai lavori di ristrutturazione bisogna tenere fuori il piccolo ricovero per le forze dell’ordine, costruito da Arco ma pagato da Ministero con regolare fattura. Si tratta di casette che ospitavano il servizio di vigilanza. Uno dei costi principali e legato al collegamento fognario. Ora Scajola non è oggetto di scorta. Nell’ambito delle indagini è emerso che il Comune di Imperia sta valutando la regolarità edilizia delle casette. Credo che ora, che non c’è più scorta, le casette siano utilizzate dalla proprietà.
Alcuni lavori, impianto idraulico e elettrico sono stati svolti da ditte individuali terze. L’impiantistica, ad esempio, da Colagiovanni Roberto, che ha fatturato a società Arco, altri lavori sono stati fatturati alla famiglia Scajola.

L’impresa Arco è composta da Ernesto Vento, amministratore, e da Gianfranco Gaggero, socio, ma non amministratore. Da quello che abbiamo accertato, sia da documentazione che da testimonianze, rapporto tecnico tra la società e i committenti era seguito da Gianfranco Gaggero. Gaggero era la figura di collegamento tra la proprietà e la società.
Presenza di soci occulti? Abbiamo evidenziato soci occulti, De Michelis Ivo e Giovanni De Cicco.

Rapporti con Scajola? De Michelis ha un rapporto storico con Scajola che nasce dal dopoguerra. C’è un discorso politico e di amicizia. Ivo de Michelis é stato il costruttore, con il fratello, di abitazioni a imperia. Ha avuto un ruolo politico nella Dc. Rapporto alla luce del sole. Esiste anche rapporto tra Ivo de Michelis e Vento. Da accertamenti presso la camera di commercio, emerso che De Cicco, de Michelis, Gaggero, Vento, fanno parte, a vario titolo, di varie società di costruzione e vendita immobili, tutte con sede in piazza ricci 8, dove ha sede la società Arco.

De Michelis era imprenditore edile un tempo, come risulta da visure camerali. Avete accertato la prova di questi rapporti con Scajola? Si, trovati documenti in formato cartaceo e supporti informatici. Ricordo che nella perquisizione a De cicco sono stati trovati appunti che l’ing. teneva, riferiti al periodo ristrutturazione della villa di Claudio scajola. Dai documenti emerge che De Cicco, de Michelis e Gaggero avevano rapporto legato alla ristrutturazione della casa. Nell’ufficio di Scajola è stato trovato un documento riferito alla cena di ringraziamento fine lavori. Erano state invitate tutte queste persone, più tutta la manovalanza. Trovata anche una lettera, in carta intestata, di ringraziamento a Claudio Scajola da parte di De Michelis per riconferma in Fondazione Carige.

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