“Rischio di dover licenziare 16 persone. La mia azienda è a un passo dal fallimento. Mio figlio deve avere l’onta di un un padre protestato, che si impicca perché non riesce a pagare i debiti? Io non ci sto. Io denuncio tutti. Presenterò questa mattina in Procura un esposto per truffa. Ci hanno fatto lavorare con l’inganno “.
Questo il grido di rabbia e di dolore di Vincenzo Amato, titolare della SPF Srl di Pozzuoli, una delle tre ditte impegnate da alcuni mesi nei lavori di messa in sicurezza del tratto di Chiusavecchia della Statale 28. I lavori sono terminati e il tratto è pronto per l’inaugurazione, ma le società che hanno lavorato per rendere possibile la riapertura della strada sono ora sull’orlo del fallimento, con decine di lavoratori a rischio licenziamento. Il motivo? La Carena Costruzioni Spa di Genova, società incaricata dall’Anas, tramite regolare gara d’appalto, della realizzazione dei lavori, è in regime di concordato preventivo e non sembra in grado di pagare le spettanze, pari a centinaia di migliaia di euro, alle tre ditte subappaltatrici, la Alex Scavi Srl di Sanremo, la SPF Srl di Pozzuoli e la Geoedile Snc di Pieve di Teco. ImperiaPost ha incontrato i titolari delle ditte Alex Scavi Srl e SPF Srl per ricostruire una vicenda che rischia di sollevare l’ennesimo polverone giudiziario.
“Il 30 novembre 2009 – raccontano Giovanni Fiordalisi e Francesco Olivo, rispettivamente direttore tecnico e amministratore unico della Alex Srl – fu inaugurato il nuovo tratto di Chiusavecchia della Statale 28. I lavori furono appaltati dall’Anas all’impresa Carena Costruzioni Spa di Genova, azienda di costruzioni molto nota e classificata tra le prime 15 in Italia per ordine di commesse e fatturato. Tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, però, vennero riscontrate delle crepe e delle lesioni sul manto stradale, con forti rischi per la circolazione dei mezzi. La Carena Costruzioni contattò così tre aziende, tra le quali la nostra, la Alex Srl, per eseguire lavori urgentissimi di messa in sicurezza, consistenti nella risistemazione a monte delle scarpate e nella formazione di una nuova condotta per l’ asportazione delle acque di deflusso, lavori regolarmente eseguiti“.
“Contestualmente – proseguono Fiordalisi e Olivo – la Carena, su disposizione dell’ente concessionario, l’Anas, decise di installare delle stazioni di monitoraggio, verificando uno smottamento franoso e continuo del terreno in direzione dell’abitato di Borgomaro che metteva a rischio la strada sottostante di accesso al paese e il tratto della Statale 28 terminato solo due anni prima. Per questo motivo si decise di chiudere per motivi di sicurezza il tratto interessato della Statale 28 e si provvedette in tempi brevi a iniziare lavori urgentissimi di consolidamento atti alla sistemazione definitiva dell’opera. Veniamo nuovamente contattati dalla Carena Costruzioni Spà , e in data 17 Maggio 2013 firmiamo un regolare contratto di noleggio a caldo di macchinari e mezzi per l’esecuzione lei lavori. Il contratto di noleggio a caldo, ci teniamo a precisare, è un vero e proprio contratto di subappalto, ma mentre per il classico subappalto è necessaria l’espressa autorizzazione dell’Ente appaltante, il contratto di noleggio si avvale della normativa del silenzio/assenso entro 45 giorni. Nel mese di giugno hanno avuto inizio i lavori, proseguiti a ritmo incessante fino a pochi giorni fa. Dal mese di agosto, però, iniziano a verificarsi consistenti ritardi nei pagamenti che ci costringono a enormi sacrifici per il pagamento di maestranze e fornitori. Non riusciamo ad avere notizie certe dai responsabili di cantiere, ma confidando nel fatto che l’ANAS, in quanto ente pubblico e organo di controllo, ci avrebbe sicuramente informato nel caso in cui si fossero verificate difficoltà finanziarie dell’impresa appaltatrice dei lavori e ritenendoci tutelati dalle normative di un appalto pubblico, abbiamo proseguito nei lavori. Al contempo, infatti, interrompere i lavori ci avrebbe esposto al rischio di sanzioni penali. I lavori sono così proseguiti sino al 6 novembre“.
“Visto il perdurare dei mancati pagamenti – concludono Fiordalisi e Olivo – abbiamo fatto verificare dalla nostra commercialista, tramite una visura camerale, la situazione della Carena Costruzioni Spà ed è risultato che la stessa ha presentato in data 7 novembre domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo presso il tribunale di Genova e che lo stesso tribunale ha concesso 120 giorni per la presentazione di tutta la documentazione necessaria. Ad oggi vantiamo un credito, verso la Carena Costruzioni, di circa 220 mila euro ed altre imprese sono nella stessa identica situazione. Rischiamo tutti di fallire avendo lavorato con un ente pubblico che invece doveva garantire la regolarità dell’appalto. E’ una cosa inconcepibile. Perché l’Anas non è intervenuta? Perché ha pagato la Carena Costruzioni regolarmente a ottobre e novembre senza avere la certezza che l’impresa genovese pagasse i fornitori? Chiederemo l’intervento del Prefetto e se non si troverà una soluzione bloccheremo l’inaugurazione del nuovo tratto della Statale 28. Vogliamo i nostri soldi“.
“La Carena Costruzioni ancora oggi sta tenendo nascosto il concordato – dichiara Vincenzo Amato, titolare della SPF Srl di Pozzuoli -. Non esiste che l’Anas rimanga a guardare. Abbiamo lavorato a ritmi serrati per permettere la riapertura della strada. Io non ho fatto ferie, non ho visto i miei figli per mesi per terminare i lavori nei termini prestabiliti. La Carena ci ha fatto lavorare con l’inganno, per mantenere gli impegni presi con le banche e con l’Anas. Avrebbero dovuto avvisarci, proporre una cessione di credito all’Anas. Una soluzione si sarebbe trovata. Io ho crediti per 500 mila euro. Dovrò licenziare 16 maestranze e la mia azienda rischia seriamente il fallimento. Ho dato 48 ore di tempo alla Carena Costruzioni per trovare un accordo sui pagamenti, ma non ho avuto risposta. Consegnerò questa mattina un esposto per truffa alla Procura della Repubblica di Napoli. Non lascerò il Tribunale fino a che non accetteranno il mio esposto. Successivamente presenterò un esposto anche all’Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici e all’Anas. Vogliamo i nostri soldi. Ci hanno fatto lavorare con l’inganno e qualcuno deve pagare“.
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Mattia Mangraviti