Si è svolta questa mattina dinnanzi al Gup Massimiliano Botti l’udienza preliminare relativa al fallimento Gold Italia S..p.A, società fondata a fine degli anni 80 dall’imprenditore, oggi presidente dell’Imperia Yacht Club, Biagio Parlatore.
L’azienda di componenti per computer e televisori è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Imperia alla fine del 2009 e secondo la Procura della Repubblica di Imperia avrebbe lasciato oltre 5 milioni di euro di debiti. Gli uomini della Guardia di Finanza di Imperia che indagarono sulla società evidenziarono la presenza di molte fatture fittizie, elemento contestato anche questa mattina, come aggravante, dal Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo.
L’accusa per Biagio Parlatore è di “bancarotta fraudolenta in concorso morale e materiale e bancarotta patrimoniale e documentale”. In totale. tra amministratori e sindaci, sono 12 gli indagati che rischiano il rinvio a giudizio. Questa mattina il legale di Parlatore ha avanzato la richiesta di escludere la relazione del curatore fallimentare e il dossier della Guardia di Finanza di Imperia, in quanto la documentazione non conteneva gli allegati. Il Giudice Botti ha rigettato l’istanza, rinviando al 6 di marzo l’udienza e disponendo l’acquisizione degli allegati. Inoltre, durante l’udienza Bogliolo ha contestato un’aggravante, accolta dal Giudice, a Parlatore e ad altri cinque indagati. Una nuova bancarotta definita “Carosello fraudolento fiscale” con false fatturazioni.
Secondo la Procura Parlatore e gli altri cinque avrebbero effettuato “operazioni commerciali dolose attraverso false fatturazioni con indebita detrazione dell’Iva” per un ammontare di 5,8 milioni di euro.
A dare il colpo di grazia alla società, già in difficoltà economica dopo la vendita della stessa al Gruppo Radiomarelli, fu Guido Tallone, proprietario del capannone di via Nazionale nel quale la Gold Italia Spa stipava il materiale elettronico proveniente dalla Cina, che con un’istanza di fallimento per il mancato pagamento del canone di locazione, per oltre 100 mila euro, ottenne il sequestro preventivo della merce che era custodita al suo interno. Per il reato di bancarotta fraudolenta la Legge prevede il carcere da 3 a 10 anni.