5 Novembre 2024 17:21

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5 Novembre 2024 17:21

CASO AGNESI. L’ATTACCO DI GIANFRANCO GROSSO (IBC):”SE COLUSSI NON È CAPACE O NON VUOLE FARE L’IMPRENDITORE VENDA”

In breve: "E’ ora di finirla in Italia di concedere a falsi imprenditori o avventurieri della finanza benefici e soldi facili con operazioni a costo zero, anziché richiedere il giusto impegno e il know how necessario a svolgere il proprio ruolo produttivo."

Gianfranco Grosso

Imperia. Il capogruppo di Imperia bene comune, Gianfranco Grosso, scrive in merito all’interpretazione in consiglio comunale, della maggioranza, di non intervenire con la sospensione dell’iter della variante “Porta del Mare” in attesa di un serio piano industriale di Colussi.

Il motivo per cui non riteniamo corretta l’interpretazione della maggioranza di non intervenire con la sospensione dell’iter della variante “Porta del Mare”, in attesa di un serio piano industriale di Colussi, –  scrive Grosso è che noi riteniamo tale sospensione come l’esercizio di un legittimo potere di contrattazione del Comune nei confronti di un imprenditore che non ha quale suo fine aziendale la costruzione di immobili, bensì la produzione di pasta.

E’ ora di finirla in Italia di concedere a falsi imprenditori o avventurieri della finanza benefici e soldi facili con operazioni a costo zero, anziché richiedere il giusto impegno e il know how necessario a svolgere il proprio ruolo produttivo. Con questo sistema, che è stato tipico imperiese, abbiamo permesso a soggetti che potevano far crescere la nostra economia industriale e produttiva di realizzare invece operazioni speculative edilizie a dir poco fantasiose e molto, molto redditizie per loro, senza alcun investimento concreto di capitale, grazie anche ai favori politici di alcuni gruppi bancari. Ciò ha comportato l’ingiustificato arricchimento di pochi eletti e il conseguente impoverimento del nostro territorio e della nostra economia a discapito del lavoro, della qualità della vita e del reddito della città di Imperia.

Il Partito Democratico, che insieme a me ha fatto per anni massa critica su questa situazione vergognosa, ora che governa dovrebbe coerentemente evitare di favorire certe speculazioni e certi privilegi o, quanto meno, pretendere il giusto impegno di capitale e di lavoro a chi cerca di investire i propri soldi in modo diverso dalla produzione di beni e di servizi.
Ribadisco, Colussi a Imperia deve produrre pasta e guadagnarsi la fiducia dei mercati con la giusta strategia aziendale che gli compete, non costruire centinaia di migliaia di metri cubi di cemento, incassare e scappare con il bottino, lasciando chi guadagna 1.400,00 € al mese in braghe di tela a vedersela con la crisi e con la povertà! Se non è capace o non vuole fare l’imprenditore venda, ma senza ottenere nulla, nessun privilegio, nessuna scappatoia che non passi dalla produzione di lavoro, di reddito e di benessere.

E non sono d’accordo con il Sindaco Capacci quando afferma che gli imprenditori in Italia non riescono a svolgere il loro ruolo serenamente, semmai vale la regola opposta, ai grandi gruppi industriali l’Italia non ha mai imposto regole serie e investimenti di capitale concreti. In Europa gli imprenditori ci mettono i propri soldi e quindi sono oculati nella gestione della propria attività, in Italia i soldi ce li hanno messi per anni le banche (controllate dalla politica) e lo Stato (vedi FIAT) e quindi i cittadini, per cui poco importava la fine che quei soldi facevano.”

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