La Porto di Imperia, società concesionaria delle aree portuali di Imperia, comunica che oggi è stata notificata la sentenza con cui la Commissione Tributaria di Imperia ha accolto il reclamo della società contro il sequestro cautelare promosso dall’Agenzia dell’Entrate per gli avvisi di accertamento per complessivi 142 milioni di euro. Sequestro sulla cui illegittimità, ai sensi dell’art. 168 della legge fallimentare, come affermato dalla stessa Commissione Tributaria,”…non risultano dubbi sulla applicabilità al caso di specie… ”.
“La Porto di Imperia spa esprime soddisfazione per l’importantissimo risultato, ma manifesta contestualmente tutta la propria frustrazione ed il proprio disappunto nel vedere costantemente aggredito con atti impropri, il faticosissimo percorso, ormai in fase avanzata, teso a salvare il porto e con esso una delle ultime speranze concrete di sviluppo economico della Città di Imperia. Atti impropri alla cui opposizione la società deve far fronte con oneri ingenti, che sono risorse sottratte a una ‘società pubblica’, come in alcune sedi si continua a riferire, e quindi risorse sottratte alla collettività”.
“Il sequestro dello scorso agosto, nonostante l’alto senso di responsabilità, che deve essere positivamente rimarcato dell’Agenzia dell’Entrate e del suo Direttore, che aveva limitato il sequestro ai beni che non incidevano sulla funzionalità del porto, evitando il rischio di chiusura e quindi di un danno irreversibile per la società, aveva determinato però due effetti: uno scongiurato che è stato il rischio altissimo di fallimento per il blocco dell’attività e l’altro la paralisi del mercato della società, poiché ogni potenziale cliente, temendo le conseguenze di atti così forti, anche se a giudizio della società assolutamente infondati, si allontana dalla struttura con ulteriori perdite di chance e di risorse”.
“Sconcertante e grave, anche se con molte eccezioni positive, l’atteggiamento di taluni organi di informazione, che non perdono occasione per danneggiare pesantemente l’immagine della società, ivi compresa questa circostanza del ‘sequestro del porto’ per pretese fiscali assolutamente infondate”.
“Immagine che è fondamentale ed è evidente che lo sia a chi abbia un minimo di cognizione del funzionamento di un’attività d’impresa che opera su un libero mercato, peraltro in un momento così difficile. Il tutto a vantaggio di strutture concorrenti di altri territori ben felici di quest’opera demolitiva a danno della società Porto di Imperia spa che, come ribadito dal Tribunale di Imperia lo scorso 30 agosto con il decreto di Ammissione al Concordato, è la vera vittima, insieme ai titolari di posti barca, della presunta truffa”.
“Su questi danni d’immagine tuttavia la società, come deliberato dall’Assemblea dei soci dello scorso 2 ottobre, ha promosso e continuerà a promuovere in tutte le sedi più opportune ogni eventuale azione a tutela dei propri interessi”.