A seguito della perizia choc del geometra Arturo Cipriani, il cui contenuto è stato reso noto lo scorso 26 settembre in sede di conferenza dei servizi, nella quale il professionista relazionava sul superamento dei parametri consentiti dalla Legge di idrocarburi pesanti IPA (idrocarburi policiclici pesanti) e di piombo nell’area della “Hall del Mare” (dove ora vi sono le palazzine in costruzione) e nella zona dove insisteva il capannone della cantieristica, la Procura imperiese ha deciso di vederci chiaro e di far effettuare le verifiche del caso al fine di preservare la salute pubblica.
Nelle scorse settimane alcuni tecnici sono stati ascoltati dagli agenti di Polizia Giudiziaria e sarebbe stata sequestrata un’importante quantità di documenti ora al vaglio del sostituto Procuratore Carmelina Addesso, già titolare dell’inchiesta sulla spiaggia artificiale del Parco Urbano.
Gli Idrocarburi policiclici aromatici, sotto la lente d’ingrandimento anche dalla Procura di Taranto per la vicenda Ilva, sono un gruppo di composti chimici talvolta cancerogeni. Tra i più tossici troviamo: antracene, acenaftene, benzo(a)pirene, benzo(j)fluorantene, naftalene, fenantrene, crisene. Questi, vengono prodotti dai processi di combustione di sostanze organiche quali carbone, petrolio e suoi derivati, inceneritore di rifiuti e impianti industriali.
Possono essere presenti nell’aria in fase gassosa ma possono anche aderire al particolato atmosferico e venire trasportati dalle correnti d’aria anche a grandi distanze e veicolati in casa da abiti e scarpe. Vengono assorbiti per via inalatoria sia in fase gassosa sia come particolato ma anche attraverso la pelle. Dopo l’assorbimento vengono rapidamente distribuiti a livello epatico, intestinale e polmonare.
Secondo Giorgio Ligorini, uno dei tecnici incaricati di predisporre un piano di bonifica, i superi del piombo sono imputabili al conferimento di terra non conforme agli attuali parametri di Legge. Per gli idrocarburi i superi riscontrati sarebbero imputabili all’attività di cantiere per la costruzione del nuovo porto.
Nel piano di perforazione sono previste perforazioni sino a 10 metri di profondità. Ligorini, durante la conferenza dei servizi, avrebbe dichiarato che tra le attività pregresse che potrebbero aver causato l’inquinamento c’è anche la “Sairo” e per questo saranno disposti monitoraggi anche in quella zona.
Ma i controlli della Procura potrebbero essere estesi anche ad altre zone del porto turistico, infatti, i timori sono che le aree contaminate non siano solo quelle indicate dalla perizia.
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Gabtiele Piccardo – Mattia Mangraviti