Continua la bufera sulle regionali 2015. Dopo la notizia del candidato della Lega Nord Edoardo Rixi indagato per spese pazze, un velo nero torna a coprire, dopo le presunte primarie taroccate, anche la candidata del PD Raffaella Paita. La notizia, uscita su tutti i principali giornali nazionali, riguarda un contratto di lavoro a suo nome in una società dove la candidata non si sarebbe mai presentata.
Contratti e contribuiti per la pensione pagati dagli enti pubblici per circa nove mesi che ora fanno discutere intorno a Raffaella Paita. Tutto sarebbe cominciato nel 2007, come si legge su “Il Fatto Quotidiano”, quando Paita diventa assessore al Comune di La Spezia e dichiara di essere dipendente della società Sti spa. Notizia vera, ma l’allora amministratore dell’azienda avrebbe dichiarato di non averla mai vista al lavoro. La Sti spa non è una società come tante altre. Oggi fallita e al centro di grandi polemiche all’epoca faceva parte della galassi Elsag per l’archiviazione di dati e vantava clienti di grande rilievo come la Carige. All’interno del cda risiedevano alcuni grandi esponenti legati al Pd come Paolo Momigliano (presidente Fondazione Carige), Gianfranco Tiezzi (ex assessore del sindaco Marta Vincenzi), l’avvocato Giuliano Pennisi (membro del collegio dei garanti delle primarie) il commercialista Federico Galantini (facente parte della banca Carispe).
La stessa Raffaella Paita, sempre secondo quanto si legge su “Il Fatto Quotidiano“ avrebbe dichiarato di essere stata assunta, ma di non essere mai andata a lavorare al fine di avere una copertura contributiva perchè non sapeva quanto sarebbe durato il suo incarico. Una volta visto che la situazione procedeva Raffaella si sarebbe dimessa rinunciando ai contributi.
Nello specifico si tratta di circa 5200 euro che il Comune di La Spezia pagò all’Inps per Raffaella Paita che, come racconta ai cronisti si difende dicendo che il suo comportamento è encomiabile in quanto, non appena saputo che il suo incarico sarebbe durato ha deciso di dimettersi dal suo lavoro alla Sti spa rinunciando ai contributi.