In merito all’inchiesta Finmeccanica in cui è stato archiviato il fascicolo sull’ex ministro Scajola, il suo ufficio stampa ha rilasciato una nota per spiegare che, già in precedenza, Claudio Scajola aveva spiegato l’infondatezza delle accuse:
“A tre anni di distanza, archiviate le accuse all’ex ministro Claudio Scajola relativamente alla vendita da parte di Fincantieri di fregate “Fremm” al Brasile. L’inchiesta era stata coordinata dal pm, Henry John Woodcock. Nel 2012 è stata presentata come ‘la madre di tutte le inchieste’ sulla corruzione internazionale, praticata da Finmeccanica per accaparrarsi contratti e commesse estere.
Nel 2015 il pubblico ministero ha chiesto e ottenuto dal gip del tribunale di Napoli, Maria Gabriella Pepe, l’archiviazione del fascicolo che vedeva indagato l’ex ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola. Non ci sono né indizi né prove dell’ipotizzato giro di tangenti con il Brasile, con il presunto coinvolgimento dell’allora ministro della difesa brasiliano Jobim.
Nel 2012, alla notizia del ricevimento dell’avviso di garanzia, intervistato sull’intervento a favore di Fincantieri, Scajola aveva risposto: “L’ho fatto con tutte le nostre imprese: grandi, medie, piccole. È stato il mio lavoro per due mandati, ne sono orgoglioso. L’export è quello che tiene in piedi la nostra industria. Dobbiamo tutelare e promuovere le nostre eccellenze, soprattutto all’estero. Il Brasile è un paese in crescita, la concorrenza di Usa e Germania era fortissima”. E ancora: “dimostrerò che ho ragione. Anche in questo caso. In passato ho dato le dimissioni da ministro senza essere ancora indagato. Era un segno di rispetto per le istituzioni, è stato interpretato come un’ ammissione di colpevolezza. Che tristezza”. Nel merito l’ex ministro aveva spiegato così l’infondatezza delle accuse, che si riferivano a un’ipotetica tangente relativa a una vendita mai conclusasi”.