Claudio Scajola interviene su Radio Radicale commentando l’elezione del neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella soffermandosi, poi, sulla situazione interna a Forza Italia.
“È facile parlare dopo ma io Mattarella l’avrei votato alla prima votazione. Il Presidente della Repubblica come dev’essere eletto dalla maggioranza più amplia possibile in momenti come questi ancora di più è auspicabile che sia talmente vasta la platea della sua elezione da potergli permettere più libertà di essere effettivamente arbitro. Di fronte alla proposta del PD che io reputo legittima perché ha il 45% dei grandi elettori.
Poiché la proposta di Mattarella non era di un comunista organico ma di una persona fuori dalla mischia ormai da 6-7 anni, con una buona preparazione culturale-giuridica con un’esperienza nel mondo della politica nel sangue, io credo che di fronte a questa proposta era difficile argomentare negativamente. Tanto è vero, e qui c’è il paradosso, che dopo non averlo votato, alla quarta votazione, si dice non è per la persona, la persona andava bene. Io avrei giocato alla prima votazione, avremmo messo altri in difficoltà, non rimanevamo noi come dei brocchi appesi. Noi avremmo dovuto rispondere, benissimo: lo votiamo in prima votazione.
Secondo me, Mattarella potrebbe avere le caratteristiche per ricondurre la figura del Capo dello Stato alla figura che è prevista dalla Costituzione dove ormai da troppi anni si è esorbitato. La figura di Mattarella potrebbe essere anche quella indicata per raccogliere un appello che si fece 20 anni fa, riformiamo formalmente questo Quirinale che è diventato più costoso, due volte della Casa Bianca e tre volte di Buckingham Palace a Londra.
Quindi questo credo potrebbe essere utile. L’italicum, di oggi è cosa diversa diversa dal Mattarellum che porta il nome di chi la stese allora che era un tentativo di bipolarismo con i collegi uninominali in qualche modo corretto ma che comunque esaltava la persona. Adesso il lavoro parlamentare sarà più complicato”.
Cosa pensa del ruolo di Verdini?
“Io sono rimasto un po’ arretrato perché siccome mi sono dovuto occupare, non per mia volontà, ma perché sottoposto ad una persecuzione negli ultimi tre anni finita in tutte assoluzioni, mi sono un po’ distratto però mi fatto effetto queste dichiarazioni perché quando ho lasciato io erano tutti pro Verdini”.
Sta succedendo qualcosa in Forza Italia?
“Io credo che un partito per potersi affermare debba avere un progetto, debba avere una rete, debba avere delle regole. Ho impressione che se ogni vicenda la valutiamo sugli umori del momento dimostriamo veramente di non riuscire a cogliere quello che succede intorno a noi e allora non si può passare dalla polvere alle stelle, dalla mattina alla sera. Certo che è che il progetto doveva essere quello di raccogliere il consenso per un’idea, per un programma con una selezione di classe dirigente, mi pare che troppo spesso nell’ultimo periodo si è pensato che il progetto fosse una compravendita”.
Ecco l’audio integrale dell’intervista.