Imperia. Il futuro dell’Università sembra abbandonare la location classica delle aule e delle lezioni frontali per rivolgersi sempre di più a un modello di “e-learning” o “blended learning” forme di apprendimento dove alla parte in classe si affianca una grande mole di lavoro da svolgere prettamente online. L’Economist ha definito questo cambiamento una delle rivoluzioni del ventunesimo secolo e, del resto, università come Harvard o il Mit di Boston hanno investito in modo massiccio verso il mondo online dell’apprendimento.L’università “telematica” per così dire ha infatti riscosso un grande successo anche in Italia e, dal suo riconoscimento, si parla di oltre 40.000 iscritti; numero che continua a crescere in modo esponenziale. Per sapere come l’università di Genova e il Polo imperiese stanno affrontando questo cambiamento, Imperiapost ha contattato il magnifico Rettore dell’Università di Genova, Paolo Comanducci.
D: Pensa che un insegnamento telematico o online possa essere il futuro dell’università?
R: “Penso che l’insegnamento blended sia il futuro per i percorsi istituzionali perché è un modello pedagogico che cerca di utilizzare al meglio l’ICT (Information and communication Technologies) coniugandolo con l’insegnamento in presenza; in questo modello, lo studente mantiene un contatto presenziale sia con il docente sia con i suoi compagni, (in genere almeno il 30% di lezioni si svolge in presenza), ma il suo percorso viene supportato dagli strumenti ICT in modo da renderlo il più flessibile possibile rispetto a “dove” e “quando” fruirne, inoltre c’è sempre il supporto di una piattaforma che gli consenta di mantenere i contatti anche on line con la sua classe e con il suo docente; in questo processo è pertanto fondamentale il supporto di una piattaforma (LMS: Learning management system) che sia il punto di accesso sia per i materiali didattici, sia per le lezioni registrate, sia per le funzioni necessarie all’insegnamento (per es. i quiz di autovalutazione, i wiki per il lavoro collaborativo, ecc.) e che consenta la pianificazione e, se occorre, la validazione del percorso dello studente. L’Università di Genova ha una piattaforma di ateneo basata su Moodle (moodle.org) che è un software open source diffuso a livello mondiale; ha anche alcune piattaforme specifiche per particolari esigenze.
D: Per un corso di laurea come quello imperiese di “Scienze del turismo” che guarda molto al futuro, sono previste parti online?
R:”Certo che ci abbiamo pensato e continuiamo a tenerlo presente; in questo momento però abbiamo, come priorità per il prossimo anno academico, il trasferimento, in modalità blended, di due Corsi delle Professioni Sanitarie (ossia il Corso di Infermieristica e quello di Fisioterapia) che hanno già sperimentato con successo alcuni insegnamenti in forma blended; abbiamo scelto questi Corsi di Studio perché coinvolgono diversi Poli didattici, sparsi su tutta la Regione (in funzione delle loro attività pratiche), con questa operazione puntiamo a fornire una elevata omogeneità nelle lezioni teoriche senza che lo studente debba spostarsi dalla sede più vicina al suo domicilio. Questo progetto fa parte di un piano presentato lo scorso anno al Miur che ci è stato finanziato alla fine del 2014.
D: La Liguria e gli studendi liguri sono pronti ad un approccio del genere?
R: “Direi proprio di sì, come già detto, per le Professioni Sanitarie, abbiamo già sperimentato insegnamenti on line con elevato gradimento da parte degli studenti, ma ci sono altre realtà importanti, ne cito due come esempio: i Corsi di perfezionamento e Master a distanza svolti da 12 anni dal Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e attività svolte con le Scuole e promosse da un docente del DIBRIS come per es. il Progetto Liguria2.0 . E’ vero che ci sono università, in altre regioni, che da molti anni hanno forti politiche di ateneo in abito di elearning, ma questo non significa affatto un’arretratezza nella capacità di recepimento delle nuove tecnologie didattiche nella nostra regione e inoltre il nostro ateneo attualmente è notevolmente impegnato a incentivare queste modalità, per esempio abbiamo appena presentato un progetto, in cui partecipiamo all’interno di una rete di atenei italiani per la costruzione di MOOCs (Massive Open Online Courses) che sono davvero un fenomeno interessante (di FaD) che coinvolgono numeri elevati di utenti sparsi ovunque nel mondo.
NOTE.
a) Il termine e-learning è un’espressione valida per tutto l’apprendimento che implica l’uso delle “information and communication Technologies” (ICT) tese a supportare sia l’apprendimento sia l’insegnamento, pertanto, è qualunque forma di apprendimento basata sull’’ICT.
b)Online Learning è una modalità di erogazione educativa in cui l’’apprendimento avviene principalmente attraverso la rete (Internet). L’’apprendimento online può essere un servizio utile per coloro che sono geograficamente distanti e senza accesso alla formazione tradizionale in aula, di conseguenza comprende la “formazione a distanza” (FaD) come una possibile modalità di erogazione. Tuttavia, gli studenti a distanza non sono gli unici a beneficiare dell’apprendimento online, che è anche comunemente parte dell’ e-learning in programmi di studio prevalentemente campus-based. In questi casi, l’apprendimento viene indicato come blended.
c) Blended Learning è soprattutto un modello pedagogico che combina l’insegnamento “face to face” in aula con l’uso innovativo dell’’ICT. Gli esperti spesso associano il blended learning con la riprogettazione dell’ambiente educativo e dell’esperienza di apprendimento, contribuendo così alla creazione di una “comunità di ricerca”