Imperia. Giusy ha trent’anni. Soffre di insufficienza renale da quando era piccola e da allora ha subito almeno 50 interventi chirurgici e un trapianto: “Sono in attesa del secondo e intanto faccio dialisi“. La sua storia, per quanto di per sé sia già molto travagliata, è ancora più complicata perchè a marzo avrà lo sfratto.
“Vivo in questa casa a Diano Marina da otto anni ormai, sono invalida al 100% e posso fare solo determinati tipi di lavori che non comportino sforzi fisici. Qui l’affitto è alto, sono più di 500 euro al mese e io non riesco a pagarli. Vivo con mia mamma e sopravviviamo con la sua pensione, la mia di invalidità e i soldi che mi danno per il lavoro al museo“.
Giusy, Giuseppina Marocco all’anagrafe, è impiegata al museo di Diano Marina, lavoro che le hanno trovato gli assistenti sociali e guadagna 258 euro al mese. Con entrambe le pensioni arrivano a un introito medio inferiore a uno stipendio medio mensile di un qualsiasi impiegato che, se viene però decurtato dei soldi dell’affitto, non permette a Giusy e sua mamma di sopravvivere.
“Io voglio pagare l’affitto, è giusto che io lo paghi – spiega Giusy – Ma vorrei pagare un canone di locazione pari alle mie possibilità. Fino a quando c’era mia nonna potevamo stare tranquillamente in questa casa, ma da quando lei è mancata non ce la facciamo più. Non voglio regali da nessuno, non voglio una casa gratis, sto facendo tutte le procedure necessarie per avere una casa popolare e quella sarebbe perfetta. Vorrei che i padroni di casa ora mi venissero incontro, capissero la situazione di disagio in cui mi trovo… non sto con le mani in mano, mi sto dando da fare“.
La paura di Giusy è quella di rimanere in mezzo a una strada: “Ho un catetere al cuore, sono a rischio infezioni, faccio dialisi tre volte alla settimana per quattro ore. Se da un giorno all’altro mi ritrovo senza casa cosa faccio? Vivo con il terrore. Ho provato anche a cercare una casa a meno di 400 euro al mese, ma vi assicuro che a Diano Marina non ce ne sono, non voglio ancorarmi a questa casa e occuparla, vorrei una casa popolare, ma devono darmi il tempo e il modo di poterci andare a vivere“.
È una donna combattiva Giusy, ne ha passate tante e la voglia di lottare non è per nulla sparita negli anni, tanto meno adesso.