24 Novembre 2024 16:45

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24 Novembre 2024 16:45

IMPERIA. ARCHIVIAZIONE INCHIESTA FINCANTIERI. SCAJOLA: “GRAZIE AL PM WOODCOCK PER LA CORRETTEZZA”

In breve: Secondo l’ex ministro dello sviluppo economico l’inchiesta Fincantieri relativa alla vendita al Brasile di fregate Fremm “è stato prodotto un danno irreversibile alla credibilità del nostro Paese e delle nostre aziende di Stato. Finmeccanica è un gioiello e opera bene tra mille difficoltà. Sa chi ha tratto vantaggio dal nostro harakiri? Inglesi, tedeschi e americani”.

Claudio Scajola

Imperia. “Dovrei essere risentito nei confronti dei magistrati della procura di Napoli. Eppure, se i pm non avessero avuto la correttezza di valutare che non c’era alcun estremo per rinviarmi a giudizio, archiviando, oggi sarei a processo anche per questo reato come per la vicenda Matacena. E, mi creda, anche in questo secondo caso sono totalmente estraneo alle accuse, sia pure a quelle molto modeste che mi vengono addebitate nel processo che si è aperto a Reggio, non a quelle mirabolanti che sono state fatte credere all’opinione pubblica e che hanno accompagnato un arresto che ha avuto una regia, sul piano televisivo, che nemmeno Steven Spielberg avrebbe saputo costruire in maniera più impressionante”È un passaggio dell’intervista all’ex ministro Claudio Scajola, pubblicata dal settimanale Tempi oggi in edicola.

Secondo l’ex ministro dello sviluppo economico l’inchiesta Fincantieri relativa alla vendita al Brasile di fregate Fremm “è stato prodotto un danno irreversibile alla credibilità del nostro Paese e delle nostre aziende di Stato. Finmeccanica è un gioiello e opera bene tra mille difficoltà. Sa chi ha tratto vantaggio dal nostro harakiri? Inglesi, tedeschi e americani”.

Scajola spiega anche che il cosiddetto «caso Matacena» per quanto mi riguarda, non esiste. Vado a tutte le udienze del processo, da quando è iniziato. Da quando è stato effettuato il mio arresto è stata presentata come un’operazione formidabile e io sono stato descritto come colui che voleva andare a fare il referente della ‘ndrangheta in Europa. No, dico, ma si rende conto? Roba fuori dal mondo e che fa capire che anche certi inquirenti pensano che la politica si riduca al solo tentativo di arricchimento, anziché servizio. Si è fatta apparire un’inchiesta come un’iniziativa contro la criminalità organizzata quando qui non si vede l’ombra di un criminale. La mia “colpa”? Essermi interessato della valutazione o meno di status di rifugiato politico per Amedeo Matacena, quando questi già si trovava – su disposizione dei magistrati reggini – in stato di fermo a Dubai, regolarmente detenuto.

Quale fuga! Quale favoreggiamento alla latitanza! Sa quale domanda ulteriore mi pongo adesso? In che modo usciranno i pubblici ministeri reggini da questo vicolo cieco? Prevarranno le prove e il diritto o il condizionamento prodotto dallo stesso clamore mediatico suscitato? Ho grande fiducia nella capacità dei giudici di individuare la verità, ma spero anche che a questa si possa giungere in tempi brevi. È anche per questo che ringrazio Woodcock. Gli sarebbe convenuto rinviarmi a giudizio e trascinare la cosa per anni o riconoscere che non c’era nulla a mio carico? Mi sono detto: Woodcock è stato con me un magistrato corretto. Purtroppo una parte di pm si innamora delle proprie tesi e le persegue anche contro l’evidenza fattuale. Non è stato così – conclude Scajola – nella vicenda Finmeccanica”.

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