“Tornate nelle vostre stalle a casa vostra o brucerete tutti nelle moschee…” Sono solo alcune delle parole contenute nella lettera minatoria e ingiuriosa ,rigorosamente anonima, recapitata al centro islamico culturale di via Santa Lucia a Imperia. L’intolleranza, l’islamfobia e il razzismo, purtroppo, non risparmiano il capoluogo ponentino, isola felice ed esempio di integrazione dal lontano 1992.
Dopo i sanguinosi fatti accaduti lo scorso 7 gennaio a Parigi che hanno visto l’uccisione di dodici persone (giornalisti e vignettisti del settimanale satirico francese,ndr) da parte di due terroristi, sia in Francia e che in altri Paesi d’Europa e del mondo sono state prese di mira alcune moschee.
Nella lettera, di cui si occuperà la Digos, viene fatto riferimento al periodo delle crociate associando l’Isis (il sedicente Stato Islamico di Siria e Iraq) alla comunità imperiese. Quest’ultima come anche le altre in Italia, in Europa e nel mondo hanno condannato con fermezza ogni atto di violenza perpetrato nel nome della religione islamica che professa principi di pace tra i popoli.
“Non sarà un canto stonato a rompere l’armonia della nostra relazione con tutti gli altri nostri concittadini e connazionali– dice Hamza Piccardo, responsabile della Comunità dei Musulmani del Ponente ligure- Siamo una realtà consolidata e dialogante da oltre vent’anni e nessuna minaccia anonima può farci cambiare atteggiamento”.
La comunità islamica imperiese conta circa 3 mila persone e si suddividono principalmente negli arabofoni/albanesi e italiani che frequentano principalmente la moschea di via Santa Lucia e i turchi, concentrati a Porto Maurizio nei centri culturali di via Colombera e via Littardi.