Sarà uno psichiatra incaricato dalla Procura della Repubblica di Imperia a valutare le condizioni mentali di Natalia Sotnikova, la quarantenne russa che nel dicembre scorso, mentre era in vacanza nel ponente ligure con il compagno, affogò il proprio bambino di soli dieci mesi in mare, nelle acque antistanti Bussana. Il professionista terrà oggi, martedì 10 febbraio, il primo colloquio presso il carcere femminile di Pontedecimo, dove la donna è detenuta.
Natalia Sotnikova, che in un primo momento aveva negato oggi addebito, ha confessato l’infanticidio dopo ore di interrogatorio davanti al Procuratore aggiunto Maria Grazie Pradella e al Pubblico Ministero Francesca Scarlatti. Obiettivo della perizia psichiatrica, capire se la donna, che secondo la propria avversione avrebbe ucciso il piccolo Semyon perché affetto da una malattia neurologica ereditaria, fosse in grado di intendere e volere quella terribile notte in cui decise di mettere fine alla vita di suo figlio di soli dieci mesi.
Natalia Sotnikova è accusata di omicidio aggravato da crudeltà. Gli inquirenti hanno sempre sostenuto, visto anche il racconto, nei minimi dettagli, della notte dell’omicidio, che la donna abbia compiuto l’efferato delitto lucida, nella piena consapevolezza delle proprie azioni.