“La sentenza dimostra in maniera inequivocabile che c’è chi ha fermato il porto. Denunce, esposti, delazioni di diversi esponenti politici, una inchiesta mirata che ha creato un clima di paura in città, che è stata smontata dalla sentenza del Tribunale di Torino dopo 4 anni di indagini e che nelle motivazioni della sentenza dice chiaramente che se non ci fossero state il porto sarebbe stato ultimato”. A dichiaralo è l’On. Claudio Scajola, dal palazzo di giustizia di Imperia, dove è in corso la seconda udienza del processo che lo vede imputato assieme ad Ernesto Vento del reato di finanziamento illecito al singolo parlamentare.
“Ora invece – prosegue Scajola – la costruzione del porto è ferma, le opere di urbanizzazione non sono state costruite, c’è una mancanza totale di manutenzione delle opere già costruite, degrado. Un grave danno per gli acquirenti dei posti barca, un grave danno per tutti gli operatori economici che lavoravano per il porto e accanto al porto, un grave danno per lo sviluppo economico della città e dei commercianti.
Un cono d’ombra e di sospetto e di infamia è stato gettato sulla città. E ora…contenzioso, contenzioso, contenzioso, cause, danni, vittime. Quanto tempo dovremo ancora aspettare prima che qualcuno metta attorno a un tavolo gli enti e le persone interessate per trovare una soluzione nel tempo più breve? Vedo invece che ci si sfila dalle occasioni di incontro”.
Caltagirone?
“È un periodo passato. Chi ha buona volontà si faccia avanti e non venga respinto. Chiunque esso sia, senza pregiudizi. L’importante è che ci sia chiarezza”.
Responsabilità politiche?
“L’inchiesta sul porto turistico è stata un’occasione cavalcata per modificare gli assetti politici e questo è innegabile. Con un risalto provinciale, regionale, nazionale. Ma il tempo è galantuomo, ne sono convinto”.
Titolari dei posti barca?
“Non si può andare a chiedere che paghino altri soldi dopo che il giorno prima gli hanno levato la concessione. Ma vi pare una cosa normale?”.