È stata un’udienza contraddistinta dagli scontri tra il Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo e gli avvocati della difesa quella tenutasi questa mattina in Tribunale a Imperia nell’ambito del processo che vede sul banco degli imputati Claudio Scajola e Ernesto Vento con l’accusa di finanziamento illecito a singolo parlamentare per i lavori di ristrutturazione di Villa Ninina, la residenza imperiese dell’ex Ministro sulle alture di Oneglia.
Nel dettaglio, il motivo dello scontro risiede nell’arco temporale nell’ambito del quale si estende il reato contestato, ovvero i lavori di ristrutturazione di villa Ninina. Dal 2004 al 2008 secondo le difese. “È stato lei stesso, Pubblico Ministero, a circoscriverlo dal 2004 al 2008 nel corso prima udienza – ha tuonato più volte l’avvocato Giorgio Perroni, affiancato dai colleghi Massimiliano Moroni e Elisabetta Busuito – Ora, noi abbiamo impostato la nostra linea difensiva sia nel corso della prima udienza, rinunciando ad alcune domande ai teste convocati, sia in vista di quella odierna, su un preciso capo di imputazione, esteso in un determinato arco temporale. Se lei ora intende modificarlo, io chiedo il rinvio”.
Il Pubblico Ministero, che aveva appena impostato l’interrogatorio del primo teste, il Maresciallo della Finanza Michele De Nicola, su un campo di imputazione che estendeva il reato dal 2001 al 2011, ha così fatto marcia indietro, circoscrivendo le domande al teste solo al periodo tra il 2004 e il 2008.
LA DEPOSIZIONE DEL MARESCIALLO MICHELE DE NICOLA
“Identificare i lavori della ditta Arco nei cantieri di casa Scajola è stato difficile, perché non erano presenti contratti di appalto, di subappalto e di stati avanzamento lavori. L’accertamento contabile è stato fatto per mezzo di fatture passive. Abbiamo fatto anche degli accertamenti presso l’Asl per verificare, come previsto dalla legge, la denuncia dei cantieri della ditta Arco. Tra quelli denunciati non c’era quello relativo alla ristrutturazione della villa di Scajola. Abbiamo attestato, dalle fatture, che per 4 anni la ditta Arco ha eseguito lavori gratuitamente, senza alcun compenso. Solo dopo 4 anni sono iniziati i pagamenti. La società Arco nel corso degli anni ha avuto un crescendo di lavoratori, passando da 7 a 15, anche con contratti di soli 5 giorni. Una forza lavoro che doveva essere impiegata per portare avanti 19 cantieri. Contrattualistica negli altri cantieri? Non l’abbiamo mai trovata, ma neanche mai cercata” ,
LA DEPOSIZIONE DI ENRICO CAMBIAGGIO, PERITO PM
“Mi venne chiesto di indicare e descrivere le opere eseguite dal 2001 al 2011. Di valutare e descrivere le opere. Nel 2001 furono eseguite alcune opere per conto del Ministero, che le finanziò. In particolare alcuni presidi di sicurezza, come corpi di guardia e sistemi di controllo. Nel 2002 vennero realizzati spogliatoi e piscina. Dal 2002 al 2004 un’autorimessa interrata e una strada di accesso, poi denominata via privata Verda. Dal 2004 al 2009 furono eseguite opere relative all’edificio principale e altre opere pertinenziali. A seguire, dal 2008 al 2010, vennero realizzate altre sistemazioni esterne, oltre a un impianto sportivo con campo da calcetto e spogliatoi. Nel 2006, dimenticavo, fu realizzato un campo fotovoltaico per la produzione di energia elettrica”.
“Per quanto concerne la demolizione completa e la successiva ricostruzione della villa, originariamente l’abitazione aveva dimensioni inferiori. Dalle planimetrie emersa che la vecchia villa misurava 371 metri quadrati, mentre quella attuale 630 metri quadrati. Quella vecchia era in muratura, mentre quella nuova in cemento armato. Lavori iniziarono nella primavera del 2004, prima che vennero concessi dal Comune i titoli edilizi. Il 4 aprile la villa era già stata demolita, mentre il permesso di costruire risale al giugno del 2004. I lavori proseguirono fino ai primi mesi del 2007. Successivamente vennero realizzate altre opere accessorie sino al 2009, come la vasca dei pesci e la piattaforma rotante per permettere alle sito di uscire dal parcheggio più agevolmente. Dell’edificio originale furono conservati solo alcuni elementi. Il portale in marmo dell’ingresso principale, il balcone e alcune pilastrate. Il resto venne integralmente sostituito. Per valutare opere ho preso in esame i disegni e i progetti del collega De Cicco, devo dire molto precisi. In totale il costo dei lavori ammonta a circa 1 milione e 400 mila euro”.
Il pubblico Ministero ha successivamente rinunciato a due testimoni, sentendo solo l’imprenditore vivaicolo Miro Siccardi che, interpellato sui lavori di ristrutturazione di Villa Ninina, ha confermato di aver preso parte ad alcuni interventi. “Scajola è un mio cliente da sempre. Fatture? Non ricordo onestamente, sono passati molti anni”.