Al congresso di Sel in programma presso la sede della Società Operaia di via Santa Lucia ha preso parte anche il Sindaco di Imperia Carlo Capacci. Il primo cittadino si è soffermato a lungo sulla querelle relativa alla chiusura del mulino del grandi dello stabilimento
Agnesi di Imperia.
“Quello che mi ha spinto a candidarmi Sindaco è stato il forte richiamo a cambiare questa città che mi sembra chiaro che per 25-30 anni sia rimasta immobilizzata con persone che si sono fatte esclusivamente gli affari propri“.
“Alcune scelte sono dovuto ad applicazioni di normative, nello specifico con la Seris, purtroppo, non possiamo fare altrimenti, non è una scelta di destra, non è una scelta di sinistra, ma è una scelta dettata da una normativa“.
“Per quanto riguarda il discorso Agnesi, io sono vicino ai dipendenti. C’era stata richiesta una variante al progetto prima che succedesse il fatto che l’Agnesi decidesse di fare una ristrutturazione aziendale. Le due cose non sono da mettere in collegamento, nel senso che loro (il gruppo Colussi, ndr) chiedono una variante perché vogliono vendere il terreno per incassare liquidità che è necessaria alla ristrutturazione del loro gruppo che nonostante le apparenze non sta assolutamente bene. La chiusura del mulino, contestuale anche alla riduzione del personale in altri stabilimenti è un brutto segno. Qua noi rischiamo di perdere non solo il mulino, ma anche lo stabilimento e credo che questo per Imperia non sia un rischio da correre. Poi certo che l’amministrazione non può entrare nelle scelte e nelle logiche dell’imprenditore e imporgli di fare qualcosa, però può prendere decisioni che lo possano condizionare a fare o non fare qualcosa”.
L’INTERVENTO DEL SINDACO CAPACCI AL CONGRESSO PROVINCIALE DI SEL