IMPERIA. Il Movimento politico “Imperia di tutti Imperia per tutti” interviene in merito alle dichiarazioni del gruppo consiliare “Imperia Bene Comune” che nella giornata di ieri ha chiesto le dimissioni degli assessori Strescino e Podestà a seguito del dissenso sul voto relativo alle linee guida per la revoca dell’appalto Tradeco.
“Sulla vicenda Tradeco, i consiglieri Grosso e Servalli mescolano ai fatti le loro strampalate fantasie, con il solo scopo di darsi ragione.
Peccato che ai due consiglieri di Imperia bene comune siano, come al solito, sfuggite parecchie cose.
Essi rivendicano la primogenitura sulla gestione in house dei rifiuti, ma gli è sfuggito che Imperia di tutti Imperia per tutti è stata la prima ad attivarsi per verificare concrete ipotesi di gestione pubblica qualora l’appalto fosse andato a gambe all’aria.
Gli è sfuggito altresì che nel riordino delle competenze di giunta avvenuto a settembre, il sindaco ha trattenuto per se la gestione degli affari legali legati al contratto Tradeco (che, lo si ricorda, riguarda anche altri 34 comuni).
Gli sono sfuggiti, ancora, il puntuale intervento dell’assessore Nicola Podestà nell’ultimo consiglio comunale, dove lo stesso ha meticolosamente evidenziato, dati e numeri alla mano, le numerose magagne della gestione della raccolta rifiuti e chiaramente prospettato la soluzione poi adottata ieri dalla giunta (tra l’altro ricevendo pure gli applausi degli operatori Tradeco presenti in aula).
Ai consiglieri che firmano la nota odierna è sfuggito tutto ciò e probabilmente anche ben altro, attenti come sono solo a strumentalizzare ogni fatto e ogni dichiarazione, reale o presunta (come nel caso dell’assessore Podestà) che più gli fa comodo per screditare l’amministrazione nel suo complesso.
Tutto ciò appartiene ad una maniera grottesca di fare politica, sorretta da uno stile argomentativo che si crogiola di un populismo gretto e pietoso.
Narcisisticamente adusi ad ascoltare e a leggere solo se stessi, dalle beghe di condominio alle questioni più rilevanti, Grosso e Servalli dovrebbero ascoltare e leggere anche gli altri: eviterebbero, tra l’altro, topiche tanto squallide quanto clamorose come quella di oggi”.