Dalla A di Acefato alla Z di Zoxamide: l’elenco di pesticidi rintracciati da Arpal su frutta, verdura, tè o caffè, è arrivato a 170 principi attivi accreditati, un numero in linea con l’eccellenza italiana pubblica o privata. E il laboratorio di Agenzia spicca anche nei tempi di risposta, dove garantisce i risultati in tre giorni lavorativi per una analisi che richiede 48 ore di tempo tecnico.
Pere, mele, pomodori, lattuga, limoni, arance, olive, semi, frutta secca, uvetta, caffè e tè sono solo alcuni degli alimenti analizzati (suddivisi in base alle loro caratteristiche in matrici acquose, acidiche, oleose, ad alto contenuto di zuccheri, tè e caffè). Bisogna verificare che non contengano valori superiori al consentito di pesticidi, termine portato a conoscenza del grande pubblico dalla vicenda dell’impiego del famigerato DDT, il para-diclorodifeniltricloroetano, bandito da decenni e ricercato ormai soltanto in acque e terreni bonificati.
«Poco più dell’1% dei campioni che analizziamo supera i limiti – spiega Nicola Dell’Amico, dirigente responsabile del settore analisi strumentale del laboratorio della Spezia –. Quando capita, avvisiamo con Posta Elettronica Certificata Sanità Marittima o Asl, gli enti con cui collaboriamo per questa attività. Prelevano i campioni da analizzare e fanno scattare sequestri, respingimenti e allerta sanitari su tutto il territorio italiano e comunitario».
Quello Arpal è l’unico laboratorio in Liguria ad avere il metodo UNI accreditato per questa tipologia di analisi, che sono svolte presso il Dipartimento della Spezia. Ogni anno vengono recapitati in Agenzia circa 500 campioni, rappresentativi di migliaia di tonnellate di alimenti di origine vegetale, che entrano attraverso il sistema dei porti liguri per il 60% dell’intero mercato nazionale.
Per scovare le più piccole tracce di queste sostanze (frazioni di milligrammo per chilo di merce), si utilizzano due linee analitiche: alla gascromatografia (GC-Massa Massa) recentemente potenziata è stata affiancata la cromatografia liquida ad alta prestazione (UHPLC-Massa – Ultra High Performance Liquid Chromatography). Un investimento che ha permesso di aumentare i principi attivi accreditati del 47% in un solo anno.
«L’obiettivo è arrivare a quota 200 entro fine 2016 – precisa Giancarlo Pasini, responsabile del laboratorio spezzino – un bel salto, considerando che erano appena 21 cinque anni fa. Da quando abbiamo accreditato tè e caffè riceviamo diversi campioni anche da altre regioni, Lombardia e Piemonte in primis. Sono merci che arrivano letteralmente da ogni angolo del mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, dal Sud America all’Indocina».
A validare l’affidabilità dell’operato dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure in questo periodo è stato Accredia, l’ente di accreditamento dei laboratori italiani; ha da poco concluso l’audit per il rinnovo dell’accreditamento, durato 8 giorni.
Una verifica che ha riguardato l’intero laboratorio multisito di Agenzia, 4 sedi di analisi (una per dipartimento provinciale) con 95 fra tecnici specializzati e dirigenti operativi; nel 2014 sono stati processati oltre 33mila campioni. Gli ispettori Accredia hanno esaminato diverse linee analitiche, dalle diossine all’amianto, dai pesticidi ai metalli, etc, utilizzate anche nel campo della sicurezza alimentare.