“Ieri il consiglio della Camera di Commercio di Imperia ha votato all’unanimità di dare avvio all’accorpamento della Camera di Commercio di Imperia, La Spezia, Savona. Un’autoriforma imposta dal governo Renzi nell’ottica di una discutibile riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. Si è chiuso così con questa data simbolica, il 24 febbraio, un importante capitolo della storia del tessuto economico e imprenditoriale della provincia di Imperia, gli oltre 150 anni dell’ente camerale: una storia iniziata nell’estate del 1862.
La nuova struttura – che sarà operativa presumibilmente da gennaio 2016 – assumerà il nome di Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura (CCIAA) “Riviere di Liguria – Imperia La Spezia Savona”, con sede legale a Savona, via Quarda Superiore 16 e sedi operative, oltre che a Savona stessa, a Imperia in via Tommaso Schiva 29 nella palazzina ex Sasso da poco ristrutturata e La Spezia, in piazza Europa 16.
Al territorio di Imperia è stato assegnato in particolare il compito di seguire il settore dell’agroalimentare, la promozione turistica del Ponente Ligure, lo sviluppo dei Progetti europei con particolare riferimento ad Alcotra e alla gestione degli attuali Gal e Gac di interesse regionale; Savona ha come prerogativa servizi di innovazione e ricerca, Attività di formazione per le imprese; Spezia svilupperà Economia del mare e portualità, Promozione Turistica del Levante Ligure. Per quanto attiene alle tematiche relative all’organizzazione interna Imperia si occuperà dei settori Ragioneria e amministrazione, Spezia della Gestione del personale mentre Segreteria Presidenza e Organi Collegiali, coordinamento sedi operative faranno capo a Savona. Questi gli aspetti tecnici ma la visione sarà comune, omogenea, in totale sinergia. La sede di via Schiva manterrà il personale e per le imprese saranno mantenuti i servizi erogati.
<L’integrazione – ha spiegato in consiglio il presidente Franco Amadeo – sarà tanto più efficace quanto più si continueranno, anche in termini di capacità gestionali, le buone pratiche sviluppate dai territori mettendole a fattor comune, come ad esempio la gestione di fondi FESR e FEP mediante i partenariati GAL e GAC, o i fondi per la cooperazione transfrontaliera. In questa prospettiva si possono ancor più valorizzare aree di specializzazione che possono creare sinergie comuni come ad esempio ad Imperia l’ attività di promozione e internazionalizzazione delle pmi del settore agroalimentare, a La Spezia l’attività di promozione della cantieristica, a Savona la ricerca e l’innovazione. In questa logica, appare congruente che le risorse derivanti dallo smobilizzo di immobili o di partecipazioni afferenti a ciascuna Camera, in considerazione del fatto che gli stessi costituiscono la risultante delle politiche di sviluppo realizzate nel tempo da ciascun territorio, siano investite in interventi economici orientati principalmente ai territori che hanno contribuito a generare quelle risorse, ma nell’ottica di sviluppare effetti positivi per l’intera comunità delle imprese>.
Commozione, amarezza da parte di molti rappresentanti delle categorie e consiglieri ma anche speranza e un forte stimolo a crescere nella direzione di un ente rafforzato e sempre più competitivo, innovativo e all’altezza del comito di rappresentare e valorizzare il lavoro e la crescita delle imprese di ogni settore. Gli accorpamenti, decisi a livello nazionale e conseguenti alla riforma voluta dal governo Renzi, tendono a creare realtà locali con un bacino pari ad almeno 80.000 imprese che coniuga sostenibilità economica e valorizzazione dei territori. La riforma delle Camere di commercio italiane porterà al dimezzamento del loro numero: il comitato esecutivo di Unioncamere ha varato l’operazione riordino per portare il numero totale delle Camere dalle attuali 105 a non più di 60. In Liguria si passerà da 4 a 2, rimarrà quella di Genova e si costituirà appunto quelle delle “Riviere”.
Il sistema camerale è oggetto quindi di una profonda riforma normativa, che modificherà la missione e l’organizzazione anche delle singole Camere di Commercio.
Una riforma sostanziale, le cui linee di indirizzo sono state riprese in senso propositivo nelle delibere degli Organi dell’Unione Nazionale delle Camere di Commercio. I principi di riferimento del processo di riorganizzazione sono la costituzione di nuove Camere con un numero di imprese pari ad almeno 80.000 e aventi base territoriale regionale. La ridefinizione delle circoscrizioni territoriali deve tenere conto delle caratteristiche geo-economiche dei territori stessi e deve garantire che ciascuna delle nuove realtà territoriali disponga di un equilibrio economico solido ed adeguato per il raggiungimento dei compiti istituzionali. Le motivazioni alla base delle scelte sull’accorpamento delle Camere discendono naturalmente da criteri di integrazione socio-economica ed anche dalla tipologia delle regole normative, laddove appare logico che i bacini economici delle diverse Camere liguri interessate si amplierebbero sino alle aree del basso Piemonte cosi come di quelle di confine dell’Emilia e della Toscana. In sede di Unioncamere Liguria nel luglio 2014 è stata adottata una delibera di indirizzo che prevedeva sul territorio regionale la presenza di due Camere di Commercio: una relativa all’area metropolitana di Genova, l’altra che riunisce in un solo soggetto i tre enti di Imperia, La Spezia e Savona.
<Le Camere di Imperia, La Spezia e Savona – spiega il presidente dell’ente camerale imperiese Franco Amadeo – hanno quindi dato avvio al progetto di accorpamento attraverso l’analisi degli elementi di potenziale interrelazione e la determinazione di primi piani economici. In questo anno verranno costituiti gruppi di lavoro politici e tecnici per armonizzare esigenze e progettualità>.
Si è arrivati alla delibera votata martedì sera a Imperia, ovviamente per la parte di competenza ma analoga iniziativa si è svolta nelle altre sedi liguri, dopo un lungo lavoro di discussione e studio: l’intero processo è stato illustrato e dibattuto oltre che negli organi deputati, in specifici incontri con le associazioni di categoria dei tre territori. La nuova Camera avrà come detto sede legale a Savona, in quanto baricentrica oltre che la più rilevante in termini di numero di imprese, e sedi operative ad Imperia e La Spezia, con una base di 97.932 imprese, dati legali al 31 dicembre 2013. Genova, sempre alla stessa data, registra 107.864 imprese. La denominazione della Camera nascente dall’accorpamento sarà Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura “Riviere di Liguria – Imperia La Spezia Savona”.
<Il nuovo ente – continua Amadeo – manterrà l’autonomia ed il rispetto delle realtà e specificità operative locali, pur in presenza naturalmente di organi unici ed unica organizzazione gestionale, sia attraverso la previsione statutaria di organi consultivi relativi ai diversi territori, sia attraverso la valutazione e redistribuzione coerente degli apporti finanziari, patrimoniali, professionali, organizzativi e delle specificità economiche degli stessi. Si prevede dunque la costituzione di Comitati Consultivi che siano rappresentativi del territorio di riferimento; essi avranno il compito di esprimere orientamenti e priorità nella formulazione delle strategie complessive dell’Ente Camerale. Il grande obiettivo è infatti riuscire a moltiplicare le potenzialità e le capacità dei singoli territori, coniugando il rispetto delle particolari esigenze e tradizioni con la realizzazione di sistemi di gestione interna e di attività di promozione più efficienti e comunque sia sempre di interesse generale>.
Insomma gli accorpamenti nati inizialmente da una “scelta” nazionale, in un certo senso subita, possono diventare una grande opportunità a livello locale, che potrà sfociare in concrete innovazioni, in termini gestionali interni da un lato, e, dall’altro, di configurazione di un nuovo modello di assistenza, di accompagnamento e di affiancamento delle imprese su territori diversi, ma ampiamente integrabili tra di loro. Quanto alla dimensione identitaria, culturale e storico-geografica dei territori che daranno vita alla nuova Camera, si è infatti in presenza di un’ampia rete di città e di territori caratterizzati da una forte omogeneità, dove portare avanti una politica complessiva di sviluppo che punti sulla qualità e sul dinamismo imprenditoriale, valorizzando le specifiche potenzialità di crescita economica e sociale. I fattori comuni dell’economia costituiscono presupposti per sviluppare vantaggiose sinergie tra i tre territori, puntando a valorizzare i punti di forza, ma anche per affrontare i punti di debolezza. Le imprese di Savona sono 39.044, di Imperia 31.800, di La Spezia 26.389.
Per quanto concerne i risultati economici della nuova Camera sussiste la criticità di riuscire a correlare il pareggio di bilancio con il mantenimento di significativi livelli delle attività promozionali, alla luce dei tagli previsti al diritto annuale, anche se è fondata la possibilità che la Riforma in discussione possa prevedere misure compensative, attraverso l’individuazione di nuove funzioni o la modifica dei diritti di segreteria e delle tariffe attuali. I principi da perseguire devono essere quelli dell’incremento costante dei livelli di efficienza, al fine di destinare tutte le risorse finanziarie che si renderanno disponibili all’incremento delle attività promozionali, che restano elemento fondamentale e prioritario della mission camerale.
L’accorpamento, sulla base dei parametri stabiliti dalle disposizioni vigenti, darà vita ad un nuovo Consiglio Camerale a 33 membri”.
C.S.
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