6 Novembre 2024 00:28

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6 Novembre 2024 00:28

RESPONSABILITÀ CIVILE. I MAGISTRATI CAVALLONE E BOTTI GUIDANO LA PROTESTA A IMPERIA: “VOGLIONO UNA GIUSTIZIA DI CLASSE, SOLO PER I MORTI DI FAME”/L’INTERVISTA

In breve: Udienze sospese, ogni giorno, per 30 minuti, dalle 12 in poi, per leggere un documento di protesta "La politica si sente attaccata perché ha la coda di paglia. Il potere giudiziario era rimasto l'unico che faceva da contraltare"

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Udienze sospese, ogni giorno, per 30 minuti, dalle 12 in poi, per leggere un documento e spiegare le ragioni di una protesta, a suo modo storica, contro la riforma della responsabilità civile dei magistrati approvata dal Parlamento. Questa l’iniziativa promossa dall’Associazione Nazionale Magistrati per far sentire la propria voce alla politica. Una forma di protesta adottata anche in Tribunale a Imperia.
ImperiaPost ha incontrato Roberto Cavallone e Massimiliano Botti, presidente e segretario dell’Anm di Imperia, per un confronto in merito alle ragioni di un dissenso sempre più largamente condiviso.

Tre sono gli elementi in merito ai quali esprimiamo una forte contrarietà – spiega Massimiliano Botti – L’eliminazione del filtro di inammissibilità del ricorso, che espone i Magistrati a un potenziale bombardamento di ricorsi. L’estensione della responsabilità dei Magistrati al travisamento di fatti e prove, che è una fattispecie troppo ampia. In particolare il travisamento della prova. Il confine tra travisamento e valutazione è molto labile. Questa riforma è un vulnus all’indipendenza dei Magistrati, va a toccare quello che è il cuore dell’attività di un Magistrato. Il concetto del ‘chi sbaglia paga’ può anche essere condiviso, ma i Magistrati risultano l’unica categoria, tra i dipendenti pubblici, chiamati a rispondere fino alla metà dello stipendio. Per tutte le altre categorie, il massimo è il 15%.

Io credo davvero che la serenità di giudizio di un Magistrato possa essere inficiata. Con questa legge i Magistrati italiani costituiscono un unicum nel panorama europeo. Non esiste una legge simile ne in Spagna, ne in Francia, ne in Inghilterra, ne in Germania. Ripeto, il concetto del ‘chi sbaglia, paga’ può anche essere condivisibile, ma occorre non dimenticare che un Magistrato è chiamato sempre a far prevalere una posizione sull’altra e ci sarà sempre qualcuno che si riterrà leso. Pensiamo al processo porto. Tutti i Magistrati coinvolti sarebbero esposti a enormi richieste di risarcimento danni. Nessuno farà più processi simili in futuro“.

Non è stato indetto alcuno sciopero perché sarebbe stata una forma di protesta contro i cittadini – dichiara Roberto Cavallone -, mentre il nostro obiettivo è quello di portare all’attenzione una riforma del Governo che riteniamo inaccettabile. Una riforma che assolutamente non è stata imposta dall’Europa, ma che al contrario rappresenta l’attuazione di un programma che parte da lontano, mirato a riequilibrare i poteri dello Stato, a mettere all’angolo la Magistratura. Questa riforma mette i Magistrati nella condizione di essere prudenti nella loro attività. Vogliono portare i Magistrati a occuparsi solo dei morti di fame. Non si parla di riforma della prescrizione, della possibilità di rivedere i gradi di giudizio. Non hanno interesse a snellire la giustizia, perché una giustizia snella è efficace, dunque meglio paralizzarla. E questo è un atteggiamento trasversale. Sono cambiati i Governi, ma la musica è sempre la stessa“.

Un Magistrato deve fare il suo dovere senza guardare in faccia a nessuno. Non può essere condizionato dall’eventualità di un’azione civile, di un procedimento disciplinare. È ovvio che se dai un’arma in mano a una persona, quella la utilizza. Considerando che per lavoro i Magistrati si trovano a dover dar ragione a una persona piuttosto che ad un’altra, si rischiano decine di ricorsi. Si parla di cause da miliardi di euro“.

Da 20 anni a questa parte, cioè da quando la Magistratura ha messo mano alla politica, c’è stata una forte reazione, sfociata in questa riforma.  Il CSM, poi, è stato privato della sezione disciplinare, si è tentato in tutti i modi di svuotarlo di ogni potere, di ridurlo a un organo di pura e semplice amministrazione. Ci sarebbe molto da dire anche sul taglio delle ferie da 45 giorni a 30. Non era un privilegio, ma un trattamento riconosciuto a tante altre categorie. La politica si sente attaccata perché ha la coda di paglia. Il potere giudiziario era rimasto l’unico che faceva da contraltare“.

IL DOCUMENTO LETTO DAI MAGISTRATI IN AULA NELLA PAUSA DI 30 MINUTI

La legge sulla responsabilità civile che sta per essere votata dal Parlamento (pur emendata di ancora più macroscopiche violazioni) continua a presentare aspetti di incostituzionalità, che l’Anm ha più volte denunciato: è stato eliminato il filtro di ammissibilità del ricorso (che non comprimeva affatto il diritto di azione, ma impediva il defatigante avvio di cause infondate per difetto di presupposti); è stato inserito, come causa di responsabilità, il concetto di “travisamento del fatto e della prova”, così introducendo parametri di valutazione generici e avviando una sorta di infinito “processo sul processo” (che la parte soccombente, soprattutto se quella economicamente poi forte, potrebbe utilizzare strumentalmente per colpire il giudice che gli dà torto).

Abbiamo il dovere di segnalare con forza che questi meccanismi non producono efficienza, sono inutilmente punitivi nei confronti dei magistrati e appesantiscono il sistema.

La soluzione di tali questioni va da subito affidata a iniziative non di metà testimonianza, ma che consentano ad ogni magistrato di sentirsi tutelato nel suo status e nel quotidiano esercizio delle proprie funzioni.

Per questo l’Anm delibera lo stato di mobilitazione per la settimana in cui verrà approvata la nuova normativa, sospendendo l’attività giudiziaria per il tempo necessario a presentare questo documento e illustrarne le ragioni.

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