Imperia. “Care donne, l’8 marzo vedrà molte di voi festeggiare, chi con un aperitivo, chi con una cena, chi a ballare – Scrive Laura Amoretti, Consigliera di Parità della Provincia della città. Io, da donna, prima ancora che dal ruolo che ricopro, vi chiedo, con questo scritto, un momento per riflettere. Ritengo che, per festeggiare in modo vero, il percorso sia ancora, purtroppo, molto lungo.
Molte donne ancora oggi subiscono quotidianamente violenza fisica e psicologia nella propria casa, l’ambiente più bello ed, apparentemente, più sicuro che, secondo il parametro istintivo, possa esistere. Secondo una recente statistica, 1 donna su 3 nel mondo è stata vittima di violenza domestica e per questo motivo 1 donna muore ogni 3 giorni, vittima dell’uomo che ha amato.
A molte donne, forse quasi a tutte almeno una volta nella vita, sarà capitato di sussurrare, quel “ti amerò per sempre… e per sempre sarò tua”, come, se per essere amate, fosse necessario “donarci” completamente all’uomo. Molte di esse, senza essere uccise, violentate, picchiate, vivono, comunque, la loro perdita di identità, di indipendenza economica, sociale, affettiva; schiave di quel destino che loro stesse hanno segnato, rinunciando alla loro libertà.
Nella vita può capitare, purtroppo, di dover fare i conti con famigliari temporaneamente o, peggio, permanentemente, disabili. Ancora una volta scende in campo la donna. E’ lei che “rinuncia”, molte volte a lavorare e, per le più fortunate, che hanno un contratto a tempo indeterminato, a chiedere l’astensione dal lavoro ai sensi della legge 104/91. Certamente tutto questo ha un prezzo. Molte, per questo, rischiano il demansionamento, l’arresto della propria carriera professionale, come se la convivenza con la disabilità fosse una colpa.
Ritengo che la creazione d’impresa sia uno degli strumenti migliori per far esprimere la creatività, l’entusiasmo, la fantasia di una donna, eppure, per lei l’obiettivo di difficile conquista. E’ doveroso ricordare che molte sono state negli ultimi anni le norme e le risorse economiche destinate alle donne che progettano di diventare imprenditrici. Ma è altrettanto doveroso sottolineare che non si è fatto i conti con il connubio imprenditrice e madre.
Difficile, comunque a prescindere dall’autoimprenditoria, la conciliazione tempi di vita – tempi di lavoro, secondo una recente statistica le donne subiscono più infortuni rispetto agli uomini in “itinere” (tragitto casa-lavoro e viceversa); lascio a voi tranne le conclusioni.
Anche per le donne che “conquistano la propria autonomia economica con il proprio lavoro” la strada non è facile, infatti esiste quello che è definito “il soffitto di cristallo” che continua a ostacolare l’ascesa delle donne ai vertici dei posti di lavoro. Il termine, appunto, “ soffitto di cristallo” viene utilizzato per riferirsi a situazioni in cui le donne guadagnano mediamente meno degli uomini o, più rigorosamente, per individuare situazioni in cui il differenziale salariale tra uomini e donne è maggiore ad alti, piuttosto che a bassi, livelli di stipendio.
Le testimonianze, le indagini, gli studi sono molti, ma oggi una sola riflessione: donna senza essere uccisa nell’anima e nel corpo, donna che vive il proprio diritto di essere madre nella propria autonomia economica, donna nel proprio ruolo professionale, “riconosciuto perchè legittimo”, donna che madre, figlia, moglie, assolve al proprio bisogno innato di cura senza “dover rinunciare”, donna che ha il proprio diritto di esprimersi.
Per concludere, amiche di viaggio, quando festeggerete, rivolgete un momento del vostro pensiero prima di tutto a voi stesse, per essere padrone della vostra esistenza, al di là di questa giornata, ed ancora un pensiero a tutte quelle meravigliose, ma fragili donne che non sono riuscite a conquistare la loro libertà.”