5 Novembre 2024 03:23

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5 Novembre 2024 03:23

“PERCHÈ BENEDUSI NON HA IL CORAGGIO DI FARE DI IMPERIA LA SUA BASE?” LA REPLICA DI MAURIZIO RAINISIO AL FOTOGRAFO IMPERIESE

In breve: "Ci sono persone, come te, che ogni tanto arrivano e, osannati da tutti perchè sono più o meno mediaticamente famosi, spiegano che cosa si debba fare."
rainisio benedusi
Da sinistra: Maurizio Rainisio e Settimio Benedusi

Imperia. Arrivano le prime reazioni allo sfogo del fotografo imperiese Settimio Benedusi sullo stato in cui versa Imperia. A scrivere una lettera aperta è Maurizio Rainisio (libero professionista).

ECCO LA LETTERA.

“Caro Papi,

È facile criticare e dare consigli, meno facile è darsi da fare per cambiare.

Ci sono persone, come te, che ogni tanto arrivano e, osannati da tutti perchè sono più o meno mediaticamente famosi, spiegano che cosa si debba fare.

Ogni volta mi chiedo: Perchè invece di parlare non fanno? Perchè Benedusi, invece di fare il Solone, non ha il coraggio di fare di Imperia la propria base, magari facendo lavorare qualche giovane e insegnandogli il mestiere?

Ci sono altri, che più o meno nell’ombra o per lo meno sconosciuti ai più e accuratamente evitati dai poveri (di spirito) politici locali, fanno:

  • C’è quello che ha messo in piedi un’azienda di servizi web, che, con intelligenza e specializzandosi opportunamente, lavora nel mercato globale e fa lavorare una decina di giovani seri e competenti.
  • C’è quell’altro che ha portato a Imperia un dipartimento di un’azienda farmaceutica che impiega una ventina di persone.
  • Un altro ancora è leader a livello nazionale nell’automazione della gestione dei supermercati.
  • C’è anche l’australiano che riesce a portare a Imperia nel suo cantiere lavori assolutamente presigiosi.

Ci sono invece tutti quei giovani bravi e competenti, che hanno dovuto portare altrove le proprie potenzialità, perchè per loro a Imperia non è possibile crescere e imparare. Per creare queste opportunità servono moltei altre persone già dotate di una solida professionalità, che credano in se stesse e in loro e spostino o creino a Imperia la propria attività.

È vero, a Imperia alcune cose sono più difficili che altrove. Nei paesi civili, quando apri un’azienda anche piccola, l’amministrazione viene da te e ti chiede “Che cosa posso fare per te?”, da noi … bè lasciamo perdere.

Imperia non deve essere solo turismo e gastronomia (nonostante ci siano numerose eccellenze). Se ci levassimo i paraocchi, vedremmo che, in una posizione centrale in Europa, come quella di imperia (dall’aeroporto di Nizza, a 45 minuti da Imperia, si arriva in tutta Europa e anche negli USA senza scalo) si può fare molto di più. Con le tecnologie disponibili oggi (e già da 30 anni) si può lavorare in modo proficuo stando in un posto gradevole e tranquillo, ideale per lavori basati sull’intelletto e sulle tecnologie avanzate. Quando si lavora per un cliente che sta a Parigi o a Francoforte, essere a Milano o a Imperia non fa differenza, salvo che a Imperia nell’intervallo di mezzogiorno si va alla spiaggia e quando si guarda fuori dalla finestra si vede il mare.

Dobbiamo sviluppare le nostre potenzialità. Per questo la città ha bisogno che i suoi figli, che hanno acquisito professionalità ‘fuori’ si impegnino in prima persona e fattivamente per riportare queste professionalità a Imperia.

Questo sarà l’unico possibile motore della rinascita. Su questo dobbiamo spingere.

L’altro giorno sono stato al Parasio; luogo, come sai, incantevole. Quello che non sai è che una ventina di anni fa, nei pochi metri quadri del cocuzzolo del Parasio erano concentrate tre delle realtà di cui ho parlato. Allora, in totale, una trentina di persone e un fatturato (tutto valore aggiunto) che avevo calcolato in circa 5/6 miliardi. Lì ho sognato; quella bella piazza, con stimoli adeguati potrebbe diventare una piccola Sophia Antipolis a modo nostro invece del deserto che è oggi, usata come campo da calcio da quattro(di numero) ragazzini e già destinata al degrado. Regaliamo un bel paio di occhiali ai nostri politici miopi (sì Carlo, lo sei diventato anche tu!) e vediamo che cosa si può fare invece che dire”.

Maurizio Rainisio

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