24 Dicembre 2024 01:57

24 Dicembre 2024 01:57

IMPERIA. L’ANMIL PRESENTA LO STUDIO “PRENDERSI CURA DI CHI CI CURA” PER LA SICUREZZA DELLE DONNE NEL CAMPO DELL’ASSISTENZA SANITARIA/TUTTI I DATI

In breve: “Per quanto riguarda la scelta del tema dell’indagine è stata frutto della valutazione dei dati INAIL dai quali emerge che nel settore sanitario la presenza femminile raggiunge circa il 70% del personale

Immagine_L'ANMIL per le Donne

L’Anmil, che da oltre 70 anni si occupa della tutela delle vittime del lavoro e raccoglie oltre 400mila iscritti, presenta due importanti iniziative a favore dell’intera categoria delle vittime del lavoro: uno studio sui rischi legati al lavoro delle donne che operano nel settore della sanità “Prendersi cura di chi ci cura – La sicurezza e la tutela sul lavoro delle donne che operano nel campo dell’assistenza sanitaria”, realizzato da alcuni dei più qualificati professionisti ANMIL in materia statistica e giuridica e il Disegno di Legge n. 1769 della Sen. Silvana Amati a tutela delle vittime del lavoro e dei superstiti dei caduti sul lavoro. 

Per quanto riguarda la scelta del tema dell’indagine è stata frutto della valutazione dei dati INAIL dai quali emerge che nel settore sanitario la presenza femminile raggiunge circa il 70% del personale – spiega il Presidente territoriale ANMIL Bracco Roberta – una preponderanza non più circoscritta a categorie storicamente femminili e di supporto, come la professione infermieristica, ma che oggi incide anche sui ruoli apicali del mondo medico-scientifico una volta solo appannaggio dell’universo maschile”. 

Nell’arco di una quindicina di anni, infatti, sono quasi raddoppiati i direttori generali donna, mentre i “medici in camice rosa” hanno nettamente sorpassato gli uomini.

In questa situazione la sanità risulta uno dei pochissimi settori in cui l’incidenza degli infortuni femminili è superiore a quella maschile: oltre il 15% di tutte le donne infortunate opera in quest’ambito e, data la grande varietà delle lavorazioni cui sono adibite, gli infortuni sono riconducibili alle cause più diverse, cui si aggiunge anche un altro rischio di natura molto particolare e diffuso soprattutto tra le operatrici di questo settore, ovvero l’aggressione o violenza da parte di estranei (pazienti psicolabili, parenti etc.). E sebbene gli esiti di questa mancanza di sicurezza non siano particolarmente gravi in termini di salute, ma se da un lato le ripercussioni sulla qualità della vita e nella gestione familiare sono molto più pesanti, in ambito lavorativo comportano oltre 600mila giornate perse in un anno.

Nell’ottica poi di migliorare la tutela di vedove e orfani di caduti sul lavoro, oggi assolutamente inadeguata e fonte di iniquità, viene presentato, il Disegno di legge n. 1769 di iniziativa Sen. Amati che ha accolto le istanze dell’ANMIL.

I DATI

9_-Indagine_Prendersi-cura-di-chi-ci-cura.pdf

 

 

 

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