Imperia. 166 milioni di euro di debiti. È questo l’importo astronomico dei debiti della Porto di Imperia S.p.A. Questa mattina si è chiusa, dinnanzi al giudice fallimentare Ottavio Colamartino, la procedura relativa alla definizione dello stato passivo della Porto di Imperia S.p.A dichiarata fallita lo scorso 20 maggio (sentenza poi annullata lo scorso 22 gennaio). Dopo un’attenta disamina dei debiti della società si è arrivati a quantificare in 166 milioni la situazione debitoria della società. All’udienza erano presenti i curatori fallimentari l’avv. Stefano Ambrosini e il dott. Filiberto Farrari Loranzi, l’avvocato Botteri e una quindicina di creditori.
Il “grosso” della situazione debitoria (156 milioni di euro) è dovuto all’ammissione, con riserva, del debito che la Porto di Imperia S.p.A. ha con l’Agenzia delle Entrate. Il debito in questione è oggetto di un contenzioso giudiziario in quanto la società ha presentato si è opposta al pagamento contestandone l’importo.
I restanti 10 milioni di euro di debiti sono quelli che la società ha nei confronti dei fornitori: imprese e professionisti.
Dai debiti passivi sono stati esclusi definitivamente i 2,6 milioni di euro che pendevano con la “Get Oil” (la società incaricata di realizzare il distributore di carburante) in quanto il contratto tra le parti è stato rescisso e la situazione debitoria con le banche, circa 100 milioni di euro, in quanto vi sono dubbi sulla validità dell’ipoteca.
A questo punto si potranno aggiungere ulteriormente le richieste cosiddette “tardive” dei creditori e sarà possibile, per la Porto di Imperia S.p.A., presentare opposizione allo stato passivo.
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