Imperia. Continuano le repliche alle parole del noto fotografo Settimio Benedusi, sulla situazione in cui versa la città. Un nostro lettore, Giuseppe Roncallo, scrive una lettera per “rivendicare” l’importanza del settore industriale e in particolar modo dell’Agnesi, “mal vista” nello sfogo di Benedusi. Ecco il testo della lettera:
“E’ proprio vero che ormai siamo immersi completamente nella società dello spettacolo; quasi tutte le risposte alla lettera di Benedusi provengono da artisti (fotografi, attori, musicisti e quant’altro) o parlano di artisti (gli stessi di prima). Non ho ancora letto però una sola parola di commento al passaggio più offensivo della lettera di Settimio, quello riferito all’Agnesi. In mezzo a tante banalità il Nostro ha scritto:
“chi se ne frega di una fabbrica che produce pasta (cosa certo non nella cultura locale, avete mai visto una spiga di grano in Liguria?!?) con l’acqua alla gola? Tutti lì a sbattersi per prorogare di una settimana, un mese…una fine già segnata. Ma quel casermone sul mare dovrebbe essere e diventare la casa mondiale dello sport! Con dentro TUTTO! Vela, bicicletta (con la bellissima pista che parte da lì vicinissimo), surf (si fa anche surf ad Imperia!), sci (ad un’ora dal sole e dal mare si scia!), sub……………..e mille altri sport!”
Come fa un imperiese a parlare in questo modo di un’azienda che rappresenta un pezzo di storia della nostra città e che dal 1824 ha dato lavoro e ha contribuito, insieme ad altre analoghe importanti realtà, a far conoscere Imperia sul territorio nazionale e non solo? Negli anni passati abbiamo visto già chiudere troppe aziende, abbiamo assistito a una disfatta del nostro patrimonio industriale senza quasi battere ciglio. Dobbiamo pensare che anche per l’Agnesi si stia già cantando il “De profundis” con la mente ormai proiettata verso la casa mondiale dello sport? Così dopo aver perso un bellissimo porto, anch’esso storico e a misura di città, per scommettere sul più bel porto del Mediterraneo, siamo pronti a sostituire il “casermone” con una struttura di livello addirittura mondiale!
Uscendo dalla facile ironia, sono stato sempre convinto che Imperia, grazie alla sua conformazione, possa coniugare e armonizzare le due anime, quella industriale (ormai le aziende, anche quelle di medie dimensioni, possono essere progettate e funzionare con impatti ambientali minimi) e quella turistica. Per quest’ultima è necessario però, una volta per tutte, elaborare un progetto integrato, che partendo dall’individuazione di un target (famiglie? giovani? appassionati di sport?) preveda innanzitutto una collaborazione tra la città e i comuni limitrofi per la formulazione di pacchetti turistici impostati sul matrimonio tra mare, collina e montagna, sul binomio clima-alimentazione mediterranea, sul nostro patrimonio storico.
Naturalmente tutto questo richiede le infrastrutture e i servizi adeguati (percorsi ben segnati, visite guidate ai centri storici, spiagge libere tenute in modo dignitoso – leggasi in ordine e attrezzate – strutture ricettive di buon livello e adeguate alle esigenze del turismo moderno, strade pulite e così via). Non sono obiettivi impossibili da raggiungere, certamente sono impegnativi, ma se ci si rimbocca le maniche e si crea un circolo virtuoso, una sinergia tra Ente pubblico e privati, potremmo iniziare a scommettere sulla rinascita di Imperia.
Dimenticavo, trentacinque anni fa ho scelto di rimanere a lavorare nella mia città perché l’ho sempre ritenuta il più bel posto del Mondo; voglio ancora continuare a crederci.”