5 Novembre 2024 09:17

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5 Novembre 2024 09:17

IMPERIA. LA FUGA DI TRABELSI DAL CARCERE TRA SALTI, ARRAMPICATE E CORSE SUI TETTI. IL VIDEO MOSTRATO IN AULA DURANTE IL PROCESSO. NEL FRATTEMPO IL GIUDICE…/I DETTAGLI

In breve: Si è tenuta questa mattina in Tribunale a Imperia una nuova udienza nell’ambito del processo per la fuga dal penitenziario del capoluogo, avvenuta nel luglio del 2009, del tunisino Farah Ben Faical Trabelsi.

carcere e tribunale

Si è tenuta questa mattina in Tribunale a Imperia una nuova udienza nell’ambito del processo per la fuga dal penitenziario del capoluogo, avvenuta nel luglio del 2009, del tunisino Farah Ben Faical Trabelsi. La novità di maggiore rilevanza è che la posizione del fuggitivo, accusato di evasione dolosa, è stata stralciata in quanto l’uomo risulta irreperibile ormai da tempo. Sono state attivate le ricerche e, in attesa del possibile ritrovamento, il giudice, dott.ssa Anerdi, ha fissato un’udienza per il 24 aprile 2016.
Per quanto concerne, invece, gli altri due imputati, ovvero i due agenti della Polizia Penitenziaria, Elia Leonardo, ora in pensione, e Felice Serafino, tuttora in servizio, accusati di evasione colposa, il processo proseguirà. Il prossimo 27 aprile si procederà con la discussione.

Nel frattempo questa mattina in udienza è stato visionato in aula il filmato della fuga di Trabelsi. Nel video si vede nitidamente l’uomo arrampicarsi sulla rete del campetto di calcio interno al penitenziario e, successivamente, camminare sul tetto della chiesa interna al carcere, per poi, attraverso una parete, raggiungere un muro con cuspidi. Muro che Trabeldi supera accovacciato per raggiungere infine i fili tesi dell’allarme e superarli camminandovi sopra. Infine, nel video si vede l’uomo attraversare il breve corridoio del muro di cinta, saltare sulla tettoia del ricovero degli automezzi e infine saltare in strada da dove si dilegua.

Un percorso, quello di Trabelsi, identico a quello intrapreso da un altro fuggitivo, solo pochi anni prima. La fuga, in totale, dura circa 2 minuti.

LA RICOSTRUZIONE DELLA FUGA

Il detenuto Trabelsi venne arrestato nel 2008 per un cumulo di pene. Venne tradotto presso il carcere di La Spezia per traffico di stupefacenti. Condannato a 10 anni di carcere, venne poi trasferito a Imperia, con fine pena 2025. Il carcere di Imperia venne però considerato incompatibile in relazione alla pena e alla tipologia di reato, per cui venne disposto il trasferimento di Trabelsi in altra sede.

Il trasferimento era previsto per il 7 luglio, ma Trabelsi tentò il suicidio, per cui il comandante della Polizia Penitenziaria decise di posticipare il trasferimento, senza però adottare particolari cautele. Proprio il 7 luglio 16 detenuti, intorno alle 13.15, accedettero al campetto del penitenziario e vennero registrati dall’agente incaricato. Tra loro c’era anche Trabelsi. Nei giorni in questione erano in corso lavori di ristrutturazione dell’alloggio del comandante per cui alcuni sistemi di allarme furono tacitati..

Successivamente Trabelsi riuscì a evadere, ma al ritorno in cella nessuno si accorse di nulla, probabilmente perché l’agente incaricato non effettuò la conta dei detenuti. Ad accorgersi della mancanza di Trabelsi poteva essere l’agente incaricato al controllo delle celle, ma all’uscita non si preoccupò dell’assenza del tunisino in quanto convinto dell’avvenuto trasferimento nel carcere di Marassi, in realtà posticipato per il tentato suicidio.

Gli agenti si accorgeranno della mancanza di Trabelsi intorno alle 22, quando viene chiamato in servizio, a causa di un malore accorso ad un detenuto, un agente assegnato al piano del tunisino evaso. L’allarme, però, non scatterà subito, ma solo dopo circa 2 ore, perché inizialmente la ricerca interessa l’interno del carcere, ipotizzando che Trabelsi si sia nascosto nel penitenziario in quanto l’agente Serafino sostiene di aver visto Trabelsi al rientro dal campetto e di averci parlato. Evaso dal carcere di Imperia Trabelsi ha chiesto un passaggio in macchina a un agente della Polizia Penitenziaria di Sanremo, sostenendo di aver litigato con la fidanzata. Sceso all’altezza di Arma di Taggia, ha fatto perdere le proprie tracce.

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