IMPERIA. “È stato fatto uno studio da parte di un consulente nominato da noi, che è arrivato a conclusioni diverse rispetto alle conclusioni della provincia e dei suoi consulenti, sia in termini di stabilità del sito sia in termini di presenza di falde sotterranee di acqua, di cavità carsiche. Questo ha comportato la necessità di iscrivere un nuovo procedimento per l’ipotesi di falso ideologico, perché sostanzialmente si poteva ritenere che fosse stata rappresentata una realtà diversa da quella effettiva da parte di un pubblico ufficiale, cioè degli uffici tecnici della provincia di Imperia, al fine verosimilmente di poter realizzare un impianto”. Sono le parole del Sostituto Procuratore della Repubblica di Imperia Roberto Cavallone riferite durante l’audizione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ad esse correlate in visita a Imperia lo scorso 19 febbraio.
Il PM parla dell`inchiesta relativa alla realizzazione del Lotto 6 della discarica di Collette Ozotto che ha visto l’iscrizione nel registro degli indagati il dirigente del settore ambiente in Provincia Enrico Lauretti e i geologi Bruno Bianchi e Andrea Valente Arnaldi.
Il progetto e lo scetticismo del PM Cavallone sulla risoluzione del problema rifiuti:
“Comunque, a un certo punto si è pensato – ve ne parlerà il sindaco Genduso sicuramente – di realizzare una struttura di tipo diverso sul terreno pubblico che prevedeva un massimo riutilizzo dei materiali da riciclare, in modo da mandare in discarica solo una parte veramente minimale della spazzatura. Per far questo è stato programmato un certo numero di anni, quindi si poneva il problema di che cosa fare nel frattempo, cioè dove mettere questa spazzatura che ogni giorno il territorio produce. Si è pensato, come soluzione provvisoria – ma la mia personale impressione è che si vada di provvisorietà in provvisorietà – di realizzare un ulteriore lotto, il Lotto 6. La mia particolare esperienza, formatasi in questo periodo, mi lascia pensare che forse dopo ci sarà anche un Lotto 7″.
L’origine dell’inchiesta:
“Il problema che si è posto per il Lotto 6 è che per la sua realizzazione occorreva rispettare dei parametri di stabilità, di salvaguardia delle falde acquifere, e uno studio della provincia concludeva per la fattibilità dell’opera. A seguito di una serie di istanze che erano pervenute alla Procura della Repubblica, è stato fatto uno studio da parte di un consulente nominato da noi, che è arrivato a conclusioni diverse rispetto alle conclusioni della provincia e dei suoi consulenti, sia in termini di stabilità del sito sia in termini di presenza di falde sotterranee di acqua, di cavità carsiche”.
Il perché del sequestro del lotto 6:
“Il sito è stato posto sotto sequestro probatorio, proprio per evitare che l’uso della dinamite e di altri mezzi potesse in qualche modo modificare la natura del terreno. Lo ripeto, il nostro consulente parlava di cavità carsiche, di presenza di falde acquifere eccetera”.
Le conclusione del perito della Procura della Repubblica:
“La conclusione a cui è arrivato il perito è che molti calcoli fatti dai funzionari o dai consulenti della provincia erano sbagliati e alcune volte erano carenti le procedure di accertamento (ad esempio, un solo carotaggio per verificare la consistenza del terreno). Comunque, alla fine, è arrivato alla conclusione che, in termini di stabilità, questo scavo si potrebbe anche fare. Ciò che è rimasto in sospeso – e il perito nominato dal giudice l’ha ritenuto altamente probabile – è che ci siano delle falde acquifere e delle cavità carsiche che non sono state attentamente valutate dalla provincia e dai suoi consulenti e che, se effettivamente sussistenti, impedirebbero sostanzialmente di realizzare questa discarica. In particolare, c’è una grotta che in antichità verosimilmente veniva utilizzata per attingere acqua, che è stata anche sistemata con interventi da parte dell’uomo, il che la toglie dalla classificazione di «grotta naturale» e la inserisce nella categoria dei «manufatti umani». Mi ha spiegato il perito che comunque è una grotta che c’era e serviva per la captazione dell’acqua, quindi c’era una sorgente d’acqua. La presenza di stalattiti anche abbastanza consistenti fa pensare che non ci sia acqua soltanto occasionalmente, ma che ci sia una vena d’acqua ormai presente sicuramente dall’antichità, da tempi molto lontani. Questo potrebbe interferire, se confermato, con la realizzazione della discarica”.
Le conclusioni del PM sull’inchiesta:
“L’inchiesta in sé è conclusa da questo punto di vista. La parola spetta ai tecnici e alle amministrazioni. Noi dovevamo essere sicuri che lo stato dei luoghi non venisse modificato per poter fare quel tipo di accertamento. Una volta fatto l’accertamento noi togliamo il sequestro; se poi la provincia decide di fare la discarica anche dove c’è una probabile vena d’acqua, è un problema sul quale non possiamo ovviamente interloquire, a meno di pensare in futuro a un reato di tipo ambientale diverso, quando e se si verificherà il problema. Lo ripeto, finora nessuno è venuto da noi a dirci che si intende fare dei nuovi carotaggi per vedere se l’acqua c’è.
La mia impressione, ma è un’impressione, è che si sia in qualche modo cercato di fare di tutto per realizzare questo sesto lotto. Posso anche ritenere a fin di bene, altrimenti non si sa dove mettere la spazzatura, ma si è un pochino forzata la mano. Lo dice anche il perito nella sua relazione. Se poi per un errore fatto dagli stessi consulenti della provincia si sia verificata la situazione per cui è un problema di coefficienti di sicurezza utilizzati, loro ne hanno usato, errando, uno molto più severo per loro”.
QUI L’AUDIZIONE COMPLETA (ALCUNE PARTI SONO COMUNQUE IN FORMA RISERVATA) DEL PM ROBERTO CAVALLONE