“Assessore, le garantisco che si fa fatica a trovare una situazione così poco virtuosa come da queste parti se non si scende molto nella penisola italiana“ se le percentuali di raccolta differenziata, a parte qualche caso virtuoso, sono in media abbondantemente sotto al primo livello che la legislazione italiana prevede, vuol dire che qualcosa non è andata proprio come doveva andare.. È una critica durissima quella del presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ad esse correlate, Alessandro Bratti, nel corso dell’audizione di Luigi Sappa (presidente della Provincia), Giovanni Ballestra (assessore provinciale all’ambiente) e Enrico Lauretti (dirigente provinciale del settore ambiente).
LUIGI SAPPA
Io sono presidente dall’aprile del 2010. Direi che la prima emergenza in questa provincia, che ha creato grandi preoccupazioni a tutti, agli amministratori e ai cittadini, è riferita all’ottobre del 2010, quando erano operanti nella nostra provincia due discariche storiche. La prima è la cosiddetta «discarica di Ponticelli», che è a pochi chilometri da Imperia, prima del vicino paese di San Lorenzo. La seconda è la discarica di Collette Ozotto con i suoi lotti successivi (all’epoca, il Lotto 5).
Nel 2010 l’autonomia provinciale era garantita da queste due discariche. Nel mese di aprile del 2010 la procura della Repubblica aveva dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Imperia, con la quale era stato disposto il sequestro dell’area della discarica Ponticelli. Per anni la discarica di Ponticelli è stata quella più gravata dai rifiuti della nostra provincia. Mi sembra che i comuni che conferivano a Ponticelli fossero circa 37, mentre i comuni della nostra provincia sono 67.
A seguito di questa ordinanza, si è creata l’emergenza, perché il problema era smaltire i rifiuti fuori dalla nostra provincia. Abbiamo avuto vari incontri con la regione Liguria. Devo dire che questi incontri sono sempre stati improntati alla massima disponibilità da parte del presidente e dell’allora assessore Briano. Abbiamo potuto conferire nella cosiddetta «discarica di Boscaccio» di Vado, quella grande discarica che si vede a monte delle ciminiere della Tirreno Power. Questo, però, aveva comportato un aumento dei costi. Era veramente avvilente vedere l’Autostrada dei fiori percorsa quotidianamente da mezzi carichi di rifiuti. Si è trattato allora di intervenire con una programmazione che sostanzialmente era già stata tracciata. La programmazione regionale, alla quale si era adeguata la nostra provincia, prevedeva di avere delle discariche di servizio, in attesa di un sistema centrale di smaltimento attraverso tecnologie meglio viste. Pensavo stamane che il problema delle discariche in Liguria sostanzialmente è immutato da decenni. Io, in qualità di sindaco di Imperia – sono stato sindaco di Imperia dal 1999 al 2009, per due mandati pieni – ero stato audito dalla Commissione analoga alla vostra, la quale nei primi mesi del mio mandato, tra il 1999 e il 2000, aveva proceduto ad analoghi interventi a Genova. Mi pare che il presidente fosse l’onorevole Paolo Russo.
Chiusa questa parentesi, ritengo che l’attività amministrativa di questa provincia sia stata illustrata in maniera esaustiva nella memoria che il signor presidente ha richiesto e che abbiamo inoltrato, la quale riepiloga tutti i passaggi della programmazione da quando, uscendo la provincia di Imperia da un commissariamento relativo al sistema delle discariche, si trattava di individuare i siti e di attuare poi una programmazione che avesse l’obiettivo di eliminare le discariche e di creare un sistema tecnologico avanzato. Questo sistema non prevedeva il termovalorizzatore, perché, come voi sapete, nella nostra regione non ci sono termovalorizzatori e probabilmente non ce ne possono essere. Si trattava di approntare questo sito, che poi è stato individuato.
Tutti i passaggi alla fine hanno portato a chiudere definitivamente la discarica di Ponticelli. Questa discarica è stata interamente bonificata, con un sistema di camping. Signor presidente, signori commissari, non so se avete avuto occasione di vedere il sito passando dall’autostrada. Se qualcuno non lo indica, è difficile vederlo, perché è un sito piantumato a neanche 5 chilometri dal mare. Questa discarica, che per anni era stata motivo di ricorsi, dissidi, comitati e ovviamente di lagnanze da parte degli abitanti delle frazioni vicine del comune di Imperia e dell’adiacente comune di San Lorenzo, è stata bonificata e, quindi, tutti i rifiuti si sono concentrati nel sito di Collette Ozotto. È prossima la saturazione di questo sito.
Questo è il primo quadro che ho inteso fare, soprattutto riferendomi alla situazione iniziale. Andremo avanti a esaminare i passaggi che ritenete opportuno approfondire.
GIOVANNI BALLESTRA
Per ogni atto di pianificazione, per ogni proposta di deliberazione e per ogni qualsivoglia comunicazione che riguarda atti pianificatori di indirizzo politico, l’amministrazione provinciale ha sempre convocato le amministrazioni comunali e ha sempre presentato delle proposte di delibera, che sono state votate dai signori sindaci delle amministrazioni comunali – devo aggiungere – sempre in modo condiviso, ossia all’unanimità. In tutti questi anni in cui io ho fatto l’assessore – non sto a ripetere quello che ha ben illustrato il presidente – l’amministrazione provinciale non ha mai ricevuto nessun tipo di ricorso amministrativo né da parte di comuni né da parte di associazioni ambientaliste rispetto all’impostazione che è stata data al futuro della gestione dei rifiuti nella nostra provincia.
Per quanto riguarda il discorso della differenziata, quando io sono diventato assessore era stato appena approvato un piano provinciale sulla differenziata, che naturalmente dava e dà gli indirizzi ai comuni, che poi fanno le gare di appalto. Si era fatta una scelta di prossimità, ma nessuno vietava la possibilità di fare il porta a porta.
Devo aggiungere che comunque i comuni che hanno fatto gare di appalto e modificato il servizio in essere nel frattempo hanno raggiunto percentuali di differenziata altissime. Vi faccio un esempio: il comune di Santo Stefano al Mare è passato dal 3 per cento al 50 per cento nell’arco di un anno e mezzo. Questo vale anche per il comune di Taggia. Alcuni comuni, ad esempio il comune di Imperia, purtroppo hanno patito – questo bisogna dirlo – perché, nel rispetto delle indicazioni della regione Liguria, nel cercare di eliminare la frammentazione del servizio, è stata fatta una gara d’appalto per lo spazzamento e la raccolta con l’unione di 36 comuni. Il primo anno e mezzo è stato molto sofferente per quanto attiene all’insediamento di questa azienda. La differenziata è un po’ aumentata, ma non sicuramente nelle proporzioni desiderate.
Il comune di Ventimiglia – io vi faccio una panoramica – dal 2011 alla primavera scorsa è stato amministrato da una terna commissariale, in quanto commissariato per infiltrazioni mafiose. A riguardo non è stato fatto nulla. La nuova amministrazione sta cercando di preparare dei progetti e di fare uno studio per attivare il porta a porta, ma naturalmente i percorsi necessitano dei tempi tecnici che, ahimè, nel nostro Paese sono piuttosto lunghi. Tuttavia, l’intenzione dell’amministrazione è quella.
Sanremo è un comune che, pur avendo dimostrato sensibilità ambientale, perché più di una volta in sede di conferenza dei sindaci ha rappresentato la problematica della discarica, messo alla prova non è mai riuscito ad aumentare la percentuale della differenziata. Questo è il quadro di tipo generale sulla differenziata.
Noi, come provincia, cosa abbiamo fatto? Noi abbiamo cercato innanzitutto di elargire i contributi che la regione Liguria ci assegna con dei progetti. Alcuni piccoli comuni hanno lavorato bene. Mi riferisco, ad esempio, al comune di Seborga, al comune di Dolceacqua e al comune di Camporosso, piccoli comuni che con le compostiere comunali hanno aumentato moltissimo la differenziata.
Con un protocollo di intesa firmato da tutti i sindaci della provincia, abbiamo introdotto una penalità per i comuni che non raggiungono le percentuali previste in quel protocollo, che sono quelle previste dalla legge. Uso il termine «penalità» e non il termine «sanzioni», perché questi fondi dovevano servire in parte a premiare i comuni virtuosi che hanno lavorato bene. Una piccola parte andava ai comune che ospitano la discarica, quindi al comune di Taggia e al comune di Sanremo. L’altra parte doveva essere rimessa in circolo, ossia l’ATO avrebbe valutato dei progetti promossi da quei comuni che, ahimè, non avevano rispettato quel trend di differenziata, per incentivare a fare quei progetti e, quindi, ad agire.
Noi crediamo, come amministrazione, di aver fatto quanto possibile per arrivare alla scadenza della scelta finale del nostro piano provinciale dei rifiuti, che è un impianto altamente ecologico, che io oso definire non di smaltimento ma di recupero, in modo che arrivasse la minor quantità possibile di rifiuto indifferenziato. Tuttavia, naturalmente quando si amministra – almeno questo è il mio punto di vista – ci si deve sempre porre il problema degli scenari che possono, ahimè, essere peggiori e, quindi, fare delle valutazioni sul fatto che poi i comuni, con tutte le difficoltà annesse e connesse alle finanze pubbliche, alle difficoltà delle gare d’appalto, alle situazioni ambientali…
LA DURISSIMA CRITICA DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE
Assessore, le garantisco che si fa fatica a trovare una situazione così poco virtuosa come da queste parti se non si scende molto nella penisola italiana.
Sicuramente quel piano che voi avevate in mente di realizzare ha avuto qualche problema. Se oggi c’è un problema impiantistico e se le percentuali di raccolta differenziata, a parte qualche caso virtuoso, sono in media abbondantemente sotto al primo livello che la legislazione italiana prevede, vuol dire che qualcosa non è andata proprio come doveva andare.
LA REPLICA DI BALLESTRA
Sono d’accordo con lei, presidente, però la problematica è relativa più ai comuni che all’attività dell’amministrazione. Comunque, questo è il quadro di quello che è stata la governance. Noi non abbiamo né più e né meno che fatto delle proposte alle amministrazioni comunali e soprattutto all’amministrazione di Taggia, che si è fatta sempre parte dirigente, per cercare di portare avanti la soluzione finale, che era la più compatibile con l’ambiente. Questa soluzione è stata votata addirittura all’unanimità. Penso che sia un caso importante dal punto di vista politico, perché di solito i comuni ai quali viene chiesto di ospitare i rifiuti di altri comuni si oppongono. Questo è il quadro generale.
Ogni nostro piano, come prevede la legge, è stato sottoposto a osservazioni. L’unica osservazione ricevuta veniva dal comune di Imperia, perché avevamo previsto la possibilità di due siti: uno a Collette Ozotto o uno a Rio Sgorreto. Il comune di Imperia aveva rappresentato delle criticità. In sede di consiglio provinciale queste osservazioni sono state accolte e mandate in regione Liguria, la quale ha fatto la valutazione di impatto ambientale. C’è stata la definizione puntuale, come previsto dalla norma. Abbiamo pensato di fare qualcosa di pubblico, soprattutto per quanto atteneva la proprietà delle aree del Lotto 6. Abbiamo espropriato – mi sembra che l’esproprio sia costato un euro al metro quadrato – e abbiamo fatto la gara. Oggi siamo a questa definizione.
Invece, la procedura per l’impianto unico è pressoché definita. C’è una questione di correttezza istituzionale, visto che nel mese di giugno sono cambiate delle amministrazioni e visto che l’amministrazione provinciale tra un mese spirerà e questo ente verrà governato totalmente dai comuni. Tuttavia, devo dire che in questa materia tutto sommato eravamo già a questo tipo di divisione. L’amministrazione è pronta a fare tutti gli atti.
ENRICO LAURETTI
In estrema sintesi, come vi è stato detto, nel 2010 la provincia si è trovata di fronte a una gravissima crisi emergenziale: dovevamo smaltire i nostri rifiuti a Savona, perché non avevamo più un sito. Peraltro, il presidente e l’assessore si erano insediati nel 2010, mentre io sono arrivato nel 2011. Credo che abbiamo fatto assolutamente il nostro dovere. Abbiamo fatto una pianificazione che noi riteniamo di alto livello, che ha previsto come obiettivo finale un impianto di recupero ad alta tecnologia, che vuol massimizzare il recupero di materiale e non di energia. Questa è stata una richiesta pervenuta specialmente dal comune di Taggia e comunque dagli esponenti culturali più attenti all’ambiente e all’ecologia. È stato chiesto come mai questo impianto di recupero prevede di mantenere lo stesso quantitativo. Rispondo facilmente che prevede di mantenere lo stesso quantitativo perché è un impianto di recupero che, oltre a trattare l’indifferenziato, che dovrà essere ridotto ai minimi quantitativi da parte dei comuni, tratterà anche l’organico proveniente da raccolta differenziata, i fanghi e il verde.
Abbiamo voluto realizzare un impianto pubblico, che sarà affidato a seguito di gara pubblica, ai sensi del codice dei contratti, a soggetto ovviamente terzo e privato, ma scelto su base pubblica. Sarà un impianto che resterà sempre di proprietà pubblica e dopo i vent’anni verrà riaffidato con gara ad altro soggetto e dovrà raccogliere tutti i rifiuti provenienti dalla provincia di Imperia, sia l’indifferenziato che l’organico, sia il verde che i fanghi. Io credo che questa sia veramente una scelta felice fatta dalla mia amministrazione. Sono contento di aver partecipato a questo discorso, perché credo che sia nella giusta direzione.
In sintesi estrema è successo questo: vi fu una proposta presentata da un soggetto privato, ovvero da una ATI composta da italiani, francesi e olandesi, per realizzare l’impianto. Nel frattempo, la norma, ovvero il decreto n. 163 del 2006, è cambiata. Ciò ha richiesto nel 2012 la presentazione di un progetto preliminare. Pertanto, abbiamo dovuto richiedere tutta una nuova documentazione. Finalmente il progetto è pronto ed è stato oggetto di un esame accuratissimo da parte degli uffici e di una commissione che abbiamo costituito, composta da professori universitari di alto livello, esperti nelle varie materie: economia, impiantistica chimica, aspetti ambientali. Abbiamo verificati i costi. Noi porteremo l’impianto in conferenza dei sindaci nel mese di marzo, perché l’amministrazione vuole concludere il suo mandato con questa decisione. L’aggiudicazione, se non nascono problemi che non capisco veramente come potrebbero nascere, potrebbe avvenire a fine 2015. Dopodiché, ci vorrà un anno per ottenere tutte le autorizzazioni e due anni per realizzarlo. Pertanto, noi contiamo che verso i primi mesi del 2019 l’impianto sarà funzionante. Con questo contiamo di aver risolto definitivamente i problemi dei rifiuti della provincia di Imperia per i prossimi decenni.
Vengo al Lotto 5 e al Lotto 6. Questa pianificazione ha richiesto un periodo transitorio, perché era necessario ipotizzare una soluzione che ci consentisse di pervenire al 2019 smaltendo rifiuti. L’unica soluzione che è stata individuata è stata quella di prevedere due piccole discariche. Infatti, stiamo parlando di due modesti interventi, come avete potuto vedere ieri: il Lotto 5, che è una discarica ancora privata, ma comunque affidata anche questa a seguito di una gara pubblica europea, perché abbiamo voluto muoverci solo nel quadro di procedimenti pubblici; e il Lotto 6, che invece doveva essere un lotto pubblico.
Che io sappia, in Italia ci sono pochissime discariche interamente pubbliche affidate in seguito a gara. Abbiamo fatto una gara pubblica europea su un progetto nostro, che ha avuto il suo esito. Eravamo pronti per la consegna dei lavori e, come vi è noto, in seguito il sito è stato sequestrato e attualmente i lavori sono sospesi. C’è un’indagine giudiziaria in corso ed è avvenuto un incidente probatorio. Penso che ne siate a conoscenza.
Questi due impianti di discarica erano finalizzati solo a superare il periodo transitorio. Parliamo di discariche, ma in realtà specialmente nel caso del Lotto 6 si tratta di un impianto più complesso, perché prevede una separazione dei rifiuti, una tritovagliatura e una biostabilizzazione a norma di legge. Pertanto, si riesce a fare un certo trattamento prima di portare i rifiuti in discarica.
Sulla raccolta differenziata ha già risposto l’assessore. Noi abbiamo fatto il possibile per spingere i comuni a fare la raccolta differenziata. Abbiamo adottato quel sistema premiale e penalizzante. Insistiamo continuamente perché procedano. Questo appartiene ai compiti e alle responsabilità dei comuni. La provincia può fare un’opera di persuasione, può penalizzare, può applicare sanzioni, però la gestione nel nostro quadro è dei comuni. Per quanto riguarda il controllo degli impianti, noi crediamo di averlo svolto continuativamente e costantemente. Io mando almeno una o due volte al mese i miei funzionari a verificare. Vi devo dire che sul Lotto 5, quello attualmente in essere che avete visto ieri, non abbiamo avuto nessuna problematica. In questi quattro anni non c’è stato alcun problema.
L’unico problema che abbiamo avuto è avvenuto durante l’alluvione del gennaio 2014 che ha investito la Liguria. Sapete i problemi che ha creato in tutta la Liguria, perché purtroppo sono noti a tutti. Abbiamo avuto un eccesso di percolato per due giorni, nel senso che piovendo tantissimo si produceva del percolato.
Tuttavia, credo che lo abbiamo gestito benissimo, nel senso che lo abbiamo fatto convogliare discrezionalmente nei depuratori di Taggia e Sanremo e non ci sono stati superamenti dei parametri, salvo una volta quello dell’azoto ammoniacale, che ha superato la tabella 5 ma non la tre nello scarico a mare. Credo che abbiamo risolto bene quel problema. Credo anche che abbiamo fatto tutti i controlli, perché non ci sono state altre problematiche nella gestione del Lotto 5. Sono quattro anni che il Lotto 5 smaltisce rifiuti senza problemi. Nel Lotto 6 abbiamo avuto questo incidente. Io sono coinvolto, quindi è bene che non ne parli. Sono assolutamente convinto che ne usciremo bene, nello stesso modo in cui la provincia è già uscita rispetto alla discarica di Ponticelli che, come ricordava il presidente, fu sequestrata e che poi noi risanammo completamente. Come sapete, in seguito sono stati tutti assolti rispetto al procedimento giudiziario ad essa relativo e la vicenda si è chiusa, riconoscendo che il reato non c’era stato.
QUI L’AUDIZIONE COMPLETA DI SAPPA, BALLESTRA E LAURETTI