E’ stata fissata per il prossimo 26 aprile, davanti a giudice Alessia Ceccardi, l’udienza preliminare relativa all’inchiesta che vede Simona Del Vecchio, dirigente del Dipartimento di Medicina Legale dell’Asl 1 Imperiese, difesa dall’avvocato Marco Bosio, accusata di peculato, falso e truffa aggravata ai danni dello Stato.
L’inchiesta della Guardia di Finanza di Imperia, condotta dal Procuratore aggiunto Grazia Pradella e dal sostituto Marco Zocco, ha permesso di far emergere il discutibile presunto “modus operandi” della Del Vecchio e di altri 11 indagati tra medici e operatori delle camere mortuarie, tra cui cui anche due in pensione. Nel dettaglio alla Del Vecchio sono contestate decine di mancate visite necroscopiche che l’indagata avrebbe dichiarato di aver svolto. Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno posizionato un dispositivo gps sotto la macchina di servizio della Del Vecchio registrando così tutti i suoi spostamenti e comprovando le mancate visite fatte poi fatte risultare attraverso la compiacenza di titolari e dipendenti di pompe funebri.
Nell’ambito dello stesso procedimento, la Del Vecchio è stata sospesa per dieci mesi dal servizio. Nell’ordinanza di sospensione viene ricordato anche il caso relativo alla modica del certificato di morte di una donna, ospite della casa di riposo Don Orione, deceduta a seguito di un trauma cranico causato da una caduta mentre le operatrici la stavano spostando, affinché si potesse procedere alla sepoltura evitando la segnalazione alla Procura della Repubblica (“l’indagata pertanto sostituisce il certificato preesistente formandone uno diverso che, non menzionando la causa violenta dell’ematoma che ha determinato la morte della donna, avrebbe potuto consentire l’emissione da parte dell’ufficiale dello stato civile dell’autorizzazione alla sepoltura”).